La terra di nessuno

ROMA – Scrivo nelle ore che precedono il confronto tv, su Sky, tra i cinque candidati alle primarie del centrosinistra.

E scrivo con la speranza che questo dibattito e la partecipazione alle primarie del 25 novembre abbiano dimensioni tali da travolgere il GPTT, il Grande Partito Trasversale dei Tecnici. La manovra, i cui rischi avevamo segnalato da mesi -ragion per cui sarebbe stato salutare per l’Italia votare in questo autunno-, è oramai diventata una strategia aperta. Pierferdinando Casini, Angiolino Alfano, Roberto Maroni -quest’ultimo ritagliandosi il comodo ruolo di oppositore dei tecnici- lavorano col sostegno di tanta parte dei media, dei poteri economici e finanziari e di ambienti nazionali, perché non ci sia una maggioranza politica alle elezioni, e perché si imponga la prosecuzione innaturale (magari sotto la minaccia  di nuove impennate dello spread) di un governo tecnico, presieduto da Mario Monti. Monti stesso rompe gli indugi e sceglie la linea più insidiosa: dice di avere più consenso dei partiti (leggi: del Partito Democratico), rifiuta di candidarsi alle elezioni che sono in democrazia l’unico misuratore del consenso, e infine conclude dicendo che se i partiti (leggi: il Partito Democratico) non ce la fanno, è disponibile. Si sacrifica a governare senza farsi eleggere dal popolo!

Ci aspettiamo dal Quirinale , che ha avuto il grande merito di impedire lo sprofondamento del Paese lo scorso anno, e di gestire in modo indolore la fuoriuscita di Silvio Berlusconi, parole chiare su questo punto. Nelle ultime settimane in troppi -dall’area centrista, ai moderati del PD, agli ambienti più vicini al Presidente del Consiglio- hanno accreditato l’idea che Giorgio Napolitano sia ostile a un Governo politico, magari guidato da Pierluigi Bersani, e che sia favorevole a un Monti-bis. Conosciamo troppo bene l’esperienza, l’equilibrio e il senso delle istituzioni del Presidente della Repubblica per sapere che si tratta di tentativi goffi di forzare la mano. Ma proprio per questo, con la stessa nettezza con cui Napolitano ha difeso principi costituzionali, oggi dal Quirinale, rispetto all’offensiva volta a impedire la vittoria del centro-sinistra e un Governo politico, ci si aspetta una decisa difesa delle prerogative degli elettori, di quelle del Parlamento e del ruolo di una politica che sceglie di rinnovarsi, anche attraverso le primarie.
Ecco perché spero che, dopo il dibattito tv fra i candidati, scatti nell’opinione pubblica democratica una molla per sbarrare la strada alla vera anti-politica, che non è quella del comico genovese, ma è quella del GPTT. Iscriversi alle primarie e andare a votare in modo massiccio è un formidabile antidoto democratico.

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