Centomila precari a rischio. Esodati, non ci sono le risorse. Cig, senza rifinanziamento

ROMA –  Centomila giovani precari della pubblico amministrazione  rischiano il posto di lavoro. Più di cinquecentomila sono i lavoratori per i quali è in scadenza la cassa integrazione in deroga e ancora non è stata trovata la soluzione per il rifinanziamento. Nel documento  di programmazione economica e finanziaria (Def) varato dal governon non c’è traccia degli esodati.

Di loro non si parla. Lo denuncia il segretario generale della Cgil che rilancia l’allarme sulle risorse necessarie per gli esodati, coloro che grazie alla legge Fornero rischiano di ritrovarsi senza salario e senza pensione. Dice Camusso: “nel Def che dovrebbe determinare le tracce del bilancio dello Stato italiano gli esodati non ci sono, non ci sono le risorse”.

E’ questo il quadro ogni giorno sempre più drammatico, una crisi sempre pù grave che riguarda milioni di lavoratori, di famiglie. Ai dati di questi giorni devono aggiungersi i licenziamenti, il ricorso alla cig sempre più pesante, la chiusura di aziende, i salari colpiti anche dall’inflazione, il numero delle famiglie povere che cresce. Una crisi sociale dai risvolti pericolosi che vede Cgil, Cisl, Uil  scendere in piazza, come è avvenuto con l presidio davanti al Parlamento,mentre si annunciano nuove mobilitazioni e si registrano scioperi e manifestazioni.

Serve una normativa  per prorogare i contratti in scadenza

Per quanto riguarda i giovani precari della pubblica amministrazione è  fissata per il prossimo 31 luglio la scadenza della proroga dei contratti a tempo determinato prebvista dalla legge di stabilità. “Una scadenza pressante – affermano CGIL, CISL e UIL – che coinvolge la parte più indifesa del mondo del lavoro”.  I sindacati hanno inviato ai Presidenti di Camera e Senato una richiesta di un incontro urgente. Se la scadenza della proroga dei contratti non verrà modificata, secondo i Segretari Confederali di CGIL, CISL e UIL, Nicola Nicolosi, Paolo Mezzio e Antonio Foccillo “rischia di far uscire definitivamente dal sistema pubblico non meno di 100mila giovani i cui contratti sono vigenti da anni e conseguentemente anche i tantissimi altri contratti precari la cui scadenza avverrà entro la fine del 2013”.
Per i tre segretari confederali, le conseguenze occupazionali “non farebbero che acuire ulteriormente la già critica situazione del nostro mondo del lavoro” ed aggraverebbero, se non venisse affrontata l’emergenza “non solo la problematica di carattere sociale, ma anche la scarsa funzionalità del settore pubblico, a discapito dei cittadini”.
A ribadire la necessità di una “normativa specifica” per prorogare i contratti in scadenza è Nicola Nicolosi, Segretario Confederale della CGIL che ha  affermato: “serve una normativa specifica che individui le risorse necessarie per superare il blocco della spesa sul precariato imposto dall’allora ministro Tremonti”. Secondo il sindacalista si tratta “di non meno di 80 mila tempi determinati e di altri 200 mila contratti precari in scadenza, esclusa la scuola, a cui va assicurata assolutamente una soluzione”.

Subito il rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga

Per quanto riguarda il rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga al termine dell’incontro con il ministro del Lavoro che si è svolto, dopo il presidio davanti a Montecitorio Cgil, Cisl, Uil sottolineano la “sostanziale convergenza di tutte le parti sociali nel reclamare dal Governo una risposta in grado di finanziare in modo sufficiente gli ammortizzatori in deroga per garantire a tutti la copertura del 2013, oltre a programmare in modo sistemico e non episodico i prossimi anni. Tutti hanno altresì ribadito la contrarietà all’utilizzo delle risorse dello 0,30, per ragioni di principio (distoglie risorse dall’attività formativa) che pratiche (quantità assolutamente insufficiente rispetto alle necessità).”  E’ stato affermato con forza – prosegue la nota sindacale – che sia compito di questo Governo risolvere il problema, con provvedimento d’urgenza, non essendo ammissibile il rinvio ad un peraltro incerto nuovo quadro politico e soprattutto data la drammaticità della situazione che impone “Al termine dell’incontro – conclude la nota – il Ministro ha finalmente dovuto impegnarsi a farsi promotrice di una riunione presso la Presidenza del Consiglio quale luogo deputato ad affrontare e risolvere il problema. Il Ministro si è impegnato affinché la convocazione avvenga in tempi rapidi, si spera nei primi giorni della prossima settimana.

 Pur nell’estrema gravità della situazione riteniamo questo esito un avanzamento importante, quanto meno perché non saranno più possibili fughe dalle responsabilità per nessuno dei soggetti coinvolti, in primis il Governo. E’ chiaro come sia necessario sviluppare in questi giorni il massimo di pressione, coinvolgendo ad es. i parlamentari e i consigli regionali nei confronti del Governo.”

Damiano (Pd). Serve piena assunzione di responsabilità del governo

I dirigenti di Cgil, Cisl, Uil si sono incontrati con una delegazione di parlamentari del Pd. Cesare Damiano, già ministro del Lavoro, a conclusione della riunione, sottolineato che l’incontro fra sindacati e ministro Fornero non è stata risolutivo, ha auspicato che lo spostamento del problema a Palazzo Chigi “significhi una piena assunzione di responsabilità da parte del governo su una questione di assoluta emergenza. Ormai le risorse a disposizione sono finite nella gran parte delle Regioni e ci troviamo di fronte a veri e propri drammi”. “ Chiediamo al governo – prosegue Damiano – di rifinanziare subito la cassa integrazione in deroga individuando lo strumento legislativo più idoneo, immediato e certo per rendere disponibili le risorse necessarie.” E indica la necessità di rendere  subito utilizzabile  il finanziamento previsto nella legge di stabilità con riferimento ai fondi strutturali e alle risorse dei fondi interprofessionali. Inoltre occorre incrementare in maniera consistente le risorse stanziate per il 2013. “L’indicazione di un miliardo fornita  dal Ministro del lavoro – conclude Damiano – risulta insufficiente perché da un lato bisogna garantire l’intera copertura finanziaria per il 2012 alla quale mancano circa 200mln di euro. Dall’altro lato la stima del fabbisogno per il 2013 non é inferiore a un miliardo e mezzo come emerge dalle valutazioni sull’andamento storico del 2012 e su quello dei primi mesi del 2013,  segnalato dalle Regioni. Infatti, l’aggravarsi della crisi nei primi mesi di quest’anno sta generando situazioni sociali gravissime che rischiano purtroppo di degenerare in un pesante conflitto sociale”.

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