Nucleare. La Prestigiacomo persevera, ma l’Europa va da un’altra parte

Jeremy Rifkin: “Continuare con questa energia è una follia”. Fulvio Conti, presidente Enel: “Se arrivasse uno stop da Parlamento e Governo incrementeremmo le energie rinnovabili”

ROMA – Il ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo continua a rassicurare tutti, perché, afferma, “attualmente pare che sia cominciato un principio di fusione del nocciolo di uno dei quattro reattori della centrale di Fukushima. Si tratta di un principio, quindi qualcosa di assolutamente limitato, al di sotto del 5%. Per cui non vi è ancora un allarme rosso”. Insomma, nulla di grave, siamo soltanto all’allarme fucsia, come i foulard che indossa con nonchalance, o forse arancione, ma non certo “rosso”. Poi, in controtendenza con molti paesi dell’Unione europea conferma che “il programma nucleare va avanti. Noi siamo molto sereni e convinti di avere fatto una scelta consapevole e giusta. Peraltro le centrali che noi abbiamo programmato nel nostro Paese sono modernissime, di generazione completamente diverse da quelle del Giappone, con sistema di sicurezza enormemente superiori”.

Le “balle atomiche” del governo

“Centrali sicurissime”, “molto più moderne” di quella di Fukushima, “non prenderemo decisioni dettate dall’emotività”, sono tutte le fanfaluche  che i gerarchi (e le “gerarchesse”) berlusconiani stanno ripetendo con messaggi che sembrano registrati, senza tenere minimamente conto di quanto sta accadendo a Fukushima. Tanto che la stessa ministra Prestigiacomo forse sarebbe meglio se assumesse la delega all’energia nucleare in luogo di quella, che sembra oggi usurpata, all’ambiente.

Anche Legambiente, che pure ha sovente lodato la ministra per la gestione dei sacchetti di plastica o la difesa dei parchi, oggi si mostra molto critico per queste dichiarazioni. Secondo Vittorio Cogliati Dezza, presidente dell’associazione, “siamo l’unico paese in cui il governo ha minimizzato fino all’estremo l’incidente”. Bisognerebbe, al contrario, riconoscere che “non esiste un nucleare sicuro: anche nella culla della tecnologia moderna non ci sono gli strumenti per governarlo”. A sottolineare la diversa intelligenza dei principali leader europei, Angela Merkel ha proposto di inserire nell’agenda del prossimo G20 proprio la questione della sicurezza delle centrali nucleari.

Progetti in fase esecutiva

D’altronde, le dichiarazioni della Prestigiacomo sulla realizzazione del “nuovo” nucleare rispondono al vero. “Siamo ancora in una fase di preparazione al ritorno al nucleare in Italia –  spiega il presidente dell’Enel Fulvio Conti –  All’interno del nostro piano 2011-2015 sono previsti 300-400 milioni di investimenti per preparare le procedure di autorizzazioni per arrivare entro il 2015 ad un progetto definitivamente approvato e cantierabile”. Non solo, ma gli investimenti più massicci dovrebbero iniziare nel 2016. Ora, nemmeno il presidente dell’Enel si nasconde le difficoltà del momento, con un referendum alle porte, che potrebbe arrestare per sempre la scriteriata decisione dei gerarchi berlusconiani, tanto è vero che sottolinea come, in caso di uno stop deciso da Governo e Parlamento, “punteremo sull’efficienza energetica e sulle rinnovabili”, in primo luogo, oltre che a “stimolare investimenti nel carbone per far fronte alle esigenze di mantenere l’energia a basso costo e a basso impatto ambientale”.

Referendum alle porte

Decisivo segnale quello che, per la seconda volta, giunge nel nostro Paese. Il referendum del 1987, a seguito del quale i cittadini italiani imposero l’arresto dell’impiego del nucleare, avvenne sotto l’onda emotiva del disastro di Chernobyl. Ora potrebbe accadere la stessa cosa, in un contesto molto simile. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani afferma che “lavoreremo perché dalle urne esca una risposta chiara contro questo piano che poggia sulla sabbia ed è totalmente sbagliato”. Il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, uno degli artefici della raccolta di firme per la consultazione popolare, sostiene che “nel momento in cui i maggiori paesi industrializzati intendono rivedere la loro posizione sul nucleare, in un epoca in cui le moderne tecnologie stanno trovando soluzioni meno pericolose e meno dispendiose del nucleare, il nostro governo vuole mettere in cantiere 13 centrali nucleari che costano troppo, mettono a rischio i paese e le cui scorie non si sa dove metterle” .

Jeremy Rijkin: “Il nucleare oramai è una follia”

Uno dei più famosi studiosi dell’economia verde, Jeremy Rifkin, sostiene da decenni che il mondo del futuro sarà dominato dalle energie rinnovabili. Oggi sottolinea come “L’onda d’urto prodotta dal disastro giapponese ha reso evidente a tutti la follia della scelta nucleare”. Secondo il presidente della “Foundation on Economic Trends”, con l’incidente alla centrale di Fukushima“è entrato in crisi uno dei paesi leader del nucleare avanzato. Ed è successo perché, invece di scegliere la strada dell’energia pulita, si è scelta una via pericolosa pensando di cavarsela con soluzioni ingegneristiche: moltiplicare i controlli, aumentare le difese, raddoppiare le misure di sicurezza. Non è bastato perché ci può sempre essere un evento imprevisto: un terremoto di potenza inusuale, un attacco terroristico in forma inaspettata, un incidente che nessuno aveva ipotizzato”.

Ma si può ipotizzare che intelligenze come quella di Rifkin siano comprese ed ascoltate dai cervelli berlusconiani?

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