Monti non ne parla, 520mila in cig. Persi dai lavoratori 8 mila euro a testa

Nell’anno passato un miliardo e 90 mila ora di cig..In 5  anni 4,4 miliardi  

ROMA – La Cgil è ormai bersaglio costante non solo del Pdl ma , forse ancora di più, di Monti, delle liste alleate a partire dall’Udc. Il premier dimissionario in ogni suo intervento addebita alle “ forze conservatrici”, Cgli, Fiom in particolare, e poi  gli “ estremisti “del Pd , leggi Stefano Fassina, Nichi Vendola, la responsabilità di non aver consentito al suo governo di adottare provvedimenti per la crescita. Il professore on una delle sue tante comparsate televisive evita perfino di usare la parola sindacato e parla di  forze “ politico-sociali” con chiaro riferimento alla Cgil  accusata di non difendere i lavoratori, ma di fare politica. Ma nell’agenda Monti non c’è alcuna concreta indicazione per quanto riguarda il lavoro.  Non solo, si accettano passivamente le politiche della Ue proprio mentre all’interno delle stesse strutture europee   si apre una riflessione sugli errori  commessi, su scelte che hanno guardato solo al rigore e sui drammatici effetti che hanno prodotto per quanto riguarda l’occupazione.  Auitocritiche  che vengono non da  “bolscevichi” alle porte, ma da autorevolii esponenti del Partito popolare, come Juncker,presidente dell’Eurogruppo. Dallo stesso Fondo monetario internazionale è partita una significativa revisione, si parla di “ errori di valutazione” sull’impatto negativo che le misure indicate hanno avuto sulla occupazione..

 Del tutto refrattario Monti, e i suoi alleati da Montezemolo a Casini ai falchi di Confindustria come Bombassei. Ma i “ numeri “della crisi parlano chiaro, espongono una situazione drammatica, una caduta dell’occupazione che sembra non aver fine. L’Osservatorio  della Cgil  elaborando i dati relativi alla cassa integrazione resi noti dall’Inps , nel rapporto dicembre 2012, rende noto che “poco più di 520 mila lavoratori in cassa integrazione a zero ore (ben oltre il milione se consideriamo il 50% del tempo lavorato) per un totale nel 2012 di un miliardo e novanta milioni di ore di cig. Lavoratori costretti così a rinunciare a 8 mila euro in busta paga, pari a un taglio complessivo di 4,2 miliardi di euro al netto delle tasse”. Questo in estrema sintesi il bilancio degli effetti determinati dalla crisi sullo scorso anno,il secondo peggiore, dietro soltanto al 2010, degli ultimi trentadue, ossia dal 1980 anno di inizio delle serie storica.

Lattuada ( Cgil). Il sistema produttivo letteralmente frantumato

 Commenta Elena Lattuada,segretario confederale della Cgil: “ Si tratta di numeri che descrivono un sistema produttivo letteralmente frantumato dagli effetti della crisi e dalla cecità di chi prima ha negato e di chi poi non ha agito. Così come la condizione di centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori è di grandissima sofferenza”. Per la dirigente sindacale “serve un’opera di ricostruzione, che deve partire dal lavoro: sarà questo il compito del prossimo governo”. Per quanto riguarda la Cgil, fa sapere Lattuada: “Noi non ci sottrarremo alle responsabilità e faremo la nostra parte presentando, alla conferenza di programma di fine gennaio, un ‘Piano del Lavoro’, perché solo il lavoro può dare al Paese una prospettiva di sviluppo e di crescita”. Si tratta del secondo Piano del Lavoro che fa seguito a quello elaborato negli anni del dopoguerra dalla Cgil di  Giuseppe   Di  Vittorio. Se il professor Monti fosse più attento alla storia del nostro Paese e al ruolo che ha avuto la Cgil forse eviterebbe di dire tante sciocchezze e di fare accuse prive di senso.   Partendo dai dati di questi ultimo anni la Cgil traccia un bilancio di cinque anni di crisi , da quando  gli effetti della crisi finanziaria scoppiata nell’estate del 2007 si sono riversati sull’economia reale negli ultimi quattro mesi del 2008. Il totale di ore di cassa integrazione registrate a partire dal 2008 per arrivare al 2012 è di circa 4,4 miliardi di ore, così suddivise in dettaglio: nel 2008 si sono registrate 188.821.707 (ma con una poderosa crescita a partire dall’ultimo quadrimestre dell’anno con 87.396.558 di ore registrate); per il 2009 la cig ha raggiunto le 918.146.733 ore richieste; nel 2010, con l’introduzione della cassa in deroga, si è toccato il picco con 1.203.638.249; e, infine, il 2011 si è chiuso con 953.506.796 ore. Ecco quindi che con 1.090.654.222 di ore richieste nel 2012 il totale di questi ultimi 5 anni di ore di cig richieste è di 4.354.767.707.Qiuesti sono i risultati della politica liberista. Del resto lo stesso Draghi ha ammesso che le ,misure fino ad oggi adottate hanno avuto riflessi positivi per quanto riguarda il mercato finanziario ma  non per l’economia reale.

