Corsa alla segreteria del Pd. Renzi fa scricchiolare il Governo

Legge elettorale: martedì sul ‘Porcellum’ c’è attesa sulle decisioni della Suprema Corte. Cuperlo: “E’ un assiste per Berlusconi”

ROMA – Matteo Renzi va all’assalto del Governo e provoca le reazioni dei ministri del neonato ‘Nuovo Centrodestra’. E’ certamente problematica, sugli assetti della  maggioranza eterogenea che sostiene Letta, l’intervista concessa al quotidiano la Repubblica. “Il governo sta in piedi grazie a noi – puntualizza Renzi -visto che il ‘Pd ha trecento deputati e Alfano ne ha trenta”.  Ma a stretto giro di posta arriva la replica del Vicepresidente del Consiglio, Angelino Alfano, secondo il quale Renzi punta con decisione a sfilare al Premier non la segretaria del Partito, ma la poltrona di Presidente del Consiglio. “Se Renzi ha l’obiettivo, dopo essersi seduto nella sedia di segretario del Pd, di prendere la sedia di Enrico Letta – precisa Alfano-è sufficiente che lo dica con chiarezza senza bisogno di fare come la vecchia politica, di girarci attorno. Renzi -prosegue il vicepremier- da professionista della politica  sa bene che ad una settimana dal voto la deve sparare grossa per alzare i toni e avere i titoli sui giornali. Del resto lui è sottoposto a due scrutinii: il primo per sapere quanti voti prende lui, il secondo quante persone vanno a votare. Fortunatamente queste primarie del Pd si stanno concludendo, domenica prossima gli italiani sapranno chi occupa la sedia di segretario, da sei mesi si parla solo di questo, e finalmente si potrà parlare dei problemi dell’Italia di cui noi ci siamo occupati e di cui noi continueremo ad occuparci”. Ma si fa sentire, nell’ultima settimana utile elettoralmente per le Primarie, anche l’altro Candidato, Gianni Cuperlo, che ospite da Lucia Annunziata su Rai Tre a ‘In Mezz’ora’, cerca, tra le mille polemiche esplose in queste ore, di dare un senso al suo programma di governo. “Quando dice rivolto ad Alfano: tu hai solo 30 parlamentari, noi 300 e non abbiamo paura delle elezioni. È un assist che si offre a Berlusconi, che vuole che questo Governo cada e vada a casa”, Poi la stilettata al sindaco di Firenze: “Un po’ preoccupa che un candidato alla guida del Pd, anche indirettamente, rischi di fare da sponda alla posizione di Berlusconi”. Ma sulle polemiche interne ai partiti e sulle accelerazioni richieste dal Quirinale sulle Riforme, rischia di far saltare tutto una quasi dimenticata udienza della Corte Costituzionale, convocata per martedì 3 dicembre.  In agenda, i supremi Magistrati devono incardinare e definire alcuni aspetti, già definiti critici, della attuale legge elettorale, conosciuta da tutti come ‘Porcellum’. La Suprema Corte, prima sezione civile, non si è ancora espressa sulla materia, anche se con una ordinanza interlocutoria ha segnalato numerosi aspetti critici. Secondo il quotidiano romano Il Messaggero,che, sulla questione, ha dedicato ampio spazio, esiste “una possibilità che decreti la reviviscenza del Mattarellum, la legge in vigore prima di quella attuale, strada ritenuta possibile da diversi esperti. Quando la Consulta nel 2012 bocciò il referendum abrogativo sulla legge elettorale, disse no anche al ripristino del Mattarellum. Ora la materia è diversa, non è in gioco il referendum, ma la costituzionalità della legge. In ogni caso, dovrebbe essere la Consulta a stabilire espressamente che il Mattarellum – che assegna il 75% dei seggi col maggioritario e il 25% col proporzionale – rivive.


La Corte, ma è un percorso insidioso, – scrive ancora Il Messaggero- potrebbe anche aggredire singoli punti del Porcellum. Per esempio il premio di maggioranza, che di per sè non è incostituzionale, ma come la Consulta ha già fatto intendere in passato, ci sono profili di illegittimità se è svincolato da una soglia, come nel Porcellum. La Consulta, però non può esprimersi sulla costituzionalità di una specifica soglia, senza invadere le competenze del legislatore, può solo intervenire sul premio in quanto tale e se giudicasse incostituzionale il meccanismo di premio del Porcellum, il premio salterebbe in toto.

Questo non impedirebbe il funzionamento della macchina elettorale, ma a quel punto si avrebbe un proporzionale puro. Inoltre, siccome la giunta della Camera non ha concluso le operazioni di convalida, c’è una parte di parlamentari, eletti grazie al premio, che rischia di saltare. C’è poi il nodo della liste bloccate: se la Corte dicesse che sono incostituzionali, rischierebbe di paralizzarsi la macchina, perchè, anche qui, non può introdurre sistemi di preferenze o ritagliare i collegi. La Consulta potrebbe ovviare a questa serie di ostacoli con una sentenza additiva in cui spiega qual è il sistema elettorale che deve essere applicato. Ma quale che sia la scelta, è evidente che la latitanza della politica genera rischi che la via giudiziaria non può sanare del tutto”.

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