Processo Ruby, i giudici: “andrà avanti”. Bocciata la richiesta di sospensione

 MILANO – Il processo Ruby andrà avanti. Bocciate le due richieste di sospensione del dibattimento formulate dalla difesa di Silvio Berlusconi.

Sono servite ben quattro ore di camera di consiglio ai giudici del Tribunale di Milano per prendere una decisione. Nessuna sospensione, dunque, fino al voto di febbraio per motivi elettorali. Per i giudici milanesi “non ci sono le condizioni per sospendere il processo a causa della campagna elettorale perché Berlusconi non risulta formalmente come candidato premier”. Respinta, contestualmente, anche la richiesta di legittimo impedimento dell’ex premier per la giornata di oggi visto che, sempre secondo i giudici, ” l’assenza in aula di Berlusconi dipende da una sua scelta personale perché la partecipazione alla riunione di partito non rientra nell’attività parlamentare”. Accolte in pieno, invece, le richieste del Pubblico ministero, Ilda Boccassini, che si era fermamente opposta alla proposta avanzata dai legali del Cavaliere. “Silvio Berlusconi  – aveva detto la Boccassini nel chiedere il rigetto – non è il segretario politico nazionale del partito, perché è Alfano, e non è nemmeno il candidato premier”. La Boccassini ha chiesto, altresì, l’acquisizione delle interviste dell’8 gennaio scorso su La7 in cui Silvio Berlusconi negava di aver mai detto che la ragazza marocchina era la nipote del leader egiziano Mubarak. La difesa Berlusconi, nella persona dell’avvocato Ghedini, ha chiesto a livello di nuove prove di citare Cristiano Ronaldo, Gerge Clooney, la mamma di Ruby e un altro testimone. Il pm Ilda Boccassini si è opposto alla citazione di nuovi teste della difesa. Gli avvocati Ghedini e Longo, a quel punto,  si sono opposti all’acquisizione dell’intervista di Berlusconi con Lilly Gruber “perché si tratta di parole che non hanno alcun valore probatorio dal momento che il presidente ha già reso ampie dichiarazioni spontanee il aula”. I giudici, in ordine a tutte le richieste di nuove prove, si pronunceranno nell’udienza del prossimo 21 gennaio. Possibile ora che il processo, in cui Silvio Berlusconi è accusato di concussione e prostituzione minorile, arrivi presto a sentenza. Non ci sono, infatti, più testi da sentire. Neanche Karima El Mahroug, meglio conosciuta come Ruby. La giovane marocchina avrebbe dovuto essere escussa stamattina, ma per un accordo tra accusa e difesa non è stata sentita in aula come testimone e parte offesa. Così, accompagnata dal fidanzato Luca Risso e dal suo legale, ha lasciato subito dopo il tribunale. Come aveva chiesto la difesa del Cav questa mattina, saranno comunque acquisiti  i verbali delle dichiarazioni rese da Ruby agli inquirenti. Immediate – e non poteva essere altrimenti – le reazioni politiche. Il Pdl, attraverso la voce del segretario Angelino Alfano, grida allo scandalo e parla di giustizia usata “per fini politici” e di volontà da parte dei giudici di Milano di “entrare a gamba tesa nella campagna elettorale”.

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