Usa, economia in crescita. Italia nei guai. La Ue, rischio contagio zona Euro

ROMA – Suona decisamente beffarda alle orecchie dei profeti dell’ultra rigorismo la dichiarazione di Barack Obama alla presentazione del progetto di legge di bilancio da 3.770 miliardi di dollari: “Come abbiamo visto nel 1990, non c’e’ nulla in grado di ridurre il deficit più velocemente della crescita economica” Secondo le previsioni, infatti, il Pil degli Stati Uniti dovrebbe crescere del 2,3% in quest’anno fiscale, e del 3,2% nell’anno fiscale 2014.

Il deficit è invece visto al 6% del Pil nell’anno fiscale 2013, al 4,4% nel 2014 e al 3,2%  nel 2015. Il tasso di disoccupazione è stimato al 7,2% l’anno prossimo, in diminuzione dall’attuale 7,6%.

Documento economico del governo nel segno del rigore

Il nostro Governo ha invece deciso di approvare un Documento di economia e finanza 2013,  incentrato su un rigore che ha già evidenziato i suoi frutti amarissimi.
Nel 2013 il debito pubblico farà infatti segnare un livello che non si vedeva in Italia da quasi un secolo, dai primi anni venti del 900, arrivando a segnare il 130,4 per cento del Pil.
E a criticare le scelte dell’esecutivo ci hanno pensato, in un accordo che non si vede spesso, sia Confindustria, che snocciola dati terrificanti sulla produzione industriale e chiede un cambio di rotta, che la CGIL che contesta l’ostinazione a non rendersi conto della realtà che sembra contraddistinguere questo esecutivo.

Rischiamo di contagiare  la zona Euro

E neanche la UE è dolce nei confronti del Belpaese  e  chiede  ”un sistema fiscale più favorevole alla crescita.Secondo la Commissione il debito elevato resta  un ”grave problema dell’Italia”, che è ”sempre vulnerabile ai repentini cambiamenti dei mercati e permane quindi il rischio di contagio al resto della zona Euro qualora si dovesse intensificare nuovamente la pressione sul debito italiano”. Per questo ”è necessario che il debito inizi a scendere”

DEF Italia. Tanto rigore. Si spera nel futuro

La nota diffusa da Palazzo Chigi dopo l’approvazione del DEF  fa notare come l’azione del Governo sia “stata finalizzata al mantenimento della stabilità finanziaria” con l’azione di riequilibrio dei conti pubblici che “è stata portata avanti con determinazione”.
Ed infatti il debito pubblico quest’anno toccherà la cifra record del 130,4% e si spera nella discesa che dovrebbe iniziare il prossimo anno, al 129%, e poi proseguire in modo costante per arrivare al 117,3% nel 2017.
Si conferma però recessione per il 2013, meno 1,3 per cento il Pil e ripresa dal prossimo anno, col prossimo Governo, +1,3% nel 2014, e sullo stesso passo negli successivi.
Il deficit si avvicina al tetto massimo consentito dal trattato di Maastricht, al 2,9% del pil, per finanziare lo sblocco dei debiti della pubblica amministrazione. Il prossimo anno, col prossimo Governo, andrà però meglio e scenderà all’1,8% arrivando allo 0,4% nel 2017.
Grilli: l’Imu non si può toccare.

L’imposta sulla prima casa sarebbe essenziale per soddisfare i vincoli di bilancio che ci chiede l’Europa nei prossimi anni. Il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, afferma che se l’Imu non verrà confermata così come introdotta nel Salva Italia dal governo Monti, dal 2015 i prossimi esecutivi dovranno trovare 11 miliardi di euro per garantire il pareggio di bilancio strutturale negli anni a seguire.
Sull’argomento Grilli è categorico : “L’Imu scade quindi alla fine del 2014 e “la parte sulla prima casa e quella relativa ai moltiplicatori delle rendite catastali viene ad esaurimento”. Sarà il nuovo governo e il Parlamento a dover richiedere “una conferma o una modifica.

Confindustria. Tempo scaduto. Cala la produzione 

Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, chiede la rapida formazione di un esecutivo perché la situazione italiana è “drammatica” e non c’è più tempo da perdere, anche considerando che l’assenza di guida del Paese e l'”allentamento” dell’azione dell’esecutivo Monti sul finire della sua esperienza, “ha portato alla perdita di un punto percentuale di prodotto interno lordo, cioè a 1600 miliardi di euro”.

A supporto delle preoccupazioni di Squinzi anche i dati del Centro studi di Viale dell’Astronomia sulla produzione industriale che prevede a marzo un ulteriore calo dello 0,2 per cento rispetto a febbraio dopo il -0,8 per cento su gennaio, inoltre il CSC in una nota dichiara “gli indicatori disponibili non delineano, per i prossimi mesi, una chiara inversione di tendenza. Le attese degli imprenditori su produzione e ordini a tre mesi sono migliorate di poco a marzo partendo da livelli storicamente molto bassi. Le valutazioni dei direttori d’acquisto sugli ordini ricevuti dalle imprese manifatturiere segnalano, però, marcati arretramenti”

CGIL.  Se non si cambia  non ci sarà uscita dalla crisi

Dura la nota del segretario confederale della Cgil, Danilo Barbi, a proposito del Documento di economia e finanza per il 2013, approvato oggi dal Consiglio dei ministri.
Per Barbi “L’ostinazione di questo Governo appare incredibile. Sembra non rendersi conto della situazione reale in cui versa il Paese, ascrivibile in larga misura alle sue stesse scelte”. E il Def varato oggi “non e’ un vero e proprio documento di economia e finanza: lo stesso Governo tra l’altro rimanda al prossimo esecutivo scelte di medio periodo”. Secondo Barbi, inoltre, “a differenza di ciò che sostiene questo governo, è necessario un cambiamento deciso delle scelte di politica economica, in Italia quanto in Europa”. Senza questo cambiamento non potrà esserci “ripresa né uscita dalla crisi. C’è bisogno di politiche di natura espansiva, anche se selettiva, che siano capaci di produrre lavoro, come la Cgil ha indicato con il suo Piano del Lavoro”.

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