Pil in caduta storica. Epifani: rafforzare azione governo

 MILANO –Italia sempre più inghiottita dal vortice della recessione. La crescita economica resta un miraggio.

Gli ultimi dati diramati tratteggiano uno scenario desolante per il paese. Nel primo trimestre 2013, il Pil è caduto dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti e del 2,3% sullo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta del settimo trimestre consecutivo in calo. Un record negativo storico. Era dal primo trimestre del 1990, infatti, che non si assisteva ad un periodo di recessione così lungo. Il calo del Pil già acquisito per l’anno in corso è dell’1,5%. Il Governo prevedeva -1,3% annuo. “Il dato economico del nostro paese conferma la gravità della situazione e l’esistenza di un’Europa a due velocità – dichiara il neo leader Pd, Guglielmo Epifani -. Per questo bisogna rafforzare l’azione del governo e non indebolirla. Occorre mettere in esecutivo in condizione di agire rapidamente per stimolare la ripresa”. Per Epifani, “l’Italia deve chiedere all’Unione Europea politiche di crescita”. L’Istat sottolinea tuttavia come la flessione trimestrale si attenui (-0,9%) rispetto all’ultimo trimestre 2012 e all’anno precedente (-2,3% contro il -2,8%). Il calo congiunturale del prodotto interno lordo nel primo trimestre 2013 è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nei comparti dell’industria e dei servizi e di un aumento nel settore dell’agricoltura. La debolezza dell’Italia, se messa in relazione alla situazione dei paesi anglosassoni, risulta ancora più evidente. A tal riguardo, in relazione al trimestre precedente, il Pil Usa è salito dello 0,6% mentre quello inglese dello 0,3%. Per ciò che attiene il vecchio continente, a parte il piccolo progresso della Germania (+0,1%), si segnala l’entrata in recessione della Francia con un calo dello 0,2%. Secondo l’istituto di statistica nazionale, il potere d’acquisto delle famiglie francesi ha registrato nel 2012 un record negativo dello 0,9%.

 

Eurozona, flessione annua dell’1%

Nel primo trimestre del 2013, il Pil dei 17 Paesi dell’Eurozona ha registrato nel complesso una riduzione dello 0,2% rispetto all’ultimo trimestre del 2012 facendo così registrare il quarto calo consecutivo. Su base annua, la flessione del Pil dell’Eurozona è stata dell’1%. Stando alle prime stime diffuse oggi da Eurostat, nei 27 Paesi Ue, nel periodo gennaio-marzo 2013, il Pil è sceso dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,7% nei confronti del primo trimestre 2012. Eurostat ricorda che nel periodo ottobre-dicembre 2012 il Pil aveva registrato una flessione dello 0,6% rispetto al trimestre precedente della zona euro e dello 0,5% nell’Ue a 27. Questi i paesi che hanno chiuso il primo trimestre con il segno negativo rispetto ai tre mesi precedenti: Cipro (-1,3), Repubblica Ceca (-0,8), Italia e Spagna (-0,5), Portogallo (-0,3), Francia (-0,2), Olanda e Finlandia (-0,1).

 

Ocse, cresce divario tra ricchi e poveri

Le disuguaglianze di reddito, dal  2007 al 2010, sono aumentate più che nei 12 anni precedenti. Nei paesi Ocse, il 10% della popolazione più ricca ha un reddito 9,5 volte più alto di quello del 10% della popolazione più povera, a fronte delle 9 volte dell’anno 2007. In Italia il divario è 10,2 volte nel 2010 contro le 8,7 del 2007. Secondo l’Ocse, ad essere maggiormente colpiti dalla crisi sono i più poveri. Tra il 2007 e il 2010, fa notare l’Ocse, i risparmiatori più poveri tendono a guadagnare meno o a perdere di più di quelli ricchi. Il 10% dei ricchi ha guadagnato più del 10% dei più poveri in 21 dei 33 paesi Ocse. In base ai livelli di reddito percepiti prima della crisi i poveri sono aumentati. Tra il 2007 e il 2010 la media dei redditi al di sotto dei livelli di povertà è salito dal 13% al 14% tra i bambini, dal 12% al 14% tra i giovani ed è sceso dal 15% al 12% tra le persone più adulte. Fino al 2010 i pensionati erano abbastanza protetti in molti paesi, mentre i lavoratori hanno subito i contraccolpi più forti. L’indice di povertà relativa nei paesi poveri è passato nei paesi Ocse dal 10,2% del 2007 all’1,1% del 2010. In Italia è passato dall’11,8% del 2004 al 13% del 2010.

 

Coldiretti: oltre 450mila disoccupati nel 2013

Un’analisi di Coldiretti sui dati economici diffusi evidenzia che nel mese di marzo è stata registrata una crescita annuale record del numero dei disoccupati in Italia. Nell’arco di 12 mesi, il numero dei senza lavoro è aumentato di 450mila unità tra i quali 1,59 milioni di uomini e 1,36 milioni di donne. L’unico segnale positivo per l’economia viene dall’agricoltura che conferma grandi potenzialità sul piano produttivo e occupazionale.

 

Federconsumatori: si riduce al 28% la forbice tra il costo della spesa al supermercato e quella al discount

Come è noto, in tempi di crisi, sono sempre di più gli italiani che fanno la spesa presso i discount. Secondo una recente ricerca dell’Istat, nel 2012 ammontano a circa il 62%, ovvero sei famiglie su 10. Una tendenza che sottolinea la situazione di estrema difficoltà in cui versano le famiglie. È interessante notare, però, un fenomeno interessante strettamente collegato a questa tendenza. Da una ricerca dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori emerge, infatti, che soprattutto nel corso dell’ultimo anno si è ridotta notevolmente la differenza dei prezzi tra i discount ed i supermercati/ipermercati tradizionali. Mentre ieri la forbice esistente tra il costo della spesa presso un discount ed un supermercato ammontava a circa il 35-40%, oggi tale differenza è scesa al 28%. Un andamento che non riguarda i prezzi dei singoli prodotti (ci teniamo a mettere bene in evidenza tale concetto), ma interessa il costo complessivo della spesa, grazie al ricorso sempre più ampio alle offerte ed alle promozioni da parte dei supermercati e degli ipermercati. La spesa settimanale di una famiglia di 4 persone, considerando lo stesso paniere di prodotti (ovviamente le marche non sono le stesse ed in alcuni casi la qualità non è paragonabile) risulta pari a 98,00 Euro presso un supermercato (sfruttando, appunto, sconti ed offerte) e 70,26 Euro presso un discount, con un risparmio, presso quest’ultimo, del 28%.

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