Napolitano, se cade Letta l’Italia rischia l’ingovernabilità. Ma se resta?

ROMA – “È indispensabile nell’interesse del paese proseguire nella realizzazione degli impegni del governo Letta”. E’ questo uno dei passaggi del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la cerimonia del ventaglio. E poi: “Proseguire con maggiore non minore coesione – ha aggiunto il capo dello stato- sapendo che esitazioni o forzature esibite polemicamente possono fare sfuggire al controllo delle stesse forse della maggioranza, la situazione”.

Insomma, per il Presidente l?esecutivo Letta deve continuare il suo lavoro altrimenti  altrimenti l’Italia rischia l’ingovernabilità, ovvero “i contraccolpi – dice Napolitano – a nostro danno, nelle relazioni internazionali e nei mercati finanziari, si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili”.
Ma non è tutto.  Napolitano stavolta è andato oltre il monito ai partiti ricordando nei dettagli la difficile situazione economica e i rischi che una nuova fase di instabilità istituzionale potrebbe provocare all’esterno e all’interno per il nostro paese. Il Capo dello Stato è intervenuto anche in modo piuttosto chiaro e definitivo sulla vicenda Shalabayeva e sulle accuse ad Angelino Alfano escludendo che possano definirsi «responsabilità oggettive o consustanziali alla carica», pur non nascondendo che «occorre sgombrare il campo da gravi motivi di imbarazzo e di discredito per lo Stato per l’inaudita storia della precipitosa espulsione dall’Italia della madre kazaka e della sua bambina –  così come  – da pressioni e interferenza, inammissibili da parte di qualsiasi diplomatico straniero».

Napolitano ha altresì ricordato alle forze politiche che il punto di riferimento fondamentale per le istituzioni e per le forze politiche e sociali, è la criticità delle condizioni economiche del nostro paese, la serietà delle incognite con cui ci confrontiamo.  Crisi e recessione espongono l’Italia  a un serio rischio di declino.  Insomma, in sintesi la domanda posta da Napolitano è la seguente: “Si può mettere a repentaglio la continuità di questo governo, impegnato in un programma di attività ben definito, senza offrire pesanti ragioni ai più malevoli e anche interessati critici e detrattori del nostro paese, pronti a proclamare l’ingovernabilità e inaffidabilità dell’Italia?

Napolitano pensa al bene della Nazione, come suggerisce il suo compito, ma non sarà solo un rimandare tutti quei problemi che ci trasciniamo da troppo tempo?  E poi questo catastrofismo, esagerato, sembra una giustificazione che somiglia a un macigno pesantissimo. Macigno che al momento continua ad essere sostenuto da chi ormai si è rassegnato al  governo Letta, quello dei proclami.

Critiche nei confronti di Napolitano arrivano  da Pippo Civati: “Finalmente è arrivata la prima riforma del governo Letta: il presidenzialismo. Dobbiamo riconoscere di avere oltre ad un presidente del consiglio legittimamente votato dal Parlamento, un Presidente della Repubblica che interviene nelle scelte quotidiane e settimanali ormai di questo esecutivo”. E poi: “Lo fa con tutta l`autorità che gli è riconosciuta ma forse
precludendo la possibilità al Pd e al Pdl di avere una dialettica democratica compiuta – insiste Civati -, perché se Alfano si dovesse dimettere farebbe semplicemente bene a se stesso e al governo Letta, non al congresso del Pd, come ha detto oggi Brunetta nel solito sproloquio. Non vedo sovrapposizioni, chi come me e come Cuperlo ha chiesto le dimissioni di Alfano lo ha fatto senza pensare alla caduta del governo delle larghe intese ma, al contrario, alla possibilità di fare bella figura in un momento così delicato. Siamo non da oggi al commissariamento, noi non abbiamo mai discusso nemmeno di come si componeva questo
governo, per cui è anche difficile discutere come si scompone, mettiamola così”.

Attacchi arrivano anche dal M5S: “Napolitano blinda il governo e nasconde i conti sotto il tappeto. Per la prima volta nel suo mandato, il presidente della Repubblica ha incontrato il ragioniere generale
dello Stato. Perchè? Ve lo diciamo noi”, scrive il M5s  in un post pubblicato sulla sua pagina facebook e con un lungo elenco di dati negativi della nostra economia a partire dal debito pubblico  record pari a 2.074 miliardi fino agli  ammortizzatori per  80 miliardi erogati dall’Inps dall’inizio della crisi tra cassa integrazione e indennità di disoccupazione..
 

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