Tre esplosioni al Cairo gettano la capitale nel caos

Caos e disordine al Cairo, dovuti a molteplici attacchi portati nella capitale egiziana

 

IL CAIRO – Il primo attacco viene portato alle 6:15 ora locale da un kamikaze all’interno di una vettura esplosa di fronte al quartier generale al centro della città, uccidendo 4 persone e ferendone una settantina. 

Diversi i danni arrecati agli elementi circostanti la zona dell’attacco, in particolare quelli che hanno coinvolto il museo di arte islamica del 19esimo secolo. Preoccupazione da parte del Ministro delle Antichità Mohamed Ibrahim che afferma: “Il palazzo è stato gravemente danneggiato all’esterno, ma per dare una stima effettiva delle condizioni dei reperti e dei manoscritti bisognerà attendere una prima ispezione dettagliata”. Poche ore dopo un’altra esplosione, questa volta provocata da un ordigno posto nei pressi di alcune auto della polizia, nel quartiere di Dokki, vicino alla metro di Behooth, ha provocato altri 15 feriti e un’altra vittima. Qualche minuto dopo, un altro attacco scuote la capitale egiziana nei pressi del commissariato di Giza, a Talbiya, senza però causare vittime.

Elemento unificante degli attacchi è l’obiettivo da loro preso di mira, la polizia. Non solo, gli attacchi hanno un altro comun denominatore, ossia sono stati effettuati alla vigilia del 25 gennaio, terzo anniversario della rivoluzione del 2011. 

 

Non tarda la prima rivendicazione degli attentati, in particolare del primo, quello portato contro il quartier generale della polizia, condotto dal gruppo jihadista, filo al Qaedista, Ansar Bait al Makdis (I Campioni di Gerusalemme), che hanno motivato l’attacco contro le forze di polizia a causa della loro “miscredenza e sete di sangue”. Inoltre viene dichiarata la volontà di proseguire il jihad. Il gruppo è già noto per l’attacco kamikaze di Mansoura a dicembre, che causò 16 morti e più di 100 feriti, attacco che coinvolse tra gli attentatori anche i Fratelli Musulmani, nonostante la loro ferma dichiarazione di essere estranei all’attentato,  fino ad essere etichettati dalle autorità come gruppo terroristico.

Oggi, però, pochi minuti dopo l’attacco, il portavoce dei Fratelli Musulmani ha condannato l’attacco al quartier generale della polizia affermando l’appartenenza del gruppo all’ala moderata e pacifica della rivoluzione. Difatti, i sostenitori dei Fratelli Musulmani continueranno la loro rivoluzione contro l’introduzione di una nuova costituzione, soprattutto dopo le ultime interviste rilasciate dal primo Ministro Hazem Beblawi, che, prima degli attacchi, ha posto le condizioni per 

tenere le elezioni parlamentari e presidenziali nel giro di sei mesi, aprendo uno spiraglio nei confronti dei Fratelli che però “dovranno accettare la nuova costituzione, rinunciare all’uso della forza e accettare l’idea di un governo secolare, democratico, senza discriminazioni di sorta e con la dovuta distinzione tra religione e politica”.

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