Il Pdl attacca Epifani. E’ scontro. Il Pd, no a ricatti

ROMA –  Dopo le affermazioni di Guglielmo Epifani che invitavano il cavaliere a fare un passo indietro e accettare la sentenza di condanna è scoppiato il putiferio. O meglio è partito un attacco violento senza precedenti da parte dei pidiellini contro il segretario del partito democratico, definito un irresponsabile, un incendiario e addirittura un “gran coglione”.

Parole gravissime da cui emerge il clima rovente che si sta consumando tra centro destra e centro sinistra. Insomma, si può dire che siamo giunti  allo scontro finale, alla resa dei conti e la sentenza è diventata la goccia che ha fatto traboccare il vaso sulla continuità di questo governo  di “larghe intese”, che adesso scricchiola su se stesso.
I fedelissimi di Berlusconi non hanno perso l’occasione per replicare all’ex sindacalista. Da Renato Schifani che ha definito  le dichiarazioni di Epifani “incendiarie”, a Renato Brunetta che assieme a Daniela Santanchè ritengono di fatto chiusa l’esperienza delle cosiddette larghe intese. Insomma, i dirigenti del Pdl non hanno lesinato attacchi a Epifani, per il quale hanno preso subito le difese  molti esponenti del Pd.

“Epifani – ha osservato Rosy Bindi –  ha detto cose ragionevoli e corrette, ribadendo il principio che la legge è uguale per tutti e che la legalità è il fondamento della convivenza civile. Il Pd è sempre stato chiaro sul governo Letta, che deve andare avanti: governo di scopo che ha ricevuto la fiducia su obiettivi limitati e chiari dettati dall’emergenza economica e sociale. Non abbiamo mai assecondato la tesi della pacificazione».  «Il Pdl – ha aggiunto Bindi – non cerchi quindi di usare le larghe intese per imporre impossibili aut aut tra rispetto della legalità e stabilità di governo. Il Pd non cederà mai a ricatti e su questo saremo sempre compatti».
Insomma, c’è il tangibile rischio implosione con l’aggiunta che ci potremmo ritrovare alle urne prima di quanto pesiamo. E, ahimè, con lo stesso sistema elettorale. Nel frattempo alle ore 20 è stata  convocata la Giunta per le elezioni del Senato.
All’ordine del giorno, la decadenza dal ruolo parlamentare di Berlusconi dopo la condanna a 4 anni di reclusione nel processo Mediaset. La riunione dovrebbe limitarsi a istruire il confronto, rinviando a settembre il proprio pronunciamento. Il presidente della giunta, Dario Stefano proporrà una data per la prossima riunione in accordo con il presidente del Senato Pietro Grasso, mentre il  Movimento 5 Stelle insiste perché a settembre riprenda la discussione sull’ineleggibilità di Berlusconi.

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