Maltempo. Italia in ginocchio. Una storia che si ripete ogni anno

ROMA – Come ogni anno, è triste dirlo, ma sembra ormai quasi una ricorrenza, scatta l’emergenza alluvioni in Italia. E come ogni anno si passa poi alla conta del numero degli evacuati, degli allagamenti, degli smottamenti, degli straripamenti, delle esondazioni.  Insomma di tutti i danni causati dalle piogge torrenziali, che ormai sembrano non risparmiare quasi più nessuna regione, ma a cui dobbiamo ogni anno assistere inermi. Mai realmente è stato preso in considerazione un serio piano di prevenzione e di messa in sicurezza del territorio, preferendo invece finanziare opere costosissime ma dalla dubbia utilità.

Come sottolinea Angelo Bonelli (Verdi) infatti  “appena rispunta il sole si ricomincia a cementificare”. I Comuni, passata l’emergenza, tornano ad approvare piani regolatori  a dir poco criminali.  Si torna così a edificare lungo i fiumi e ad asfaltizzare indiscriminatamente tutto il territorio. Insomma si torna a quella che, ormai con rammarico,  potremmo definire  la nostra “normalità” tutta italiana. 

“Finché non affronteremo il vero problema dell’Italia, ogni anno, alle prime piogge invernali, saremo sempre al punto di partenza e ci ritroveremo in piena emergenza” stigmatizza Bonelli. Il nodo centrale sarebbe quindi la prevenzione, che costerebbe all’Italia un decimo meno dell’emergenza. “Ma sembra che a questo Paese non interessi, basti pensare che mentre si pianifica di investire in grandi opere il servizio geologico nazionale ha ormai più solo 7 o 8 geologi”.

La situazione quest’anno è davvero drammatica. Gli allagamenti hanno colpito la Toscana, la Liguria, l’Umbria, l’alto Lazio. Per non parlare poi del nord est dell’Italia, dove le immagini di Venezia e della zona del vicentino lasciano senza parole. Proprio a Vicenza una squadra di volontari gli “angeli del fango” si sono resi disponibili già da ieri, attrezzati di guanti e stivali, per aiutare nella pulizia di piani terra, garage e scantinati. Il Veneto è pronto a chiedere lo stato di calamità. “Abbiamo chiesto, e attendiamo dai sindaci dei territori colpiti dagli eventi di questi giorni – ha detto il governatore Luca Zaia – un puntuale monitoraggio dei danni. Andando in giro ieri per il territorio, ho constatato personalmente quanto le famiglie, le imprese, le aziende agricole e i Comuni siano stati danneggiati”. 

In Trentino, attualmente la situazione sta tornando alla normalità, ma molte famiglie sono state evacuate a causa di numerosi smottamenti. 

In Toscana, nel grossetano, la forte pioggia della scorsa notte (200 mm in alcune località) ha provocato lo straripamento dell’Albegna. Sono esondati anche i torrenti Elsa e Osa, quest’ultimo nella zona della Corte dei Butteri. La Provincia di Grosseto segnala anche “rotture sul Chiarone e sul canale allacciante di Capalbio”. Sono state attivate le procedure di sicurezza anche per il fiume Ombrone. I vigili del fuoco stanno compiendo salvataggi un po’ ovunque nella zona utilizzando i mezzi anfibi. Lungo l’Albenga, sono varie le case isolate, e  vigili del fuoco e volontari della Protezione civile  sono impegnati nelle operazioni di soccorso. Sarebbero addirittura intervenuti alcuni mezzi aerei. Anche la linea ferroviaria tirrenica è stata chiusa. Allagati scantinati, negozi e garage nel centro di Albinia (Grosseto), dove l’acqua in alcuni punti ha superato i 50 centimetri. Secondo quanto si apprende proprio ad Albinia le scuole sono state aperte per dare un riparo alle persone evacuate anche dalla abitazioni in campagna. Anche ad Orbetello circa 300 persone sono già state portate al Palazzetto dello Sport. Una donna di 73 anni di Orbetello è stata investita da un’onda d’acqua mentre era in auto. Soccorsa dal 118 è stata trasferita in gravissime condizioni all’ospedale Misericordia di Grosseto. Al momento le precipitazioni si sono fermate ma  l’emergenza non è finita, sono previste altre piogge intense su tutta la provincia nel corso della giornata.  Quindi  allerta meteo  fino alle 24.

E dopo la Liguria e la Toscana, dove solo a Massa sono stati coinvolti in vario modo, qualcosa come 5 mila abitanti, oggi è anche la volta dell’Umbria. Molte famiglie sono state evacuate nella zona di Orvieto e di Allerona a causa dell’esondazione del fiume Paglia, gente addirittura sui tetti delle case. Chiuse ovviamente tutte le scuole.  Allerta anche a Perugia. Numerosi gli allagamenti e smottamenti su molte strade comunali e provinciali: Disagi e allagamenti anche in città, nella zona bassa del capoluogo, nelle campagne (sta crescendo il livello del fiume Nestore). E’ emergenza anche  per le località che fiancheggiano il corso del Tevere, verso Todi.

Non è stato risparmiato neanche l’alto Lazio. I vigili del fuoco di Viterbo sono decollati con un elicottero per verificare la situazione del fiume, le cui acque si sono pericolosamente innalzate durante la mattinata. Completamente allagati alcuni tratti di Montalto Marina e di Tarquinia Lido. 

A Roma, per l’innalzamento del livello delle acque del Tevere, i Vigili del Fuoco, su disposizione della Protezione civile, hanno chiuso gli accessi alle banchine in tutto il tratto urbano del fiume che attraversa la Capitale.

Danni ingenti, si parla di milioni di euro, al settore agricolo. Questo è infatti quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti. Sono centinaia le aziende agricole finite sott’acqua tra Toscana, Veneto, Umbria e Lazio. Lo straripamento dei fiumi e la pioggia intensa,  le frane e gli smottamenti  hanno colpito vigneti, serre, stalle e ortaggi. L’Italia sta quindi pagando il prezzo di una mancanza di politica territoriale. Non si è   fatto altro che  favorire l’abbandono dell’agricoltura a vantaggio invece della sola cementificazione. 

Secco e duro è stato il giudizio del presidente di SEL Nichi Vendola, che intervistato questa mattina su Radio 1, in relazione all’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia, ha commentato in questi termini:  “Il meteo dice molto più della politica sullo stato dell’arte del Paese, un Paese fragile, fradicio. Bisognerebbe mettere al primo punto di un’agenda di Governo un piano di manutenzione, di sicurezza, di cura del territorio e delle sue ferite. I soldi si devono trovare: perché sennò ci sono i soldi per comprare i cacciabombardieri o per bucare la montagna?”. 

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