Monti: “non mi candido. Non usate il mio nome, ma se mi candidate …”

Quasi due ore di conferenza stampa del professor Monti, presidente del Consiglio dimissionario, una lunga introduzione, risposte alle domande dei giornalisti spesso evasive, altre da interpretare, da tradurre per i comuni mortali. Una sala piena non solo di giornalisti italiani e stranieri ma anche di quasi tutti i ministri, seduti in prima fila. 

Una cosa certa: è pronta quella che è stata definita l’agenda Monti e che l’autore, con la collaborazione anche di alcuni ministri, leggi Riccardi in primo luogo, ha messo a punto per quanto riguarda il futuro.  Ha un titolo: “Cambiare l’Italia, cambiare l’ Europa”. Un’agenda che viene messa a disposizione di tutte le forze politiche, “erga omnes”, afferma, senza preclusioni nei confronti di nessuno. Anche del Pdl gli viene chiesto? Risponde affermativamente, ma da come fa barba e  capelli con Berlusconi si capisce che è solo un proforma. Seconda certezza: dice che non si schiera con nessuno, parole rivolte ai centristi e al Pd. Poi però precisa che non sarà candidato in nessun collegio elettorale in quanto senatore a vita. Precisa ancora . “A chi gli chiede se darà il suon nome a qualche lista risponde  che “è contrario alle liste personali”, in questo  viene incontro positivamente a quanto gli aveva chiesto Bersani. “Non ho pensato a questa cosa – prosegue – mi interesserebbe di più che l’agenda Monti, servisse a fare chiarezza, magari a unire gli sforzi”. Ed arriva alla sostanza. “Se qualcuno riterrà di richiamarsi a queste idee non mi sottrarrò ad essere un punto di riferimento, di guida”.  Da qui a passare alla sua possibile candidatura a presidente del Consiglio il passo è breve. Lui non si candida, ma se “una o più forze politiche, con credibile adesione alla mia agenda manifestasse il proposito di candidarmi a presidente del Consiglio, valuterei la cosa. A nessuno si può impedire di fare questo e a nessuno diverso da me si può dare la decisione se io sarei disponibile o no. Verificate tante condizioni, sì. La sua “alzata” in politica, se ci sarà un voto del Parlamento, può significare  la sua accettazione di fare il presidente del Consiglio.  Una delusione per Montezemolo, Casini, Riccardi, insomma i centristi, che vorrebbero utilizzare il suo nome.

Un duro attacco alla Cgil definita arcaica

Al tempo stesso, avendo ascoltato i punti di fondo dell’agenda, difficilmente questo memorandum potrebbe essere approvato dal Pd e dalla coalizione di centro sinistra. Le linee programmatiche enunciate dal professore per quanto riguarda il lavoro, sono in netto contrasto con quanto previsto dalla carta di intenti del centrosinistra. Non solo Monti ha portato un duro attacco alla Cgil, ha definito “arcaico” il più grande sindacato italiano, ha ribadito il suo intento di smantellare la contrattazione nazionale come aveva fatto a Melfi quando ha intessuto gli elogi di Marchionne, ricambiato. Ha  detto addirittura che non ha visto lavoratori fuori dai cancelli della fabbrica. “Forse sono entrato da un altro cancello”. Ai cancelli a distribuire volantini c’era anche il segretario generale della Fiom. L’altro aspetto della conferenza stampa è stato rappresentato dall’attacco a Berlusconi, ad Alfano e al Pdl, le cui posizioni sono all’origine delle dimissioni anticipate.

“Faccio fatica a seguire il pensiero di Berlusconi”

Nei confronti di Berlusconi ha  espresso “apprezzamento e sbigottimento”. Apprezzamento per quanto  riguarda l’avere operato insieme a Pd e Udc per  far nascere il suo governo. Sbigottimento perché  due o tre giorni dopo avergli chiesto di  guidare schieramento dei moderato candidandosi a presidente del Consiglio  ha detto che “il  mio governo ha provocato disastri, non ha fatto niente, nessuna riforma”. “Faccio fatica –  dice-  a seguire la linearità del pensiero di Berlusconi. Un quadro di comprensione mentale che a me sfugge, un diverso modo di  intendere il servizio che siamo chiamati a svolgere per il Paese”. E rivolto ad Alfano riferendosi al discorso in cui il segretario del Pdl ha, di fatto, sfiduciato il governo  ha affermato che “pesano anche sulla vita delle persone, più per la gravità di chi le pronuncia  che di chi li ascolta”. Una “sostanziale sfiducia”, afferma ed è di fatto un segnale preciso di rottura con il Pdl.

Entrando nel merito dell’operato del governo Monti ha affermato: “L’emergenza finanziaria è stata superata. Gli italiani possono di nuovo sentirsi cittadini del’Europa a testa alta”. “Il nostro governo – ha spiegato – dal primo all’ultimo giorno è stato ispirato all’imparzialità, nell’interesse del Paese, nei confronti di ciascuna delle tre parti protagoniste ed è ancora più grave ritenere che il governo si sia piegato verso una delle parti, il pd, che non il giudizio sulla cattiva qualità del suo lavoro”.

Riprendendo poi i temi dell’agenda  ha sottolineato che I problemi del Paese, a partire dalla crescita e l’occupazione per finire alle riforme istituzionali, richiedono “spalle larghe” e quindi “una maggioranza abbastanza vasta in Parlamento” per affrontarle. 

Per quanto riguarda i temi della giustizia “Sulla giustizia, occorre un rafforzamento della disciplina del falso in bilancio, un ampliamento della disciplina sul voto di scambio, un trattamento in materia di prescrizione, una disciplina sulle intercettazioni e una più robusta disciplina sul conflitto d’interessi”. Sempre parlando di giustizia Monti ha sferrato un nuovo attacco al Pdl: “Sono da sempre stato convinto che siano meglio leggi ad nationem che leggi ad personam”.

