Disco verde del Governo al Ddl costituzionale

Renzi ignora gli avvertimenti del suo stesso partito e del Presidente del Senato Grasso

ROMA – Disco verde del Consiglio dei ministri al ddl costituzionale che riforma il Senato, il Titolo V della Costituzione e abolisce il Cnel. A nulla sono valsi i tentativi fatti da numerosi esponenti del Pd, ma anche di alte cariche dello Stato, come il Presidente del Senato, Grasso, a riflettere, almeno sulla parte di riforma che riguarda l’abolizione del Senato. Il Presidente del Consiglio e Segretario del Pd, Matteo Renzi, non molla e a testa bassa va contro tutto e tutti, nel merito delle riforme istituzionali, soprattutto nella parte che riguarda l’abolizione del Senato. Il Premier ha ignorato, o meglio saltato a piedi pari, le raccomandazioni che gli erano arrivate nelle ultime ore da più parti, tra tutte quelle del Presidente del Senato, Grasso. Ignorata anche la nota diffusa dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che pure con Renzi ha siglato un patto per arrivare alla definizione di un quadro istituzionale diverso: “Noi rispetteremo fino in fondo gli accordi che abbiamo sottoscritto e siamo pronti a discutere tutto nel dettaglio, senza accettare testi preconfezionati, ma lavorando insieme per costruire le riforme migliori per il Paese”. Come dire non fateci arrivare testi inemendabili perché ci troverete dall’altra parte della barricata. Renzi ha poi ignorato gli avvertimenti che gli sono piovuti addosso da una parte consistente del suo partito, soprattutto le anime della sinistra, avvertimenti che lasciavano trapelare come nelle Aule parlamentari non sono scontati appoggi incondizionati alla linea del Segretario. Di buon mattino ha utilizzato i microfoni di Rtl 102,5 per lanciare quello che ha tutta l’aria di essere un ultimatum: “Io la faccia sulle riforme a metà non ce la metto”, dice il premier intervistato da Rtl 102.5, che minaccia il ritiro nel caso il disegno di legge venisse affossato: Non sto a Roma perché mi sono innamorato dei palazzi. Se la classe politica dice che non bisogna cambiare, faranno a meno di me e magari saranno anche più contenti. Vediamo se questa volta si bluffa o si fa sul serio. È una questione di dignità. Su questo non mollo di mezzo centimetro”.  Resta dunque tutto aperto il solco tracciato domenica nell’intervista concessa al Corriere della Sera e che aveva provocato una dura reazione del Presidente del Senato Grasso. Ma oltre che nel partito e nelle opposizioni, Renzi sembra far spuntare avversari anche nella sua stessa coalizione di Governo. Il ministro dell’Istruzione Giannini, che è anche Segretaria di Scelta Civica, definisce a Radio Città Futura, ‘inconsueto’ un disegno di legge di iniziativa del Governo su questo tema. Poi l’invito al Presidente del Consiglio per “qualche momento di riflessione e maturazione in più”. Ma se la sinistra del Pd, alza gli scudi, altrettanto fanno i sostenitori del Premier-Segretario, tra questi da registrare gli interventi di Debora Serracchiani, che addirittura lancia un vero e proprio monito al Presidente del Senato, Alfano, chiedendogli di rispettare le decisioni del partito, mentre il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi le si affianca con l’indicazione di “condividere il progetto e non smontarlo”.

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