Renzi alla Cnn vuole cambiare l’Europa. Vendola, è un caleidoscopio di slogan

ROMA – Il premier Matteo Renzi continua con la sua litania in cerca di recuperare consensi internazionale, mentre è di oggi la notizia che il suo partito perde una fetta grossa di militanza. Si parla di almeno 100mila persone perdute. Ieri Renzi ha cercato in tutti i modi di convincere gli investitori stranieri a venire in Italia, a investire in un Paese, a suo detta, “dove ci sono opportunità e regole”.

 

Oggi durante l’intervista concessa alla giornalista Christiane Amanpour per la rete televisiva Cnn, ha ribadito il concetto che occorre cambiare l’Europa. Dopo la presa di posizione del ministro francese contro l’austerità ci si aspettava uno scatto del premier forte e decisivo. Invece, Renzi si è limitato a dire: “Credo che sia importante ridurre il potere della burocrazia in Europa. Credo sia assolutamente importante ridurre il livello del potere dei tecnocrati a Bruxelles”. Insomma, alla fine, l’ex sindaco di Firenze, tiene a precisare che il parametro del 3% imposto da Bruxelles, sarà rispettato.

Intanto, viene da giungere da sè che le politiche renziane ormai rappresentino un vero e proprio vulnus per la sinistra italiana.  Lo ribadisce oggi anche Nichi Vendola in un’intervista: “Caro Matteo, c’era un tempo in cui quando si diceva  riforma si parlava di qualcosa che migliorava la vita delle persone; dal diritto di famiglia alla riforma sanitaria e così via. Oggi quando si evoca la parola riforma si parla sempre e solo di qualcosa che ti spoglia di un diritto. Oggi vediamo che Renzi – ha proseguito il leader di Sel – dice tutto e il contrario di tutti, è un caleidoscopio di slogan: sta con Hollande ma anche con Cameron, dice alla Merkel ‘non trattarci come scolarettì ma poi come uno scolaretto dice ‘rispetteremo il vincolo del 3%'”.

E poi: “I diversamente berlusconiani  ci ricordano che sono un fondamento di questa maggioranza. E lo sono davvero. Anche il cronoprogramma dei mille giorni è scandito dalla destra: all’inizio c’è un colpo al cuore dei diritti sociali con le regole del mercato del lavoro, in coda forse arriverà una parvenza di diritti civili”.

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