NAPOLI – In fiamme la Città della scienza.
La Procura della Repubblica di Napoli pone sotto sequestro l’area distrutta da un incendio divampato ieri sera. La Polizia, dal canto suo, avvia le indagini per accertare le cause del rogo che ha interessato il museo interattivo considerato tra i gioielli culturali di Napoli, oltre che uno dei suoi maggiori fattori di attrazione turistica, con una media di 350mila visitatori l’anno. L’incendio non ha causato feriti; all’interno della struttura non c’erano persone dal momento che il lunedì è giorno di chiusura settimanale. I danni invece sono ingentissimi: restano solo i muri perimetrali mentre l’interno dei padiglioni è devastato. Il fronte del fuoco si è esteso per oltre un centinaio di metri ed è stato spento da decine di vigili del fuoco dopo ore di lavoro. Solo un edificio è stato risparmiato dalle fiamme. Il fronte del fuoco è lungo più di un centinaio di metri, e dal rogo si è alzato una colonna di fumo visibile da buona parte della città. Sul posto decine di vigili del fuoco, con le forze dell’ordine che hanno chiuso al traffico via Coroglio, di fronte al mare di Bagnoli, dove sorgeva la struttura. Testimoni raccontano di una estensione rapidissima dell’incendio, complice la gran presenza di legno e altri materiali infiammabili.
Pittella: un attentato alla civiltà
”Il rogo di questa notte è un attentato alla civiltà e alla democrazia, Napoli e con essa il paese intero vede ancora una volta andare distrutti i germi del futuro e del riscatto: impegniamoci immediatamente, istituzioni e cittadini, nella ricostruzione delle strutture andate distrutte e con esse del tessuto civile della città”. Cosi’il vice presidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella, ha stigmatizzato la distruzione della Citta’ della Scienza. ”La mia solidarietà e il mio sostegno vanno al Comune di Napoli e alle autorità di gestione che hanno raggiunto con questa iniziativa straordinari risultati di diffusione e di coinvolgimento dei giovani nell’amore per lo studio delle scienze e nella ricerca – afferma l’europarlamentare – il mio appoggio convinto e il mio invito a non mollare va anche alle tante imprese che stanno nascendo grazie al supporto pubblico nell’area di Bagnoli”. ”Sono convinto che la procura di Napoli farà presto luce sull’accaduto e assicuri alla giustizia i responsabili” ha concluso Pittella.
Gli investigatori non escludono alcuna ipotesi
Non si esclude nessuna ipotesi tra cui quella dolosa. Gli investigatori ancora non si pronunciano sulle cause del rogo. Gli uomini della Scientifica della Questura di Napoli stanno ultimando i rilievi nella zona. All’esterno della struttura tra i dipendenti si sottolinea come sia molto improbabile che un incendio del genere, così vasto e così rapido, possa essersi sviluppato per cause accidentali e si punta il dito su una pista dolosa che deve però ancora trovare conferma da parte degli inquirenti.
Il sindaco De Magistris: probabilmente mano criminale dietro rogo
“Mi sembra che dietro le fiamme ci sia una mano criminale. Ora dobbiamo affidarci completamente alla magistratura per indagini il più approfondite possibili”. Così il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che non esclude l’origine dolosa dell’incendio che ha devastato la Città della Scienza. “E’ un lutto per la città, per la cultura e la scienza di questa città”, ha aggiunto De Magistris a margine della seduta solenne del Consiglio comunale dedicata alla Giornata sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Poco dopo, su twitter, De Magistris ha scritto che “Napoli è sotto attacco”.
Camusso: necessario impegno per far ripartire sito
“Governo e Regione hanno il dovere di intervenire subito e devono assumersi l’impegno di far ripartire il sito il prima possibile dando certezza degli investimenti necessari, della celerità degli interventi e devono garantire continuità per le lavoratrici e i lavoratori”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. “Le immagini dei lavoratori in lacrime davanti al rogo della Città della scienza – continua Camusso in una nota – testimoniano quanto il mondo del lavoro sia colpito dalla distruzione di un simbolo positivo di innovazione, riqualificazione e riscatto in un’area, quella di Bagnoli, che aveva vissuto la dismissione dell’Ilva ma aveva ritrovato proprio nella Città della Scienza il primo segno di uno sviluppo possibile e di attrattività internazionale”.