ROMA – I ricchi di mezzo mondo potrebbero tremare: due milioni e mezzo di documenti segreti su decine di società offshore saranno rivelati a partire da oggi su 35 media internazionali, grazie al lavoro di coordinamento svolto dal «JCIJ», il Consorzio internazionale dei giornalisti d’inchiesta con sede a Washington.
«Il colpo più forte mai sferrato all’enorme buco nero dell’economia mondiale», come è stato definito da alcuni esperti di evasione fiscale.
Dal Guardian alla Sueddeutsche Zeitung, passando per la Bbc, Washington Post, Le Monde e lo svizzero Sonntagszeitung, tutti questi media presentano i primi risultati dell’analisi di dati informatici di dimensioni tali da occupare 260 gigabytes, vale a dire qualcosa di gran lunga superiore ai dispacci diplomatici pubblicati da Wikileaks nel 2010.
Il quotidiano elvetico Le Matin ricostruisce la storia di questo scoop: un anno fa un «pacchetto» è stato recapitato anonimamente tramite posta a un indirizzo australiano. Il disco rigido contenuto all’interno è stato poi trasmesso all’ICJI che ha analizzato i milioni di dati che conteneva – contratti, fax, copie di passaporti, e-mail, corrispondenza bancaria, ecc. – tutti provenienti da due società specializzate in domiciliazioni offshore: Commonwealth Trust Limited, delle Isole Vergini britanniche e Portcullis Trustnet, con base a Singapore, operativa alle Isole Cayman, Isole Cook e Samoa, tutte giurisdizioni offshore fra le più opache al mondo.
Il Guardian riassume un primo elenco di 130mila «correntisti», individui e società, di oltre 170 paesi: da Jean-Jacques Augier, co- del Ps francese, all’ex ministro delle Finanze mongolo, al presidente dell’Azerbaigian, alla moglie del vicepremier russo, alla ex first lady filippina Imelda Marcos, fino alla collezionista d’arte spagnola baronessa Carmen Thyssen-Bornemisza, oltre a decine di americani, tedeschi e svizzeri.
Gli italiani sono 200
Fuori i nomi degli italiani. L’Espresso inizierà a farli sul numero in edicola domani nell’ambito dell’inchiesta giornalistica realizzata dal media network di Washington «The International consortium of investigative journalists» (Icij), con la collaborazione di 86 giornalisti investigativi di 38 testate. Sono i nomi di 130mila titolari di conti correnti e investimenti di 12mila società offshore lungo un arco temporale di 30 anni. A quanto riferisce il settimanale, ci sarebbero anche 200 italiani. Tra i beneficiari dei privilegi fiscali ci sarebbero anche tre enti caritatevoli, sottolinea il settimanale. A questi nomi si arriva attraverso un database di 122mila società offshore che fanno capo a due vere e proprie multinazionali ombra e che muovono più di mille miliardi di dollari: somme in grado, spiega l’Espresso, di destabilizzare l’economia del pianeta. Fra gli altri media che fanno parte del network spiccano i nomi del britannico Guardian, della tedesca Sueddeutsche Zeitung, dello svizzero Sonntagszeitung, di Le Monde, del Washington Post e della Bbc. Dalle prime indicazioni del rapporto del consorzio Icij si legge, tra l’altro, che «molte grandi banche hanno lavorato aggressivamente per fornire ai propri clienti compagnie coperte dal segreto alle Isole Vergini e altri paradisi fiscali». Uno dei primi a cadere nella rete dell’inchiesta giornalistica internazionale durata 15 mesi è, come rivela l’edizione di Le Monde di oggi pomeriggio, Jean-Marc Augier: il tesoriere della campagna elettorale del presidente francese Francois Hollande è indicato come azionista di due società offshore alle isole Cayman. Un duro colpo per l’Eliseo dopo la confessione dell’ex ministro del Bilancio, Jerome Cahuzac, che ha ammesso di avere un conto all’estero. Augier si difende: «Non è né un conto bancario personale aperto alle Cayman né un investimento personale diretto in questo territorio». Sarà, ma la rivelazione sta mettendo ulteriormente in crisi il governo francese.