Calcio: scommesse e malaffari

ROMA – Una vera e propria associazione a delinquere quella che è emersa nella seconda tranche dell’inchiesta “last bet” che a giugno scorso ha già portato in carcere 16 persone. Un’organizzazione internazionale con il cervello e la copertura finanziaria a Singapore e le braccia operative in Italia. Pare che su ogni partita venivano investiti fino a 1,5 milioni di euro.

Calciatori illustri del calibro di Cristiano Doni e Giuseppe Signori, espressioni non solo del calcio di club ma anche a livello di Nazionale, sono nel vortice di quello che oseremo definire un autentico ‘virus’: le scommesse.
La prima domanda che si pone l’uomo della strada è perché mai un giovane che gioca a pallone e percepisce uno stipendio che un suo pari-età non riuscirà mai a percepire nemmeno nei sogni, si getti e si faccia coinvolgere in questo ciclone malsano, tra l’altro rovinando non solo sé stesso ma anche la sua famiglia. L’ingordigia, evidentemente, non ha limiti ed è qualcosa di più grande di come ce la possiamo immaginare.
Da quello che scrive il Gip Guido Salvini, nell’ordinanza che ha portato all’arresto del capitano nerazzurro, Cristiano Doni «interferiva o tentava di interferire, anche per conto della società» sul risultato delle partite dell’Atalanta. Un’affermazione importante questa perché di fatto tira in ballo anche il club bergamasco.

Per l’altro campione della Nazionale ed idolo dei tifosi laziali, Beppe Signori, il suo legale afferma che per loro non cambia niente e che aspettano di leggere l’ordinanza del giudice. È, invece, moderatamente sollevata la portavoce, Cinzia Gennarelli, dell’Agenzia di investigazione Eagle Keeper che lavora in difesa dell’ex calciatore di Lazio e Bologna, perché l’arresto di un altro ex calciatore Luigi Sartor (unico calciatore italiano ad aver vinto 3 coppe Uefa con tre maglie diverse, tanto per far capire che non si sta parlando di calciatori dal basso profilo) alleggerirebbe la posizione del loro cliente. Infatti Sartor (ex Nazionale, Juve, Roma, Inter, Parma) è stato indagato perché considerato un intermediario con la base di Singapore, indebolendo, di conseguenza, la convinzione secondo la quale fosse Signori il vero intermediario.
Un’organizzazione internazionale, nata nel 2007, che per essere smascherata è servita la collaborazione di forze di polizie estere di Croazia, Germania, Finlandia e Ungheria.
Al vertice dell’organizzazione a Singapore, c’era un certo Eng Tan Seet, detto ‘Dan’, che attraverso una rete di collaboratori a Singapore e nell’Europa dell’est si adoperava per alterare gli incontri non solo in Italia ma anche in altri paesi. Tutto studiato a tavolino, infatti le puntate relative alle scommesse sulle partite combinate, venivano effettuate su siti Internet con server allocati prevalentemente in Asia, ritenuti fuori dalla portata degli investigatori e quindi più sicuri per le giocate.

Sotto la lente di ingrandimento ci sono anche alcune partite di serie A come Brescia-Bari (2-0), Brescia-Lecce (2-2) e Napoli-Sampdoria (4-0).
La situazione appare piuttosto complessa e particolarmente ricca di elementi che potrebbero far esplodere un bomba ancora più grossa di quella che per il momento ci appare.
È lo stesso procuratore di Cremona Roberto Di Martino a sostenere che si è arrivati a un punto di partenza e non di arrivo, lasciando presupporre che il peggio potrebbe ancora arrivare.
Un calcio malato, ormai ridotto veramente all’osso, deturpato dal denaro sporco, nero ed eccessivo, totalmente in controtendenza con la crisi economica mondiale. Un malaffare dove attingono le mani  tutte le parti del mondo. Il sistema calcio è sicuramente da rifondare, poiché quando si arriva a mostrare il fianco alla malavita organizzata, vuol dire che si è arrivati al capolinea, al punto di non ritorno, e allora non resta altro che ricominciare tutto d’accapo, ossia dai valori di uno sport che sembra essere ancora il più bello del mondo.

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