Congresso Cgil. Poletti smussa la polemica, ma resta nel vago

Poletti: Cgil grande organizzazione. Confronto giusto ma decide il governo 

“Saremo felici di trovare alleati lungo la strada del cambiamento, ma il governo deve fare presto perché c’è un pezzo d’Italia che non ne può più”. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti conferma l’atteggiamento di un governo che vuole decidere, ma non punta a rinfocolare le polemiche tra l’esecutivo e la Cgil e nella seconda giornata dei lavori congressuali dell’organizzazione, mentre si svolge il dibattito fra i delegati, fa alcuni distinguo. “Ho letto la relazione introduttiva di Susanna Camusso – dice a margine dell’assise – e non parla di ‘distorsione’, bensì di ‘torsione democratica’: bisogna dare il significato vero alle parole”. Quanto alla concertazione, “il ministro incontra le parti sociali, discute, ascolta, valuta e poi, come è naturale che sia, è il governo che si prende la responsabilità totale delle decisioni che deve assumere”.

In ogni caso la presenza del ministro è un segnale di attenzione verso il sindacato: “Sono venuto qui – afferma – perché è un impegno che avevo assunto. Avrei voluto esserci ieri, ma c’era il vertice dei ministri del Lavoro dell’Ocse, quindi ho deciso di venire oggi a salutare il segretario: la Cgil è una grande organizzazione che rappresenta i lavoratori e i pensionati italiani e il ministro del Lavoro inevitabilmente e io aggiungo, giustamente, deve confrontarsi”. Ancora sui rapporti con la Cgil, “da domenica scorsa a oggi non è cambiato nulla, non sono intervenuti fatti significativi. Per quel che ci riguarda la musica è già cambiata, fissiamo in maniera precisa tempi e obiettivi e li rispettiamo. Non metto la responsabilità su altri – ha però precisato a quanti gli chiedevano un commento alle parole del premier Renzi – il governo fa le sue cose”.

“Non abbiamo chiesto il permesso a nessuno – ha precisato ancora Poletti, riferendosi alle misure su lavoro e fisco – ma è un dato normale, fisiologico della democrazia: ascolto, discussione, decisione. Non facciamo niente contro nessuno, facciamo le cose che pensiamo siano utili ai cittadini italiani. Io non chiedo a nessuno di fare passi da nessuna parte, credo che il governo faccia bene a tenere la propria posizione di merito e la propria modalità di funzionamento. In Italia c’è bisogno di decisione”. A chi gli domandava se potesse configurarsi una guerra fredda con i sindacati, “non credo – risponde Poletti – che si inneschino guerre fredde o calde di nessuna natura. Ci sono valutazioni e scelte che il governo fa, di metodo e di merito. Su queste scelte è del tutto legittimo che si sia d’accordo o no, ma nonè il fatto che ci sia o non ci sia l’accordo che deve portarci a decidere”.

Camusso ha chiesto un intervento sulle pensioni e su questo terreno potrebbe esserci un primo punto di incontro: “E’ un tema delicato e complicato che il governo intende affrontare mettendo come primo punto il tema esodati”, afferma il ministro: “Oggi spero di riuscire a chiarire questo punto rispetto alla platea”. Più in generale rispondendo alla Cgil che chiede una revisione del sistema previdenziale, “abbiamo davanti un periodo di ascolto, alla fine faremo una sintesi di quello che è emerso e prenderemo le decisioni”. Anche per quel che riguarda la riforma del lavoro “siamo in un periodo di ascolto: sentiremo tutti, faremo la sintesi di ciò che sarà emerso e alla fine valuteremo”.

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