Banche. Doppia beffa per i terremotati in Emilia

ROMA – Si può definire come una vera e propria doppia beffa quella che si sta svolgendo in Emilia Romagna ai danni di migliaia cittadini dei 104 comuni terremotati.

A dicembre è terminato il periodo di sospensione dei mutui concessa dal Governo alle famiglie residenti in queste aree e alcuni istituti bancari hanno applicato degli interessi per il periodo di sospensione le rate sospese, distribuendo quindi la quota interesse con un nuovo piano di ammortamento sul restante periodo di pagamento del mutuo stesso. Si tratta di una situazione profondamente ingiusta: in questo modo i cittadini non solo devono sostenere costi notevoli per la ricostruzione e affrontare una condizione di grave disagio per via delle abitazioni danneggiate (e lo stesso vale per molte imprese) ma si vedono anche costretti a pagare un mutuo gravato da interessi aggiuntivi.
Da una parte, quindi, c’è il crollo dei mutui al livello nazionale: nel 2012 è stato registrato un calo del -42% rispetto all’anno precedente. Inoltre bisogna considerare che in Italia sui mutui viene applicato un tasso medio del 4,88%,nonostante il tasso euribor sia ai minimi. Quindi i proprietari di case danneggiate o in cassa integrazione o disoccupati a causa del terremoto che stanno sostenendo un mutuo non solo devono affrontare i costi di riparazione dell’abitazione ma si vedono applicare un ulteriore interesse su un tasso già di per sé superiore alla media europea (pari al 3,49%).
Stando alle segnalazioni che ci sono pervenute, in alcuni casi il nuovo piano di ammortamento porta un aggravio che può raggiungere i 3.000 Euro!
Il fatto che sia possibile percorrere una strada alternativa è dimostrato dal fatto che altri istituti bancari hanno invece deciso di bloccare i mutui mantenendo gli interessi concordati, prolungando il pagamento per un periodo uguale a quello della sospensione senza ulteriori oneri.

L’applicazione di interessi aggiuntivi è inaccettabile e Federconsumatori sta già studiando opportune forme di denuncia e di intervento. Intanto chiediamo agli istituti di credito in questione di modificare le condizioni vessatorie imposte alle famiglie emiliane e invitiamo l’Abi ad intervenire quanto prima, promuovendo prima di tutto un incontro tra le parti e le regioni commissarie straordinarie.

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