Fassina lascia. Il Pd perde pezzi e s’indebolisce

ROMA – Stefano Fassina ha lasciato il partito Democratico. Da ieri, infatti, le voci si rincorrevano su questa ipotesi. oggi la conferma ufficiale.

“Ieri   ho lasciato il Pd. L’ho fatto in un circolo della periferia romana perche’ li’ sono le  mie radici, le persone che dobbiamo rappresentare e le persone a cui devo dare risposte”, ha spiegato  Fassina, in una conferenza stampa a Montecitorio.  “Servivano quattro  correzioni profonde per  migliorare il ddl sulla scuola e  questo non è avvenuto”, dice e sottolinea: “si è  messa la fiducia, si è chiusa ogni possibilità di dialogo e si è  voluta fare l’ennesima forzatura”.  “La scuola – spiega Fassina –  è solo l’ultimo passaggio  di una vicenda, dopo la delega lavoro e il cosidetto Jobs  act, non abbiamo condiviso le riforme costituzionali e legge  elettorale”. Alla conferenza, al fianco di Fassina  anche la deputata Monica Gregori, che    ha annunciato anche la sua uscita dal Pd.

Domani, Stefano Fassina e la Gregori presenteranno  la lettera di dimissioni dal gruppo alla Camera. L’ex vice ministro dell’Economia ha poi annunciato che “Il 4 luglio con Civati, Cofferati e Pastorino ci ritroveremo per avviare un percorso politico sui  territori, plurale, che possa raccogliere le energie, tante,  che  sono andate nell’astensionismo”. Vogliamo provare a  ricoinvolgerle per una sinistra di governo ma con una agenda  alternativa”.  Infine, Fassina ha detto: “continueremo a essere in Parlamento con spirito positivo e  non passeremo all’opposizione”.  

La notizia lascia comunque degli strascichi negativi all’interno di un partito che parla solo a se stesso. “”Non è un bel giorno per il Pd. Quella di Stefano è una scelta che deve far riflettere tutti noi. C’è bisogno di un’inversione di rotta, altrimenti lo scollamento  con un pezzo del nostro mondo aumenterà invece di diminuire”, ha detto l’ex capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza. 

“Houston abbiamo un problema”. ha tuonato ironicamente il deputato del Pd, Gianni Cuperlo. “Perdiamo voti e perdiamo pezzi. Pezzi pregiati. Qui c’è un partito che non è in grado di tenere unito il suo campo. Chiedo di ascoltarci, discutere, correggere. Magari in uno sforzo di sincerità e non alle due del mattino come abbiamo fatto dopo l’ultimo voto. Perché l’allarme c”è – conclude Cuperlo – ed è suonato forte da tempo, Non ascoltarlo adesso può rivelarsi un errore non scusabile”.

Soddisfazione per l’uscita di fassina l’ha invece espressa il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero. “E’ un”ottima notizia che Stefano Fassina  abbandoni il Pd e si ponga l”obiettivo di aggregare tutti e tutte coloro che nel Pd avevano creduto e che oggi vedono chiaramente che  questo partito ha assunto un profilo centrista quando non di destra. 

Le forze che stanno abbandonando il Pd – da Cofferati a Civati a  Fassina, così come migliaia di militanti di base – sono decisive per costruire un soggetto politico della sinistra da promuovere con Rifondazione Comunista, Sel, l’Altra Europa”. “Questo compito è tanto più importante in questa fase in cui la  vicenda greca ci dice di come sia necessario fare una comune battaglia di sinistra per cambiare questa Europa e sconfiggere le politiche neoliberiste. Il compito che ci spetta è semplice ma impegnativo allo stesso tempo: dar vita rapidamente ad una costituente della sinistra che anche in Italia aggreghi il vasto popolo della sinistra e aggreghi e rafforzi la prospettiva di uscita dalle politiche di austerità”, conclude Ferrero.

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