Napolitano a Torino non incontra i sindaci della Val Susa. Il “non dialogo” continua

ROMA – Sicuramente l’avvenimento del giorno quello della venuta di Giorgio Napolitano a Torino. Il presidente della Repubblica ha scelto di partecipare ad un convegno organizzato dal CSM sulla magistratura.

Non può e non deve sfuggire la causale temporale di questo viaggio a Torino. La regione Piemonte è provata dalle vicende sulla TAV, e non può che far riflettere la decisione di presenziare ad un evento sia pur di rilievo che spinge le stesse forze dell’ordine a blindare l’intera Città.  L’impressione è che si voglia dirottare troppo l’attenzione sull’ordine pubblico venendo meno ad una realtà che chiede solo il confronto e la soluzione di una questione di carattere nazionale e non solo di una minoranza sparuta di Cittadini. Le forze dell’ordine stanno infatti presidiando ogni angolo di Torino ipotizzando una reazione del Movimento No Tav. La nota rilevante è data dal rifiuto da parte di Napolitano di incontrare i sindaci della Val di Susa. Il Presidente motiva la sua scelta con dichiarazioni del tipo “non mi competono le scelte tecniche”.(?!) Ma come si può fare simili affermazioni dopo aver rilasciato dichiarazioni in cui si sottolinea quanto “C’è bisogno nel paese di un clima costruttivo nel quale l’attenzione e gli sforzi si concentrino sull’impegno a garantire sviluppo, occupazione, giustizia sociale” prendendo posizione netta a favore del completamento dell’opera?! Nelle stesse dichiarazioni il Presidente della Repubblica ammette il “dissenso” ma lo vorrebbe costruito intorno ad un tavolo con thè e biscottini? Ma in che paese viviamo se non si discute in maniera chiara attraverso un confronto aperto che metta il Cittadino in condizioni di dare un apporto in termini di partecipazione attiva e decisionale?

Diverso invece il tenore delle parole del Sap, sindacato autonomo di polizia: “La visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano a Torino non poteva capitare in un momento migliore e le sue parole di oggi rappresentano un chiaro segnale nei confronti di chi continua a protestare violentemente e, a questo punto, anche inutilmente contro un’opera che comunque si farà, perchè si è mediato fin troppo e non esistono ora margini ulteriori di trattativa”. Ad affermarlo è lo stesso Massimo Montebove, consigliere nazionale per il Piemonte del Sap. “Il Capo dello Stato ha dato uno schiaffo morale non di poco conto a quei sindaci della Val di Susa contigui al movimento No Tav, protagonista di violenze e devastazioni premeditate e organizzate, che volevano incontrarlo per strumentalizzare, evidentemente, la sua visita a Torino”. Per l’esponente del sindacato di polizia, “dopo le parole del capo del governo Mario Monti, la presa di posizione del presidente Napolitano conforta e rassicura tutti coloro che stanno dalla parte della democrazia e della legalità contro chi, minoranza eversiva, vuole imporre le proprie idee con la violenza”.

Forse viviamo in un mondo a parte ma ci sentiamo di ripetere per l’ennesima volta che non c’è mai stata concertazione o confronto se non tra soggetti “scelti” da chi guidava la “macchina istituzionale”;in passato, ma anche oggi (quando potevano esserci i presupposti per un correzione della rotta). Il confronto si è sempre svolto tra Istituzioni e sindaci delle grandi città, o facendo partecipare a queste riunioni solo quelli favorevoli. Una sorta di conta della maggioranza che poteva sostenere il progetto.  Chi amministra quei Territori è stato sempre emarginato, e così avviene oggi. Piero Fassino, sindaco di Torino, ha sottolineato come  il presidente Napolitano (da Lui ben conosciuto da tempo per la sua militanza tra le stesse fila politiche) ha “interpretato il sentimento di preoccupazione che si è manifestato in molti italiani nel vedere episodi di prevaricazione, intolleranza e violenza”.  Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato (che dovrebbe preoccuparsi di offrire un servizio decente al Cittadino invece di addentrarsi in dichiarazioni grottesche) mostra tutta la decisione di voler proseguire fino al completamento dell’opera chiamando in causa l’esempio della Cina!  Cosa c’entra la Cina non è dato saperlo, ma non ci meravigliamo più di niente viste le assurde dinamiche che si sono succedute in questi ultimi tempi. Una su tutte, e lo ripetiamo, quella di non voler trovare una via alternativa che plachi la rabbia, lo scontento, la paura degli abitanti (abitanti e non terroristi!!) della Val di Susa.  Perché si deve continuare un braccio di ferro piuttosto che mostrare saggezza e cercare un momento di sintesi per unire un percorso che, se condiviso, potrebbe evitare altri momenti critici?  E’ lecito che si alzino quindi dubbi e supposizioni da mille parti. Eminenti Studiosi Universitari hanno dimostrato l’inutilità e la criticità di quest’opera; in virtù di questo (e ripetiamo, non di un Movimento di ribelli terroristi!!) perché non si può aprire un nuovo confronto?? Paura di perdere qualcosa? Magari legato ad accordi stipulati a suo tempo in sede europea?? Sia fatta dunque chiarezza!! Spendiamo volentieri anche una considerazione sulla Magistratura ed in particolare sul Procuratore Giancarlo Caselli, che abbiamo conosciuto e apprezzato in altre circostanze. Un Magistrato segue delle direttive ed il suo margine di manovra, intesa come contrattazione, non può che essere limitato sia pur con una voce importante che potrebbe farsi sentire; ma non potrebbe certo cambiare il progetto che è stato assemblato e costruito in sede e contesto politico! In questo caso ci sembra che troppi soggetti siano strumentalizzati da un volere centralizzato che è il vero responsabile delle decisioni in merito. Con il dovuto rispetto ci sentiamo di condividere con Caselli la posizione sulla non violenza, a patto che sia una presa di coscienza condivisa tra le parti e non unilaterale. Il rispetto per le Persone ci sta a cuore come poche altre cose, ed è per questo motivo che seguiamo queste vicende con estrema apprensione.

Sarà invece il presidente della Regione Piemonte Cota, a convocare una riunione con gli amministratori locali della Val di Susa; non sappiamo quanto possa risultare producente visto che lo stesso Cota afferma che sono state accolte tutte le istanze di modifica richieste dagli stessi amministratori della Zona (cosa che, ad oggi, non ci risulta sia avvenuta!). In nome della “fermezza”, quasi si trattasse di un punto preso, di un punto di orgoglio, si pronunciano la ministra Cancellieri e l’onnipresente Fornero (vero Jolly di questo governo nel quale gioca un ruolo da all-around!).  Dopo una riunione alla Provincia di Torino, le istituzioni piemontesi e i parlamentari eletti in Piemonte hanno annunciato la volontà di chiedere un incontro al presidente del Consiglio Mario Monti. Si presume che questo avvenga nei prossimi giorni.  La dinamica però continua a essere ad escludendum, cioè ogni tipo di dialogo o confronto avviene tra soggetti che perorano la causa della Tav! A tale riunione hanno infatti partecipato il sindaco di Torino Piero Fassino, l’assessore regionale ai Trasporti, Barbara Bonino, il presidente della Provincia, Antonio Saitta, e il commissario di Governo per la Tav, Mario Virano. Del resto lo stesso Monti era stato lapidario sul metodo della concertazione: “Si dialoga solo con chi dice sì”. Più chiara di così la situazione non potrebbe, ahimè, essere!

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe