ROMA – Nuove conferme sullo stato critico della nostra economia giungono oggi dall’Istat, che attesta il calo del PIL nel 2012 al -2,2% e comunica che la variazione acquisita per il 2013 è del -1%.
Un andamento a dir poco allarmante che, purtroppo, non desta alcuna sorpresa. Con il potere di acquisto delle famiglie in caduta libera, che determina una forte contrazione dei consumi e della produzione industriale, la diminuzione del prodotto interno lordo è inevitabile.
Già dall’inizio del 2012 avevamo prospettato questo scenario inquietante, invocando interventi concreti per il sostegno di redditi delle famiglie a reddito fisso: misura indispensabile per rilanciare la domanda interna e rimettere in moto l’economia.
Un provvedimento vitale, che è stato puntualmente disatteso dal Governo attuale (come dal precedente), che anzi ha contribuito all’ulteriore contrazione della capacità di acquisto dei cittadini.
Basti pensare che secondo gli studi dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la “stangata” a carico delle famiglie per l’aumento della tassazione, dei prezzi e delle tariffe è pari +3.823 Euro a famiglia.
Sempre secondo le nostre stime, unite a quelle diffuse nei giorni scorsi da Reteimprese, nel biennio 2012-2013 la contrazione dei consumi supererà il -6,1%: caduta che si traduce in una diminuzione della spesa complessiva delle famiglie di oltre -44 miliardi di Euro.
Tutto ciò lascia presagire una forte contrazione del PIL anche nel 2013, ben al di sotto del -1%.
Le conseguenze di questo andamento si traducono in aumento della disoccupazione e cassa integrazione (per quella in deroga, come denuncia la CGIL, già nel 2013 lo Stato fatica a reperire i fondi necessari).
Proseguire in questa direzione è impensabile. Per questo è fondamentale che i primi punti all’ordine del giorno del nuovo Governo siano il rilancio del potere di acquisto delle famiglie e dell’occupazione, da attuare: il primo attraverso una detassazione a favore del reddito fisso e l’eliminazione dell’aumento dell’IVA previsto da luglio; il secondo facendo ripartire adeguati fondi per la ricerca e l’innovazione tecnologica, nonché attraverso un allentamento dei patti di stabilità degli Enti Locali, per dare possibilità di intervento soprattutto con pratiche di manutenzione, sicurezza ed edilizia.