Le causali delle richieste di cassa integrazione

Vediamo  dal rapporto Cgil i dati relativi alle ore  di cassa integrazione complessive, richieste e autorizzate, lo scorso anno.  Hanno sfiorato il picco record del 2010 assestandosi a 1.090.654.222 di ore con un aumento sull’anno precedente del +12,07%. Nel dettaglio, scorporando le ore di cassa integrazione tra ordinaria (cigo), straordinaria (cigs) e in deroga (cigd), questi i numeri segnati lo scorso anno: 335.603.725 per la cigo (+46,25%), 400.284.270 per la cigs (-5,53%), 354.766.227 per la cigd (+10,87%). Per quanto riguarda la cigs sono in leggero calo  il d numero di aziende che  hanno fatto ricorso ai decreti di cassa integrazione straordinaria. Lo scorso anno si sono registrati infatti 6.191 decreti con un -9,59% sull’anno precedente che riguardano 11.024 unità aziendali territoriali, in sul dato del 2011 per un +2,62%. Nel merito delle motivazioni, i ricorsi per crisi aziendale, seppure in calo del -14%, sono con 3.447 decreti, pari però al 55,68% del totale. Registrano un aumento i ricorsi al contratto di solidarietà: sono 1.556 per un +5,56% sul 2011, sul totale dei decreti la percentuale è del 25,13%. Se rimane pressoché invariato il dato sulle domande di ristrutturazione aziendale (240 per un -0,42%), pari al 3,88% del totale, calano ancora quelle per la riorganizzazione aziendale che sono 268 per un -10,37%, ovvero il 4,33% del totale. “Gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento delle aziende – spiega il rapporto della Cgil – nell’insieme non migliorano e rappresentano solo l’8,21% del totale dei decreti, mentre il totale complessivo dei decreti ha raggiunto il numero delle aziende coinvolte nel 2011, con un aumento nelle unità aziendali territoriali coinvolte”.

Pesante il bilancio nelle regioni del Nord

Pesante il bilancio per le regioni del nord in termini di ricorso alla cassa integrazione nel 2012. Dal rapporto della Cgil emerge che al primo posto per ore di cig autorizzate c’è la Lombardia con 238.363.723 ore che corrispondono a 114.159 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 143.184.093 ore per 68.575 lavoratori e il Veneto con 102.866.768 ore di cig autorizzate per 49.266 lavoratori. Nelle regioni del centro primeggia il Lazio con 85.962.185 ore che coinvolgono 41.170 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Puglia la regione dove si segna il maggiore ricorso alla cig con 62.778.930 ore per 30.067 lavoratori.

Il settore meccanico il più colpito
 
Dati settori 2012 – Si conferma ancora una volta la meccanica il settore dove si è totalizzato il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione nel corso dall’anno passato. Secondo il rapporto della Cgil, infatti, sul totale delle ore registrate da gennaio a dicembre 2012, la meccanica pesa per 349.766.585, coinvolgendo 167.513 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 169.031.098 ore di cig autorizzate per 80.954 lavoratori coinvolti e l’edilizia con 107.221.123 ore e 51.351 lavoratori.
Occupazione e lavoratori in cig 2012 – Per quanto riguarda i lavoratori coinvolti, considerando un ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (26 settimane), sono risultati essere 1.004.688 i lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 52 settimane lavorative, si è determinata un’assenza completa dall’attività produttiva per 522.344 lavoratori, di cui 190 mila in cigs e 170 mila in cigd. Dai calcoli dell’Osservatorio cig si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig abbiano perso nel loro reddito 4 miliardi e 200 milioni, pari a 8 mila euro (sempre al netto delle tasse) per ogni singolo lavoratore.

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