Currò volta le spalle al M5S e segue Renzi

ROMA – Il Movimento 5 Stelle perde ancora pezzi. Oggi è la volta del deputato  Tommaso Currò, il quale lascia il suo gruppo politico d’origine.

“Voglio sentirmi sereno e orgoglioso – ha precisato l’ormai ex pentastellato – di lavorare per un progetto politico nel quale riconoscermi e attraverso il quale operare. Oggi questa condizione in M5S non c’è più”. E annuncia il voto favorevole alla risoluzione della maggioranza sulle politiche europee.

“Questo governo ha il merito di aver adottato politiche in discontinuità con il passato. Da un lato c’è chi tenta di risolvere la crisi e chi invece adotta atteggiamenti pregiudizievoli nei confronti di tutto e tutti”, dice il deputato, riferendosi proprio al Movimento 5 Stelle.  “Ho il diritto di contribuire alla moralizzazione di questo Paese e di rappresentare il territorio nel quale sono stato eletto, e questo paradossalmente all’interno di questo movimento non mi è stato reso possibile”.

Un annuncio che, guarda caso, arriva subito dopo l’appello lanciato dal premier Matteo Renzi in cerca di nuove alleanze, specie in vista di una possibile candidatura al Quirinale. “Abbiamo bisogno anche di voi”, puntualizza Renzi in Aula. E poi: “Questo Parlamento non può vedere buttata via l’occasione di una forza politica importante in una discussione tutta interna e sterile. Continuerete a perdere deputati e senatori e a fare liste di proscrizione. Non andrete da nessuna parte”.

E così a sorpresa Currò lascia i ranghi pentastellati, con tanto di critiche, e si allinea favorevolmente alla mozione del governo in tema di politica estera.

“Condivido il tentativo di rinnovamento della classe dirigente  – precisa Currò – e intendo partecipare attivamente alla moralizzazione della politica. Rivendico il diritto di rappresentare il territorio in cui sono eletto, in questo ostacolato dal mio movimento più che da altri”.

Non passa molto che la bacheca di Currò viene presa d’assalto con insulti che criticano il comportamento opportunista del deputato. L’addio di Currò segue di pochi giorni quello, forzato, di Artini e Pinna, ultimi di una serie di defezioni che, tra Camera e Senato, cominciano a diventare numerose e a far traballare lo stesso movimento.

E non è detto che nelle prossime ore l’appello di Renzi venga raccolto da altri pentastellati. “Recuperate la passione che ha caratterizzato gli elettori che vi hanno eletto – ha detto sempre Renzi rivolgendosi ai grillini – non per insultare o buttarla in caciara. Quando urlate, io dovrei essere contento perché rappresento un partito di 11 milioni di persone che voi manco se mettete insieme gli utenti di 7 mesi”.

E infine: “Il fatto che stiate perdendo pezzi ogni giorno non vi autorizza a interrompere. Siamo solidali con voi e capiamo la vostra difficoltà: il nostro compito è continuare a lavorare per il bene dell’Italia nonostante le vostre urla, le vostre grida. C’è una ragione se non vi votano più”. 

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