ROMA – “Nelle prossime ore presenterò una mia proposta di patto di coalizione fra i partiti che sostengono il governo”.Letta a Milano parla delle mosse per rilanciare l’esecutivo. “Il progetto del governo che presenterò è convincente e sono convinto che convincerà tutti i partiti che lo sostengono”, precisa il presidente del Consiglio.
Parla anche del colloquio con il capo dello Stato: “Ho incontrato questa mattina Napolitano e abbiamo parlato delle prospettive di governo e le scelte da fare”. E’ così probabile che si vada verso vero e proprio cambiamento di poltrone. «Dopo un anno di legislatura – ha detto Letta – la crisi istituzionale è ancora più profonda”. E poi il premier avrebbe escluso sia mini-rimpasto sia voto anticipato. La scelta dunque è ormai circoscritta a procedere con un Letta-bis o Renzi I e il segretario avrebbe dato la sua disponibilità, in caso maturassero le condizioni, ad accettare quello che i suoi definiscono «un sacrificio per il bene del Paese». Con una maggioranza solida, magari anche allargata a Sel. Intanto Matteo Renzi lancia il suo autu aut: “La batteria del governo è scarica, dobbiamo decidere se va ricaricata o cambiata”, ribatte il sindaco di Firenze. Sull’esito del colloquio però radio Transatlantico non dà un’unica versione. C’è chi dice che non sia andato bene per il segretario e che dunque si vada verso una conferma di Letta. E chi invece assicura che «la strada ormai è segnata» e sarà il segretario ad andare a palazzo Chigi. Indicativo potrebbe essere il no di Maria Elena Boschi alla staffetta, mentre a favore dell’ipotesi giocano diversi fattori, non ultimo il tempo. «Questa legislatura ha utilizzato il 19% della barra vita e ha davanti a sè l’81%. La buttiamo via?», ha chiesto Renzi ai deputati cui certo la prospettiva di terminare il mandato non può dispiacere. Tanto che qualcuno ipotizza, in caso Letta perseveri nel non voler mollare, un ‘incidentè parlamentare per obbligarlo al gradne passo. Per Renzi il primo tema sono le riforme, a partire dalla legge elettorale. «O questo passaggio lo portiamo a casa o salta l’Italia», ha ammonito Renzi. A riprova della delicatezza del passaggio sul governo, l’esame della riforma slitterà certamente a venerdì se non addirittura a lunedì. Si aprono dunque 48 ore cruciali. Giovedì alle 15 è convocata la direzione del Pd per decidere. Da qui ad allora andranno avanti i contatti, anche tra Letta e Renzi.