Legge Stabilità, il testo arriva al Quirinale. Sindacato dei pensionati sul piede di guerra

ROMA – Il testo del disegno di legge di Stabilità, è arrivato al Quirinale e sarebbe in attesa di passare nelle mani della Ragioneria Generale dello Stato, affinché sia preso in esame. Dopo la mancata bollinatura, su cui Renato Brunetta ha alzato un polverone, il  Colle ha già fatto sapere in una nota che la legge sarà “adesso oggetto di un attento esame essendo per sua natura un provvedimento molto complesso”.

Nel frattempo i presidenti delle Regioni incontreranno il governo giovedì mattina alle ore 8 a Palazzo Chigi per discutere sui tagli previsti dalla Legge di Stabilità. Anche l’Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, incontrerà a Palazzo Chigi l’Esecutivo per esaminare la Legge nel dettaglio, nonostante siano già piovute critiche. «Continuare a far credere che i Comuni siano centri di spesa inefficienti e parassitari è una operazione disonesta. Il problema non siamo noi», ha precisato il presidente dell’Anci, Piero Fassino.

Critiche anche da Susanna Camusso che punta il dito contro la ricetta di Renzi: “Non è quella giusta. Serve una legge di stabilità che abbia come priorità gli investimenti e la creazione di lavoro, un lavoro che sia con diritti e dignità”, puntualizza la numero uno della Cgil, che sabato prossimo scenderà in piazza per difendere l’articolo 18 e per contrastare le politiche economiche del governo Renzi.

E poi: «Ho la sensazione che questa sia una manovra di stabilità che apparentemente è costruita intorno all’idea di mantenere una riduzione fiscale per i lavoratori con gli 80 euro. Ma se guardiamo in gran parte viene ripagata da maggiori introiti fiscali, penso alla manovra sul Tfr, che vuol dire che i lavoratori ci rimettono un salario che è già loro». E ancora: «Direi che siamo di fronte all’idea di elargizione di risorse a pioggia che abbiamo già conosciuto nella storia recente del nostro Paese e che non determinano né risultati di innovazione né di occupazione». 

C’è anche tensione sulla scelta di far slittare le pensioni dal primo al 10 di ogni mese. La norma contestata oggi dai sindacati dei pensionati e dalle associazioni dei consumatori scatterebbe già dal primo gennaio 2015 con l’obiettivo di  razionalizzare ed uniformare le procedure e i tempi di pagamento delle prestazioni previdenziali corrisposte dall’Inps.

Il governo dimentica però, che la pensione serve spesso per pagare impegni  fissi, come l’affitto (che scade solitamente il 5 di ciascun mese), il mutuo o eventuali pagamenti di prestiti. 

Nel frattempo c’è molta attesa sul giudizio che darà la Ue. Infatti la Commissione europea potrebbe chiedere all’Italia qualche aggiustamento strutturale di mezzo punto di Pil: tradotto, 8 miliardi di risparmi aggiuntivi. Sarà il commissario Katainen a dare il parere sulla manovra: “Siamo concentrati nell’analizzare le cifre e le misure che ci ha inviato il governo italiano. Speriamo che tutto vada per il meglio”, fa sapere.

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