L’Europa soffre mentre Berlino festeggia. Hollande, subito riforme Ue

Le borse vanno alla ricerca di un ‘rimbalzino’ mentre continuano a far segnare livelli da allarme gli spread in mezza Europa e Berlino riesce a piazzare i propri titoli più che bene.

A colpire è principalmente l’inerzia della Bce che è però stata scossa da un sussulto a causa di una dichiarazione di un membro del direttorio, si ventilava la possibilità di agire in maniera più incisiva ma per il momento è solo una voce. Anche l’ennesimo avviso da parte di una agenzia di rating non contribuisce a rasserenare gli animi mentre la spinta alla accelerazione arriva oggi dal presidente francese  come riferisce la portavoce del governo Najat Vallaud-Belkacem,. Hollande chiede “una rapida e ferma attuazione” di quelle riforme che erano state decise nel corso del Consiglio europeo di fine giugno. A fare da controcanto è il portavoce della Commissione Antoine Colombani che afferma si stia viaggiando “a tutta velocita’”, e ricorda come l’esecutivo di Bruxelles abbia assunto l’impegno di presentare un piano su di un sistema europeo di sorveglianza sulle banche in vista di una vera unione bancaria. Ma la scadenza dell’impegno è per settembre e potrebbe essere ormai tardi.

Spread in lieve calo ma la febbre resta alta

Sono le emissioni pubbliche ad essere ancora l’indice della gravità della situazione. Nel corso della mattinata i rendimenti offerti dai Btp italiani con scadenza decennale sono arrivati a far registrare il livello di  6,70 per cento, con il differenziale con il rendimento offerto dai titoli tedeschi di pari scadenza, il tristemente noto spread, balzato fino a 546 punti base. Rendimenti e spread hanno però ritracciato nel corso della giornata chiudendo al 6,45 per cento ed a 515 punti base.

Più grave la situazione Spagnola dove i rendimenti hannp fatto segnare nuovi record al 7,75 per cento sulla scadenza a dieci anni con lo spread conj la Germania che ha fatto segnare un picco di 650 punti base. Anche Madrid ha visto leggermente ritracciare i due massimi chiudendo con il rendimento al 7,37 per cento e lo spread a 611 punti base.

Ed è da record anche quanto avviene in Germania con tassi al minimo storico per i titoli di stato con scadenza a 30 anni. A renderlo noto è la Banca Centrale tedesca che comunica come il rendimento medio abbia toccato il minimo storico del 2,17%.

Le borse cercano il rimbalzo e Moody’s lancia allarmi

Chiusura sostanzialmente positiva per le Borse europee che hanno finalmente interrotto una striscia di segni meno da capogiro. Milano la migliore del vecchio continente con +1,17%. Bene anche Madrid che ha chiuso con +0,8%. Quasi impalpabili i rialzi registrati a Francoforte (+0,25%) e Parigi (+0,23%). Mentre Londra chiude in sostanziale parità Londra con un -0,02%.

L’agenzia Moody’s ha intanto colpito ancora mettendo in outlook negativo anche quel rating a tripla A del fondo salva stati europeo temporaneo Efsf.

Il fondo ha invece rivendicato, e non poteva fare molto di più, la propria affidabilità.

La BCE lancia segnali. E se si decidesse a fare qualcosa?

L’argomento va trattato con delle pinze giganti ma la notizia di una piccolissima apertura da parte del governatore della Banca centrale austriaca, membro del  direttorio della Banca centrale europea, Ewald Nowotny, , è di quelle che potrebbero davvero cambiare qualcosa.

In particolare Nowotny ha mostrato spiragli alla possibilità di discutere la concessione di una vera e propria licenza bancaria all’Esm, il fondo salva Stati permanente dell’Unione europea che dovrebbe vedere la luce a breve.

L’efficacia del fondo ne sarebbe notevolmente ampliata ma stiamo comunque parlano di una creatura la cui venuta al mondo è ancora in forse, non va infatti dimenticato che la nascita dell’Esm è ancora sottoposta alla decisione dei giudici della Corte costituzionale tedesca. La Corte ha rinviato al prossimo 12 settembre la sua decisione sulla costituzionalità del trattato istitutivo del fondo che violerebbe le regole che impongono di delegare al Parlamento ogni decisione che implichi conseguenze sui soldi dei contribuenti.

Solo in quella data scopriremo se i giudici decideranno di contribuire a privare di questo bengodi il proprio paese.

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