Ilva, Riva. Il sequestro del Gip impedisce l’utilizzo dei beni

Fiom, Landini chiede commissariamento

ROMA – Prosegue la mobilitazione nei sette impianti del gruppo Riva Acciaio in seguito allo stop alla produzione deciso tre giorni fa dall’azienda siderurgica. Sono circa 1400 i lavoratori che, sospesi dai relativi incarichi, hanno deciso di sfilare nelle piazze di Varese, Cuneo, Brescia, Lecco e Verona protestando contro il loro esubero. Nel frattempo, Riva Acciaio ha risposto alla nota della procura, diffusa lo scorso sabato e relativa al provvedimento che ha sequestrato 916 milioni di euro nella vicenda Ilva, da cui deriva la decisione di sospendere le attività nei sette impianti siderurgici. L’azienda ha spiegato che il sequestro del Gip impedisce di fatto l’utilizzo dei beni. Secondo Riva Acciaio, infatti, gli inquirenti – nella nota di sabato – avevano scritto che il provvedimento di sequestro ‘non prevede alcun divieto di uso dei beni aziendali, aggiungendo che il custode-amministratore “è autorizzato ex lege a gestire eventuali necessità di ordine finanziario”. “Tali dichiarazioni non trovano purtroppo riscontro nel provvedimento del GIP di Taranto – ribatte l’azienda – di cui ha ricevuto notifica il 9 settembre 2013”.

Intanto a difesa degli operai scende in prima linea il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. “La decisione dell’Ilva, la messa in liberà di oltre 1.400 operai, è quasi una serrata: è come dire al lavoratore, non possiamo farvi lavorare, e quindi pagarvi, andatevene”. Landini, intervenuto ai microfoni di Radio1, spiega che si tratta di “un atto sbagliato da parte dell’impresa”. Infatti, secondo il leader della Fiom, “dobbiamo uscire dalla drammatizzazione e serve che il governo sia in grado in prima persona, di consentire la prosecuzione dell’attività, visto che in questi stabilimenti il lavoro c’è, ed è la condizione per ottenere le risorse ad hoc per il risanamento. I Riva non sono in grado di dare un futuro, per cui subito un commissariamento ma in prospettiva si può ragionare su un intervento diretto, anche transitorio, dello Stato, per favorire un nuovo assetto proprietario dell’Ilva”.

Si rivolge al governo anche Confindustria, attraverso le parole del vicepresidente Fulvio Conti che chiede il massimo impegno da parte dell’esecutivo affinché si “preservi l’industria siderurgica italiana”. Riva Acciaio avrà nella serata odierna un primo incontro con il governo presso il ministero dello sviluppo economico.

 

 

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