Ilva. Ok al decreto che sa di incostituzionale

ROMA – E’ passato anche il decreto sull’Ilva alla camera con  284 sì, 126 nodel M5S, Lega e Sel e 50 astenuti tra forza Italia e Fdi. 

Un altro colpo basso secondo il M5S che sembra scritto per le banche.   “È una proroga a vita dell’Ilva che è in realtà solo un modo per far rientrare le banche dalle loro esposizioni e dei loro crediti per poi lasciare tutti debiti e danni a carico dello Stato. Ecco cos’è il decreto Ilva”: tuona il Movimento 5 Stelle che oggi ha votato no al decreto Ilva alla Camera. “È palese – ha detto in Aula il deputato Davide Crippa – come il Governo ritenga troppo restrittive le norme dell’autorizzazione AIA per l’Ilva, considerando che si sta facendo di tutto per ampliarne le maglie giustificando di fatto la procedura di infrazione europea”. Il decreto introduce una nuova figura, secondo M5s, “l’unto dal Signore”: “Al commissario Straordinario tutto è concesso – ha detto Crippa – tanto che viene scritto nero su bianco che non è responsabile penalmente per le operazioni di finanziamento, bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta”. “La stessa aula di fatto esonera dai propri doveri e dalle proprie responsabilità colui che sarebbe il responsabile della sicurezza aziendale dell’Ilva che, come si può leggere da cronache recenti, non è per nulla esente da rischi di incidenti. Quindi un infortunio sul lavoro all’interno dello stabilimento Ilva potrà di fatto non comportare più alcuna responsabilità penale del datore di lavoro?”. “Non vi nascondo – ha concluso – che ho trovato surreale leggere sui giornali come il deputato Bratti si sia indignato per quanto contenuto nel decreto inserito dal Senato dallo stesso PD per le scorie di fonderia. Ma è l’ipocrisia a cui ci hanno purtroppo abituati”. E mentre Matteo renzi plaude al decreto

definendo un progetto serio per l’Ilva che riguarda tutta la città di Taranto, anche Sel non lesina crtiche.

“Un testo blindato sul quale ci è stato impedito di cambiare anche solo una virgola, con la bocciatura di tutti i nostri emendamenti. Un decreto che viola la Costituzione e il diritto comunitario come evidenziato dalla ennesima apertura di una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese”, affermano il capogruppo dei deputati di Sinistra Ecologia Libertà, Arturo Scotto e la deputata tarantina di Sel Donatella Duranti. “L’esclusione della responsabilità penale ed amministrativa del commissario, e dei suoi delegati – proseguono gli esponenti di Sel – in riferimento alle condotte connesse alla attuazione dell’AIA viola il principio di uguaglianza davanti alla legge e il principio della responsabilità dei funzionari dipendenti dello Stato”. E poi: “La legge regionale sulla valutazione del danno sanitario viene indebolita con conseguente violazione del principio secondo il quale la tutela della salute rientra nella legislazione concorrente”.”Si produce infine – conclude  Sel – un cortocircuito con le normative europee che si basano sui principi di precauzione, prevenzione e correzione nonché sul principio del ‘chi inquina paga’”.

Proeteste anche dalla Lega che parla di “4mila aziende dell’indotto dell’Ilva attendono da anni i pagamento dello Stato ladro, che ha preteso le tasse e non ha pagato i fornitori. L’ingerenza della politica nella gestione dell’Ilva sta desertificando il patrimonio siderurgico del paese, un tempo ai vertici mondiali. È l’ennesimo fallimento di un governo che merita solo di andare a casa”. Così l’intervento in Aula di Davide Caparini, il quale ha accusato gli ultimi esecutivi di sinistra di “aver ridotto sul lastrico l’azienda, producendo 3 miliardi di insolvenze in due anni e mezzo”, e “le 4mila imprese fornitrici, con sede per lo più al Nord, esposte con banche e dipendenti, gravate dalle tasse su incassi mai ottenuti, e in eterna attesa dei pagamenti dello Stato”. 

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