Confcommercio e Cgil rovinano il week end a Renzi

Grillo da comico a giallista: “Bersani fatto fuori da un golpe del Pd” Pioggia di smentire. Senza vergogna i manager pubblici, troppo pochi oltre 800 mila euro l’anno

 

ROMA – Mentre Matteo Renzi, dopo una settimana di trasferte eutropee, tenta di riposarsi nella sua Rignano sull’Arno, le tensioni politiche restano altissime ed al vetriolo. A scompaginare, ancora una volta, Beppe Grillo, che, per una volta, si è concesso ad un giornalista italiano, il Direttore de La 7 Enrico Mentana, ed è riuscito, ancora una volta a decidere su quale fronte dirigere i suoi affondi, ovvero, guarda caso, il Partito Democratico. Il comico genovese, e pensare che amavamo la Repubblica marinara, ha pensato bene, probabilmente a corto di argomenti, di instillare dosi di sopraffino veleno nel cuore del Pd, disegnando scenari da vecchia Unione Sovietica, ai quali avrebbe personalmente assistito, all’interno delle reali mura dell’Ambasciata britannica a Roma. Strategie torbide per far fuori  Bersani a favore di Enrico Letta, ma passato il tempo di una sola notte, il quadretto di Grillo si è letteralmente smontato con una cospicua dose di smentite. A smentire lo stesso Bersani, che del comico genovese ha un ‘gran rispetto’: “Grillo lasci stare Letta e stia tranquillo. Le persone perbene so riconoscerle”. Poi fonti vicine all’ex Presidente del Consiglio Letta: “Non c’è niente da aggiungere a quanto detto in queste ultime ore”. Anzi, Letta avrebbe declinato l’idea di un incontro conviviale e non ufficiale. “Sono tutte farneticazioni”, ha fatto sapere Letta, che racconta di aver spiegato all’ambasciatore britannico: “Per trasparenza digli pure che ci sono, ma non vedo il motivo per incontrarci. Se ci dobbiamo vedere facciamolo a livello ufficiale e alla luce del sole”. Ma quella di ieri è stata la giornata della consueta raffica di numeri economici forniti sulle tranquille rive del Garda a Cernobbio. E’ Confcommercio, ancora una volta, a mettere il dito nella piaga del Governo. Il Presidente Sangalli, infatti, ha denunciato come “nell’affollata arena fiscale i tributi locali hanno fatto la parte del leone. Il prelievo è cresciuto nel 2012 del 7,8% sul 2011, e del 650% rispetto al 1990”. Ciò, aggiunge, ha aggravato la crisi economica e ha creato un clima di incertezza, come dimostra la vicenda Imu-Tasi”. Ma per il giovane Premier di Pontassieve, che pensava di avere un sabato e una domenica di riposo nella sua Toscana, è arrivata anche la randellata della Cgil, con Susanna Camusso: “Il governo ha esordito bene sul piano dei redditi, ha invece esordito malissimo sul piano delle regole del lavoro. Il problema vero è che il lavoro in Italia è poco, lo scivolamento verso la povertà non è solo un aspetto di diseguaglianza generale ma è frutto di una presenza di lavoro povero e dall’assenza di lavoro” ha spiegato ancora Camusso. Per cambiare orizzonte, ”tutte le risorse disponibili vanno messe per creare lavoro”. A completare l’opera l’esternazione del Presidente di Confindustria Squinzi, che apertamente, e senza pudori, ha detto la sua sulle delocalizzazioni degli impianti industriali: “Anche oggi mi hanno offerto il Canton Ticino per il nuovo head quartier aziendale -ha provocatoriamente annunciato il leader degli industriali Giorgio – se le lungaggini burocratiche mi fanno aspettare 4-5 anni, ci penso”. Tornado, invece alla politica è stato un sabato di lavoro anche per Silvio Berlusconi, che, ancora una volta, ha dovuto smentire anticipazioni mediatiche che davano per certa la partecipazione alle prossime elezioni Europee, di uno dei suoi figli: “Sono tutte invenzioni. I miei figli non saranno candidati” dice l’ex premier dopo aver incitato i suoi sostenitori a una iniziativa dei club Forza Silvio proprio per la corsa all’Europarlamento. Ma poi, non poteva non mancare quello che da sempre è stato il cuore delle campagne elettorali del Cavaliere: i sondaggi. “Gli ultimi – ha detto Berlusconi – dicono che alle europee andrà a votare il 46-47% dei cittadini: un terzo dei voti va a noi e ai nostri alleati, un altro al Pd e ai comunisti e un altro a Grillo. Il 50% di chi non ha ancora deciso come lo convinciamo? Servono i social network ma anche il contatto diretto che può avvenire tramite i club”.  I delusi non si convincono, fa sapere ancora il Cavaliere “con la tv, perché chi è deluso non guarda le trasmissioni di approfondimento che infatti sono calate, Servizio Pubblico è sotto il 7%, e nemmeno con i Tg quando parlano di politica. Non li possiamo raggiungere con i giornali, perché il 90% è dall’altra parte e poi quelli del Pd non si convincono perché sono dei militanti. Dobbiamo convincere gli elettori dei Cinque Stelle che sono delusi e disgustati dalle persone che sono in Parlamento”. Infine una ultima riflessione, amara, su le riflessioni che alcuni manager pubblici, hanno fatto, nelle ultime ore, sui loro ‘orrendi’ trattamenti economici. Confermate le minacce del numero uno delle Ferrovie, Moretti: “Lo Stato può fare quello che desidera – ha detto – sconterà che una buona parte di manager vada via, lo deve mettere in conto” commentando l’ipotesi di riduzione dei compensi per i super-manager. A chi gli chiedeva se in caso di un taglio della sua retribuzione potesse considerare l’ipotesi di andarsene Moretti si è limitato a replicare: “ma non c’è dubbio”. Il manager delle Ferrovie ha spiegato di guadagnare “850 mila euro l’anno, il mio omologo tedesco ne prender tre volte e mezzo tanti: siamo delle imprese che stanno sul mercato ed è evidente che sul mercato bisogna anche avere la possibilità di retribuire, non dico alla tedesca e nemmeno all’italiana, ma un minimo per poter fare sì che i manager bravi vengano dove ci sono imprese complicate e dove c’è del rischio ogni giorno da dover prendere”.  Dunque, a legger bene, Moretti vorrebbe anche l’aumento. Concedeteci su questo punto una provocazione, in nome delle migliaia di cassa integrati, di giovani disoccupati, di esodati, di piccoli e medi imprenditori, che sono stati spazzati via dalla crisi. Vergognatevi ed almeno mantenete il silenzio perché qualche pensionato al minimo al di sotto dei 500 euro, potrebbe anche incazzarsi. Moretti, se proprio deciderà di andare all’estero, ce ne faremo una ragione, ma la invitiamo anche a non tornare più, di persone come e meglio di Lei, e certamente più giovani, ce ne sono molte in questa sfortunata Nazione e chissà, potrebbero fare anche meglio…

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