Fassina: “L’ambiente è una straordinaria opportunità di occupazione”

ROMA – “L’ambiente è una straordinaria opportunità per l’occupazione.

Per cogliere questa opportunità, che darebbe una immediata risposta ai tanti giovani che cercano lavoro e una boccata di ossigeno alla nostra economia, serve consentire ai comuni, alle provincie e alle regioni di spendere quelle non poche risorse che ora sono bloccate in cassa dal patto di stabilità” così Stefano Fassina responsabile economico del PD nelle conclusioni del dibattito promosso dal Forum lavoro del PD su “Ambiente è Lavoro”.  Fassina ha poi proseguito affermando come sia urgente  “modificare la politica del rigore del Governo Monti per impedire che continui a produrre ulteriori danni. E’ necessaria  una politica economica e industriale in Italia ed in Europa che incentivi gli investimenti nella green economy per favorire una ripresa sana, duratura, capace di creare buona occupazione e rendere le nostre imprese più competitive sul mercato internazionale”. Fassina ha  anticipato che una delle prime iniziative del PD al governo sarà un programma per il 2020 simile a Industria 2015, promosso da Bersani come Ministro dell’industria, esteso anche ai servizi e all’agricoltura.
Lo stesso Ministro dell’ambiente Corrado Clini, che nel suo intervento ha passato in rassegna i principali dossier che lascia al prossimo Governo, ha dichiarato “E’ inammissibile che anche di fronte a catastrofi naturali, come quelle di Messina, Genova e delle Cinque terre, i Comuni non possano utilizzare le loro risorse”.
Questa, in estrema sintesi, è quanto emerso dal  dibattito con i rappresentanti  del mondo sindacale, dell’impresa dell’associazionismo ambientalista. La discussone, che si è sviluppata sul tema “Ambiente e Lavoro”, è stata molto intensa, ricca di proposte e stimoli.   Una discussione che ha smentito innanzitutto il luogo comune che vuole che in campagna elettorale non si possa parlare di merito e, nello stesso tempo, che il PD sia tiepido sui temi ambientali.
Dall’incontro è emerso invece la ricchezza delle proposte e priorità programmatiche del PD  e su cui si sono soffermati, nei loro interventi di apertura, Emilio Gabaglio presidente del Forum lavoro e Sergio Gentili coordinatore del Forum ambiente. Nei loro interventi hanno argomentato, in particolare, come sarà possibile superare le difficoltà che sta incontrando il nostro sistema economico se sapremo realizzare una progressiva e graduale trasformazione del nostro sistema produttivo in un sistema più equo ed ecologicamente sostenibile attraverso un massiccio impegno nella ricerca e nella innovazione di beni e consumi. Un impegno a 360 gradi: dall’energia al recupero di materie prime, dalla sicurezza ambientale alle politiche urbane, dall’edilizia alla siderurgia, chimica, tessile, all’agricoltura.
A conferma di come questa sia la strada giusta e di come nel Paese vi sia un importante numero di imprese che hanno già scelto l’innovazione ecologica per competere sul mercato,   è intervenuto  Edo Ronchi che ha fatto il punto e presentato le proposte degli Stati generali della Green economy mettendo in evidenza i principali ostacoli che incontrano le imprese  e e le proposte per superarli a partire da una politica industriale e del credito di sostegno alle imprese virtuose.  

Questo punto è stato ripreso da Vittorio Cogliati Dezza Presidente di Legambiente che, avanzando critiche ai provvedimenti del governo su ILVA e semplificazioni, ha sottolineato l’esigenza di una visione strategica dello sviluppo del Paese capace anche di indirizzare su un percorso di sostenibilità la trasformazione dei settori produttivi tradizionali ed ambientalmente pesanti come ad esempio la siderurgia e la chimica. Cogliati Dezza ha messo  in evidenza anche l’esigenza di un programma di riqualificazione delle periferie, il no deciso a ipotesi di condono edilizio, l’importanza di una politica per le aree interne anche al fine di una efficace azione di sicurezza idrogeologica.

Sulla urgenza di dare lavoro ai giovani e alle donne e sule grandi opportunità occupazionali degli interventi ambientali hanno molto insistito i segretari confederali di CGIL, CISL e UIL Bardi, Giacomassi e Carcassi. Il rappresentante della CGIL ha sottolineato in particolare come il Piano del lavoro della confederazione, recentemente presentato, assume le tematiche ambientali e della sostenibilità come asse centrale per il superamento della crisi e per dare soluzione in tempi rapidi ai problemi occupazionali.
Piero Capodieci, vice presidente del Comieco, ha dato un importante contributo  in merito alla interpretazione da dare alla Green economy, da considerare il cuore avanzato di un processo di trasformazione sostenibile dell’intero sistema produttivo e sui caratteri del sistema normativo nazionale. L’esperienza insegna, ha sottolineato, come fare leggi eccessivamente rigide con il tacito accordo di non rispettarle sia un modo per  premiare i corrotti e penalizzare i cittadini corretti. Quello che serve, ha concluso, sono leggi di cui sia stata verificata la loro efficacia e un forte impegno sul sistema dei controlli.
Sulla importanza di dotare il paese e l’Europa di una politica industriale che si faccia carico di  mantenere importanti settori industriali di base anche in prospettiva della Green economy, è intervenuto Lami, lavoratore della Lucchini di Livorno, che ha sottolineato come già siano stati fatti importanti sforzi di innovazione anche se molto lavoro c’è ancora da  fare, con la raccomandazione al prossimo governo di predisporre quegli strumenti che consentiranno di tutelare i lavoratori coinvolti dalla transizione.
  

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