Papa Francesco. Prossimo viaggio in Terra Santa e nuove sfide sull’educazione dei bambini

ROMA – Oggi al termine della recitazione dell’Angelus Papa Francesco ha annunciato che farà un viaggio in terra Santa, dal 24 al 26 maggio, per un pellegrinaggio nelle tre città di Amman, Betlemme e Gerusalemme.

L’ultima tappa è quella più importante: al Santo Sepolcro verrà celebrato un incontro ecumenico con tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane di Gerusalemme, insieme al patriarca Bartolomeo di Costantinopoli. Lo scopo del viaggio è quello di commemorare lo storico incontro tra il papa Paolo VI e il patriarca Atenagora, che avvenne esattamente il 5 gennaio di 50 anni fa. Il Santo Sepolcro è per i Cristiani il luogo più santo al mondo, poichè secondo i Vangeli è dove fu deposto Gesù alla sua morte e dove risorse, dopo tre giorni.
A parte Pietro, che visse a Gerusalemme per poi trasferirsi a Roma, per ben duemila anni nessun pontefice romano fece visita al Santo Sepolcro, fino a papa Paolo VI, che fu quindi il primo, nel 1964. Dopo di lui  vi si recò Giovanni Paolo II in occasione del giubileo dell’anno 2000, dove celebrò una messa alla conclusione di un viaggio fatto per la ricerca di dialogo con la religione ebraica. L’ultimo papa a visitare il luogo santo è stato Benedetto XVI; in questa occasione pronunciò un discorso, in cui definì questa tomba il luogo dove il Signore “ha vinto l’aculeo della morte e aperto il regno dei cieli ad ogni credente”.
Papa Francesco, il papa dalle continue sorprese e grande spirito d’iniziativa, non poteva essere da meno.
Durante l’Angelus di oggi poi, oltre ad aver chiesto ai fedeli di pregare per lui, ha ringraziato i bambini di tutto il mondo che gli hanno inviato dei piccoli lavori artistici come dono di Natale e ha concluso dicendo: “Guardate che i bambini fanno davvero bei disegni! Sono belli davvero. Belli, belli, belli!”.
E sono proprio i bambini e la loro educazione un tema che gli sta molto a cuore. Li ha definiti “una generazione che cambia”, cioè figli di genitori separati o di genitori separati che poi vanno a formare una coppia gay: “Le situazioni che viviamo oggi dunque pongono sfide nuove, che per noi a volte sono anche difficili da comprendere. Come annunciare Cristo a questi ragazzi e ragazze?”. Questa è la preoccupazione di Papa Francesco, che suggerisce alcuni pilastri dell’educazione: “Bisogna stare attenti a non somministrare ad essi un vaccino contro la fede. Trasmettere conoscenza, modi di fare e valori. Attraverso questi si trasmette la fede. L’educatore deve essere all’altezza delle persone che educa, deve interrogarsi su come annunciare Gesù Cristo a una generazione che cambia. Il compito educativo oggi è una missione chiave!”.
In un frangente del panorama italiano in cui spesso e animatamente si discute sulle unioni civili e dei diritti delle coppie omosessuali, Papa Francesco sembra non volersi esprimere, minimizzando con una frase un argomento che andrebbe trattato più ampiamente: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. E’ sicuramente poco per capire la sua posizione su questo argomento. Sul tema dell’educazione dei bambini, invece, non ha remore o riservatezze e ci ritorna: ”Bisogna formare il cuore. Altrimenti formiamo piccoli mostri. E poi questi piccoli mostri formano il popolo di Dio. Questo mi fa venire davvero la pelle d’oca”.
Coscienza e umiltà interiori, questo sembra essere il suo binomio vincente.

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