Occupazione. I dati Istat fotografano una situazione drammatica

Ancora una volta l’Istat conferma la gravità di una situazione che molte famiglie, purtroppo, toccano con mano ogni giorno. Mentre il tasso della disoccupazione generale scavalca per la terza volta consecutiva la soglia del 12%, quello della disoccupazione giovanile arriva addirittura oltre il 39%.

A fronte di questi dati, è evidente che occorre mettere in campo interventi immediati per risolvere uno dei problemi che pesano maggiormente sull’attuale, drammatica condizione economica del Paese.

L’occupazione, oltre a costituire una questione etica e morale, è uno dei fattori fondamentali per risollevare il potere d’acquisto. Le famiglie sono costrette a compiere rinunce sempre più consistenti e a tagliare le spese anche sullo stretto necessario, come le cure mediche e l’alimentazione. Secondo l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la contrazione dei consumi nel biennio 2012-2013 è del -7,3%, pari ad una riduzione complessiva della spesa di 52 miliardi di Euro!
La ripresa passa proprio attraverso il rilancio dell’occupazione, quindi occorre realizzare grandi investimenti per creare nuovi posti di lavoro.

Inoltre, come abbiamo già sottolineato in passato, i provvedimenti per l’occupazione devono essere attuati parallelamente ad altri interventi per la ripresa:

–       Lotta agli sprechi e ai privilegi;
–       Lotta all’evasione fiscale;
–       Vendita di parte delle riserve auree (circa il 10-15%)

 

I dati Istat. Sale la disoccupazione giovanile. Oltre 600mila in cerca di lavoro

A giugno – come riporta l’Istat – gli occupati sono 22 milioni 510 mila, in diminuzione dello 0,1% rispetto al mese precedente (-21 mila) e dell’1,8% su base annua (-414 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,8%, rimane invariato in termini congiunturali e diminuisce di 1,0 punti percentuali rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 89 mila, diminuisce dell’1,0% rispetto al mese precedente (-31 mila) ma aumenta dell’11,0% su base annua (+307 mila). Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,1%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e in aumento di 1,2 punti nei dodici mesi. Lo rende noto l’Istat. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 642 mila e rappresentano il 10,7% della popolazione in questa fascia d’età. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 39,1%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,6 punti nel confronto tendenziale. Il numero degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta dello 0,3% rispetto al mese precedente (+39 mila unità) e dello 0,4% rispetto a dodici mesi prima (+51 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, in aumento di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,2 punti su base annua. A giugno l’occupazione maschile aumenta dello 0,1% in termini congiunturali ma diminuisce del 2,5% su base annua.

L’occupazione femminile cala dello 0,3% rispetto al mese precedente e dello 0,8% nei dodici mesi. Il tasso di occupazione maschile, pari al 64,9%, aumenta di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente ma diminuisce di 1,7 punti su base annua. Quello femminile, pari al 46,9%, diminuisce di 0,1 punti in termini congiunturali e di 0,3 punti rispetto a dodici mesi prima. Rispetto al mese precedente la disoccupazione cala dello 0,3% per la componente maschile e dell’1,9% per quella femminile. In termini tendenziali la disoccupazione cresce sia per gli uomini (+13,2%) sia per le donne (+8,5%). Il tasso di disoccupazione maschile, pari all’11,5%, rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta di 1,4 punti percentuali nei dodici mesi; quello femminile, pari al 12,9%, diminuisce di 0,2 punti rispetto al mese precedente, mentre aumenta di 1,0 punti su base annua. Il numero di inattivi cresce nel confronto congiunturale per effetto dell’aumento della componente femminile (+0,5%), mentre diminuisce quella maschile (-0,2%). Su base annua si osserva un calo dell’inattività tra le donne (-0,7%) e una crescita tra gli uomini (+2,3%).

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