Sul costo della politica ha aggiunto: “Il più grande costo della politica non è tanto quello di festini, irriguardosi di ogni dignità, e che determinano lo screditamento della politica quando c’è invece bisogno del suo rafforzamento, ma le decisioni non prese o quelle prese per interessi di breve periodo” .

Per quanto il tema della crescita ha sottolineato che: “La crescita, che non può continuare in modo così penoso e negativo, può venire da una politica degna e forte, che non senta la necessità di correre a nascondersi, di fare promesse per acquisire consensi elettorali, questa è la peggiore forma di voto di scambio, che svenda il futuro dei giovani italiani per farsi rieleggere. O anche solo per adesione cieca a ideologie, magari nobili in passato, ma perniciose oggi visto com’è cambiato il mondo”. 

La riforma del mercagto del lavoro frenata dalla Cgil

Tra gli attacchi alla Cgil ha parlato della riforma del mercato del lavoro  “che pure è ritenuta all’estero una buona riforma è stata frenata – così come l’accordo sulla produttività da una sola delle confederazioni sindacali”, ha detto il premier riferendosi alla Cgil. Ha detto inoltre che occorre trovare una sintonia tra istituzioni imprese e sindacati basata sulla volontà di riforme, “rompere quindi una catena che inchioda al passato” e riferendosi ancora chiaramente alla Cgil e anche al Pd e alla sinistra ha chiarato che sono “arroccate a forme di tutela nell’interesse dei lavoratori ma  che hanno sortito l’effeto opposto a quello voluto”.

Riguardo l’Imu Monti ha affermato: “Chi ora dice di volere togliere l’Imu deve sapere che questo significa essere costretti a ripristinarla, doppia, un anno dopo”. “L’Imu non la sbandiero come una bellezza” ma  “in quasi tutti paesi esiste una tassazione sulla prima casa”. E’molto attraente – ha ribadito – presentare la possibilità di non averla,  ma mi auguro che, chiunque governi, le circostante siano più distese da un punto di vista finanziario. noi non abbiamo aumentato le tasse e messo l’imu” per fare “una politica anticiclica, ma per farci sopravvivere in condizioni di emergenza”.

“In Europa ora andiamo a testa alta”

Parlando dell’Europa, del ruolo svolto dall‘Italia che ha recuperato credibilità ed oggi , a differenza di un anno fa può camminare a testa alta, Monti ha sottolineato che chiunque sia  al governo del paese non può sottrarsi alle linee guida   espresse dalla Ue  per quanto riguarda la politica economica, quella fiscale. Bisogna operare – ha affermato – come è stato fatto da noi per  far evolvere la situazione,il quadro delle regole, senza battere i pugni sul tavolo, ma con un lavoro paziente. Per quanto riguarda lo spread risponde agli attacchi di Berlusconi secondo cui la diminuzione del differenziale fra titoli italiani e bund tedeschi è dovuto alla emissione di titoli da parte della Bce replica che anche quando governava Berlusconi la Bce aveva emesso titoli  ma lo spread  era salito. “Non dissipare, non disperdere quanto è stato fatto da questo governo – ha sottolineato. Sia in campo nazionale sia in quello europeo e internazionale. Infine a più riprese, rispondendo a domande dei giornalisti, ha affrontato il rapporto con Bersani, il centrosinistra. Un terreno scivoloso. Più in generale, nel rapporto con le forze politiche, ha auspicato uno “spacchettamento”, anche nel Pd ed ha fatto riferimento al professori Ichino che ha dichiarato di non ricandidarsi. 

Il quale Ichino, ha detto di condividere le posizioni espresse dal premier dimissionario e di essere disponibile, se richiesto, a candidarsi  in una lista che sostenga l’Agenda Monti nella circoscrizione di Milano, anche come capolista. Ovviamente senza passare per il giudizio degli elettori come previsto dalle primarie del Pd, cosa che non gli era gradita. Seguono Ichino quattro parlamentari del Pd – Benedetto Adragna, Lucio D’Ubaldo, Giampaolo Fogliardi e Flavio Pertoldi – che lasciano il partito per aderire all’agenda Monti.  Adragna, senatore questore, dice: “Ci auguriamo un percorso comune con il Professore.Per quanto mi riguarda Con la fine della legislatura cessa il mio impegno nel Pd”.

Tra le forze che sosterranno l’agenda Monti non ci sarà invece Sel, “la risposta l’ha data lo stesso Vendola ieri”, ma potrebbe esserci il Pd: “È diritto di Vendola chiedere a Bersani di prendere le distanze dall’Agenda Monti, è diritto di Bersani riflettere se aderire”. “sui temi del lavoro è Vendola il conservatore”. Alla domanda poi su quali possano essere i confini dello schieramento a sostegno dell’Agenda Monti, in particolare tra Vendola e Bersani, il premier ha dunque risposto: “Il presidente Vendola è sempre una persona che si ascolta e si legge con interesse, ha detto di me che sono un liberale conservatore. Liberale sì, conservatore credo sia lui sotto molto profili: non nell’aspetto che lo connota e positivamente per la cura dei temi ambientali, ma credo che per quanto riguarda i temi del lavoro le forze conservatrici siano altre…”. Insomma, la risposta l’ha data Vendola ieri, quando ha chiesto, e non è la prima volta, a Bersani di prendere le distanze dall’agenda Monti. È diritto di Vendola chiederlo, è diritto di Bersani riflettere se aderire”. 

 

 

 

 

 

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