Montecitorio non è il Palazzo d’Inverno e Napolitano non è lo Zar

ROMA – Dopo la tentata presa del Palazzo di Montecitorio (qualcuno dica però ai pentastellati che la Camera non è il Palazzo d’Inverno) nella giornata di giovedì, il Movimento 5Stelle, ben addestrato da Grillo e Casaleggio, hanno alzato il livello dello scontro, annunciando la formalizzazione della richiesta di impeachment per il capo dello Stato, Giorgio Napolitano (Anche in questo caso qualcuno dica agli stessi protagonisti che l’attuale inquilino del Quirinale non è lo Zar) .

Ad annunciarlo il Capogruppo al Senato del Movimento, il cittadino (da oggi non scriveremo più, prima del nome  chiamarli onorevole, senatore o parlamentare ndr) Maurizio Santangelo, che ha protocollato l’atto in tutti e due i rami del parlamento. A precedere l’operazione un twitt della cittadina Laura Castelli: “Consegnato, depositato impeachment a Napolitano. Le promesse si mantengono, soprattutto se si fanno ai cittadini”. Ma cosa avrebbe fatto Napolitano per meritarsi un atto così brutale nei suoi confronti? Vediamolo nel dettaglio l’atto di accusa dei cittadini pentastellati: Espropriazione della funzione legislativa del Parlamento e abuso della decretazione d’urgenza; promozione di una legge costituzionale derogatoria, minando un principio cardine del nostro ordinamento costituzionale quale la sua rigidità; mancato esercizio del potere di rinvio presidenziale; seconda elezione come Presidente della Repubblica; improprio esercizio del potere di grazia; rapporto con la magistratura: Processo Stato – mafia. Sono questi, secondo il Movimento Cinquestelle i 6 capi di accusa su si basa la richiesta formale di “impeachment” dell’attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una procedura che, in base all’articolo 90 della nostra Carta Costituzionale può essere intrapresa solo se si ritiene che il capo dello Stato sia imputabile di alto tradimento o di attentato alla stessa Costituzione. Fin qui le accuse, ma va detto, che quella dei pentastellati, sembra più un arma che rincorre l’effetto mediatico, che non la vera e propria incriminazione del Presidente della Repubblica. 

 

La nostra Legislazione, infatti prevede per la sua incriminazione una norma molto semplice, ovvero che può scaturire solo da un voto a maggioranza assoluta dei suoi membri dell’intero Parlamento (Camera e Senato) in seduta comune. Ed allora amava dire Giulio Andreotti ai suoi: “A pensar male si fa peccato, ma spesso si azzecca” e la nostra spiegazione del ‘giallo pentastellato’ è quella che comunque il provvedimento dovrà finire nelle Aule parlamentari, dunque altra visibilità e proiezioni mediatiche, per arrivare infine ad una misera bocciatura, ed a quel punto l’atto d’accusa, nei confronti di chi non ha voluto  cacciare il ‘boia’, a proposito, sul punto qualcuno dovrà rispondere di vilipendio al Presidente Napolitano. Ma non contenti di quanto compiuto nei confronti della prima carica dello Stato, i cittadini pentastellati anche nella giornata di giovedì, hanno pensato bene di proseguire in quella che sembra una azione di inarrestabile frenesia di demolizione delle istituzioni. Mai alla Camera ed al Senato era stato necessario blindare gli uffici di Presidenti, dei Vice e di alcune Commissioni parlamentari considerate ‘sensibili’ dai nuovi pasdarad senza macchia e senza paura, della democrazia imposta con la demonizzazione dell’avversario, con le occupazioni delle aule parlamentari, con gli insulti. Libertà di critica ci sembra un naturale esercizio di democrazia, ma forse i cittadini pentastellati, in un eccesso di furore per una poco convincente rincorsa ai valori della carta costituzionale, o forse preoccupati dai sondaggi, sono riusciti anche, sembra incredibile, a superare la foga del loro leader carismatico, nell’amaro tentativo di risalire la corrente e giustificare la loro presenza nelle aule parlamentari. 

 

Nella giornata di giovedì i Pentastellati, hanno iniziato di prima mattina con le occupazioni delle Aule delle Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali. Offese e spintoni a tal punto che Alessandra Moretti, del Partito Democratico, ha denunciato il cittadino pentastellato De Rosa per insulti razzisti. Il cittadino, per altro ha avuto il candore di ammettere l’offesa lanciata, precisando però che il destinatario era altra persona. Ma l’azione di quelli che possono essere definiti ultras, sperando che quelli che occupano le curve calcistiche non si offendano, è poi proseguita, instancabile, anche davanti alla Sala Stampa della Camera dei Deputati, dove il Capogruppo del Pd, Roberto Speranza, ha dovuto rinunciare a parlare davanti alle telecamere. Un drappello di cittadini pentastellati, anche in questo caso, ha esercitato il diritto contenuto nella loro ‘Costituzione, che forse prevede il silenzio per gli avversari politici, con il risultato che Speranza ha dovuto rinunciare al contatto con i giornalisti. Tra i cittadini, rispettosi delle regole e della democrazia i cittadini pentastellati, Alessandro Di Battista e Giulia Sarti. Durissima la presa di posizione del Segretario del Pd, Matteo Renzi:I grillini, anzichè cercare di lavorare per il bene del Paese, hanno trasformato il Parlamento in un ring, facendo ostruzionismo e bloccando la democrazia”. Ma sono innumerevoli, in queste ore le prese di posizione di partiti e movimenti. Unici a tener bottone con i 5 Stelle i Fratelli d’Italia degli ex ministri Meloni e La Russa. Da loro in Aula, nel corso dei disordini, una grande dimostrazione di sensibilità istituzionale.

Condividi sui social

Articoli correlati