L’aula della Camera voterà domani pomeriggio la prima delle tre fiducie che il governo pone sulla legge elettorale. Le altre due saranno votate giovedì. Si apprende dalla conferenza dei Capigruppo di Montecitorio.
Arrivano i primi sì della Camera all’Italicum. Le eccezioni di costituzionalità presentate delle opposizioni sono state respinte. Si è votatto a scrutinio segreto come chiesto da Forza Italia. Le eccezioni sono respinte con 384 voti contrari e 209 a favore. L’aula di Montecitorio vota su quattro pregiudiziali di costituzionalità (presentate da Fi, Lega, Sel e M5S), tre questioni di merito (Sel, N5S, Fi) e una questione di sospensiva (Fi).
Governo pone fiducia e scoppia il caos
ROMA – “A nome del governo pongo la questione di fiducia”, Con queste parole pronuciate in Aula dal ministro delle Riforme Maria Elena Boschi è scoppiato il caos. Le parole del ministro, infatti, sono state accolte da un boato delle opposizioni.
Ma non solo. I deputati di Sel hanno lanciato dei crisantemi perchè, come ha detto il capogruppo Arturo Scotto, la decisione del governo di porre la questione di fiducia sull’Italicum e’ “la morte della democrazia”. La presidente Laura Boldrini ha subito ripreso i deputati di Sel, invitandoli a togliere i fiori e chiedendo ai commessi di intervenire. “Non ci abituiamo all’idea che si metta fiducia su una legge di rilievo costituzionale e a servire una maggioranza che ha raggiunto livelli di tracotanza inaccettabile, perché le regole vanno scritte insieme. Voi trattate questo Parlamento come una sezione del Partito democratico per regolare conti interni alle spalle del Paese”, ha tuonato Scotto, replicando alla richiesta di fiducia del governo sull’Italicum.
Pippo Civati, nel frattempo, fa sapere che non voterà la fiducia. “Se Berlusconi avesse messo la fiducia ora sarei in piazza a fare i girotondi”, dice Civati. “La fiducia l’aveva messa De Gasperi nel ’53 con la legge chiamata ‘truffa’, che era meglio dell’Italicum. Incredibile”, rincara. L’esponente della minoranza Dem conferma le sue critiche e avverte che “e’ un passaggio drammatico, non solo per me” e, sempre dai microfoni di La Zanzara su Radio 24, torna ad evocare cosi’ uno ‘strappo’ piu’ definitivo: “Se non vado via io, mi cacceranno loro. Ma preferisco andare via. Vediamo, aspettiamo qualche giorno”. “Con l’Italicum – riprende – abbiamo messo tutto alla rinfusa: nomine bloccate, le preferenze che scattano solo per chi vince perche’ chi perde ha solo i nominati e altre cose. Si’, si potrebbe chiamare ‘Obbrobrium’, non e’ male come definizione. E’ una legge che sbilancia il sistema e mortifica il Parlamento. Tra qualche anno ne diremo il peggio. Ha messo insieme pezzi diversi: quello francese, uno tedesco, uno inglese”.
Posizione più cauta per Gianni Cuperlo. “E’ uno strappo ingiustificabile”, ora “valuteremo cosa fare”. “C’erano tutte le condizioni per affrontare la discussione dell’aula, di migliorare semmai la legge. Si e’ scelta la strada opposta : di precludere la discussione nel luogo deputato con un voto di fiducia che naturalmente impedisce che si determini questa possibilita’”. “In questi giorni molto spesso si sono citati precedenti storici, ma nel caso della legge truffa – ricorda Cuperlo – l’opposizione comunista deposito’ migliaia di emendamenti e la fiducia servi’ a superare un ostruzionismo che in questo caso non c’e’. Complessivamente c’erano solo un centinaio di emendamenti e si poteva concentrare la discussione sui temi di merito”. Per Cuperlo “e’ uno strappo che ritengo che non vada letto come un elemento di forza e determinazione ma rischia di essere un elemento di debolezza anche perche’ non aiutera’ a stabilire un clima positivo tra le forze politiche, tra maggioranza e opposizione”.
Protesta anche dal M5S che dai loro banchi urlano Fascisti!”. Maurizio Bianconi di Fi urla “Vergogna!” ed è richiamato all’ordine dalla presidente Boldrini che fatica non poco a mantenere l’ordine.
Si allontana dall’Aula di Montecitorio furente anche Maurizio Bianconi, deputato ‘ribelle’ di Forza Italia. E ne haper tutti, dopo che il governo ha posto la questione di fiducia sull’Italicum. Insulti irripetibili diretti alla ministra Maria Elena Boschi, ‘rea’ di aver messo materialmente la fiducia. Poi sbotta diretto al governo: “branco di maiali, infami e rottincu…Vergogna!”.
Il collega azzurro Pietro Laffranco tenta di rincuorarlo, ma con una battuta infelice vista la presenza dei cronisti: “Dai, non fare così. Meglio la fiducia, si lavora di meno…”. “Non consentiremo il fascismo renziano”, urla il capogruppo di Fi Renato Brunetta. E poi: “Faremo di tutto per impedirlo, dentro e fuori questa Aula. Non consentiremo che questa Aula sia ridotta a un bivacco di manipoli renziani”. Renzi dal canto suo fa sapere che intende andare avanti: “Dopo anni di rinvii noi ci prendiamo le nostre responsabilità in Parlamento e davanti al Paese, senza paura”, scrive su Twitter. E infine: “La Camera ha diritto di mandarmi a casa”.
Critico anche Beppe Grillo che scrive nel suo blog: “Scempio fiducia Italicum: nessun segnale da Mattarella. Dopo moniti di Napolitano, l’estrema unzione silenziosa del Quirinale. Eia eia alalà”. Gli fa eco Luigi Di Maio: “Infrangono ogni regola, ma la pagheranno. Ho visto facce frustate nella maggioranza, vedremo chi avra’ il coraggio di ribellarsi e chi decidera’ di restare attaccato alla poltrona”.
Alle 16 si terrà la conferenza dei capigruppo della Camera, in seguito all’annuncio del governo di porre la questione di fiducia sulla elegge elettorale. Lo ha detto la presidente della Camera, Laura Boldrini, in aula.