Nessuno strappo tra le varie componenti del partito
ROMA – Sembrerebbe ormai più che assegnata la Segreteria romana del Partito Democratico, dopo che praticamente tutte le anime del partito, più o meno ufficialmente, hanno promosso la candidatura Cosentino alla Segreteria del partito.
Tobia Zevi, candidato ‘renziano’, dopo aver esultato per il ‘successo’ ottenuto, ha preferito evitare lo scontro finale con Cosentino e mettere a disposizione di quest’ultimo il suo pacchetto di consensi. I numeri, per altro, erano decisamente a suo sfavore, visto che Cosentino aveva messo in cassaforte il 46% dei consensi, mentre Zevi ha incassato un modesto, ma significativo 15%. Sulla base di questi numeri si può certamente dire che Cosentino non avrebbe alcuna difficoltà a conquistare la leadership del partito nella Capitale. Tornando alle percentuali maturate nei Congressi, va detto che Cosentino, malgrado il sostegno di Goffredo Bettini, di gran parte dei sostenitori del Presidente della Regione Zingaretti e di quelli dell’ex Sindaco di Roma, Veltroni , non è riuscito a sfondare quota 50%. C’è poi da analizzare la posizione assunta in queste ultime ore dal terzo incomodo, ovvero Giuntella, che potrebbe fare un passo indietro ed assumere, come ha fatto il ‘renziano’ Zevi, una posizione di trattativa con il Segretario in pectore. Tutto si deciderà comunque in queste ore, visto che l’Assise aprirà i battenti alle 14 di mercoledì 13 novembre. Quello che è certo è che se i posizionamenti dei cartelli elettorali saranno questi, Cosentino dovrà miscelare con grande attenzione le dosi che porteranno al nuovo organigramma del Pd di Roma. Una attenzione particolare che dovrà andare oltre la data delle Primarie dell’8 dicembre, quando, non solo il partito, ma anche i cittadini elettori del Pd, saranno chiamati ad esprimersi su chi dovrà succedere al traghettatore Guglielmo Epifani. Cosentino, poi, sarà chiamato a gestire una delicatissima ‘questione amministrativa’. L’assoluta ‘indipendenza’ dimostrata in questi primi mesi di mandato dal Sindaco Ignazio Marino, ha scontentato più di qualche dirigente di primo livello del partito. Non è un mistero, infatti, che l’Aula Giulio Cesare ‘produca’ poco. A più riprese il Presidente dell’Assemblea Capitolina, il Popolare Mirko Coratti, si è visto costretto, per assenza di deliberazioni da mettere all’ordine del giorno dei lavori di Consiglio, a non convocare Sindaco, Assessori e Consiglieri in Aula Giulio Cesare. Non a caso ed a più riprese dal partito si sono levate voci preoccupate per la situazione di stallo politico-amministrativo. Cosentino, nella sostanza, dovrà anche occuparsi di avviare una seconda fase per l’Amministrazione di Roma Capitale, visto che il partito che sarà chiamato a guidare, non è certo minoranza sul Colle Capitolino.