Probabile voto entro 60 giorni
MILANO – Sono più di mille le persone che questa sera sono sotto il Pirellone di Milano per chiedere le dimissioni del governatore Roberto Formigoni. Una manifestazione simbolica, indetta dai consiglieri dell’opposizione del Pd, Sel, Idv, socialisti e Federazione della sinistra che hanno rassegnato le loro dimissioni dal Consiglio Regionale della Lombardia dopo gli scandali e gli intrecci con la malavita organizzata che hanno sconvolto la regione più ricca d’Italia.
Anche i consiglieri del Pdl hanno consegnato le loro dimissioni nelle mani del capogruppo Paolo Valentini, con l’obiettivo di andare alle elezioni in Lombardia in tempi rapidissimi, dove lo stesso Formigoni non sarà più il candidato, anche se il cosiddetto ‘listino’ rappresenta sempre uno scoglio da eliminare.
Intanto la Lega Nord non transige sulla sua posizione, ribadita anche oggi a Via Bellerio, perchè – come affermano gli esponenti alla regione Lombardia – “noi non abbiamo nulla a che fare con la ‘ndrangheta e con la mafia”. Quindi andare al voto subito rimane l’obiettivo principale, anche prima rispetto all’election day fissato per aprile.
“Eventualmente anche prima, a dicembre o gennaio, se davvero il Pdl intede accelerare sulla tempistisca per il voto” è il chiaro messaggio del carroccio.
Insomma se si raggiungerà il numero minimo di copnsiglieri, ovvero 41, il consiglio sarà automaticamente sciolto e Formigoni costretto a dimettersi. Così entro 45, massimo 90 giorni si potrebbe ritornare alle urne.
Un particolare che influirà anche le decisioni nella regione Lazio, la cui ex presidente Renata Polverini ancora latita sul fissare una data per le prossime elezioni. E’ così probabile che il caso Lombardia muovi le torbide acque della politica anche nella regione degli sprechi a ostriche e champagne.