Il governo si dà una mossa. Primi provvedimenti per l’economia. Ottanta “titoli” da riempire

Il governo si è dato una mossa. Ottanta provvedimenti, alcuni solo dei titoli da riempire, sono stati varati da un consiglio dei ministri che è durato circa cinque ore, preparato con riunioni  che hanno interessato gli apparati tecnici.

Il dl “del fare” è diventato nelle parole di Enrico Letta il dl del “dire,fare, semplificare per il  rilancio dell’economia del Paese”. Il decreto approvato nel corso della riunione non senza alcuni motivi di tensione fra i ministri, in particolare fra Zanonato e Lupi sui mezzi finanziari a disposizione dovrà essere tradotto da provvedimenti che  puntano alla semplificazione burocratica, allo snellimento del rapporto di cittadini e imprese con la pubblica amministrazione e che sarà varato mercoledì. Per venerdì invece è stato fissato l’esame del “pacchetto lavoro”.. In realtà per quanto riguarda “ il rilancio “ dell’economia siamo ancora alle premesse ma qualcosa è stato prodotto anche in termini di possibile nuova occupazione. La sensazione è che si investa da una parte e si tolga dall’altra. Così avviene per le opere  pubbliche che vengono finanziate prelevando le risorse già stanziate per le grandi opere che sono bloccate. Poi si vedrà. Vediamo in sintesi, come  il contenuto del decreto come riferito dall’agenzia Ansa.

In arrivo  norme per ridurre le bollette elettriche di 550 milioni di euro; 5 miliardi di euro per sostenere le imprese che vogliono investire in macchinari; 3 miliardi di euro per opere pubbliche (di cui 2 per quelle strategiche), che consentiranno la creazione di 30 mila posti di lavoro; l’impignorabilità della prima casa nel caso sia l’unico bene. Ma anche 1.500 nuovi posti per professori ordinari e altrettanti per ricercatori; la liberalizzazione di internet, con l’uso del wifi senza la richiesta di identificazione personale; o l’abbattimento di 450 milioni di oneri a carico delle imprese.  Infine, la rimodulazione della tassazione sulla imbarcazioni, lasciandola intatta per le grandi barche, annullandola per quelle piccole e dimezzandola per quelle medie, con lunghezza fra i 18 ed i 20 metri. Misure concrete, accompagnate da quelle di semplificazione, con la “rivoluzionaria” (parola di premier) novità dell’introduzione in via sperimentale di di un indennizzo per il ritardo nei procedimenti da parte della P.A. Tutte misure che – come ha spiegato il presidente del Consiglio – hanno trovato “grande coesione” all’interno del cdm. Provvedimenti che servono a dare la “possibilità agli italiani che vogliono fare di poter compiere quegli interventi necessari per rilanciare l’economia del Paese” e che riguardano “Equitalia e il rapporto tra fisco e cittadini”, con la precisa volontà di “una lotta senza quartiere all’evasione fiscale senza però un atteggiamento punitivo”, per puntare ad “un fisco amico soprattutto nei confronti di chi ha difficoltà”. Un tema, quello del fisco, su cui ha voluto soffermarsi anche il vice premier Angelino Alfano. “E’ una rivoluzione perché rimette al centro il cittadino”, ha detto, aggiungendo che il Governo ha “centrato tutti gli obiettivi: è un provvedimento pesante che peserà tanto sul piatto della bilancia che si chiama sviluppo”.

Di “terapia d’urto” per la giustizia civile ha parlato la titolare della Giustizia Cancellieri, che ha posto l’accento sul fatto che grazie alle nuove misure ci sarà lo smaltimento di 1 milione e 200 mila pratiche arretrate, cui si aggiungono provvedimenti “sull’organizzazione dei processi in modo che togliendo la zavorra i processi siano più veloci”. “Cercheremo di agevolare l’iter per l’ottenimento della cittadinanza dando una soluzione a tutti gli errori burocratici – ha detto infine il ministro Cecile Kyenge – E’ importante che questi giovani nati e cresciuti in Italia non si vedano negata la cittadinanza per problemi burocratici”.

 

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