Scandalo Volkswagen. Silurato l’ad, parte la class action

ROMA – Sul caso della casa automobilistica tedesca è la stessa cancelliera della Germania Angela Merkel che chiede di fare “piena chiarezza” sullo scandalo attorno alle manipolazioni dei gas di scarico ai veicoli Volkswagen. 

“Vista la difficile situazione – ha affermato la Merkel incontrando la stampa – ora è cruciale fare piena chiarezza sull’intera questione. Il ministro dei trasporti (Alexander Dobrindt) è in stretto contatto con il produttore e spero che i fatti verranno accertati il prima possibile”.

Anche Bruxelles fa sapere di essere in contatto con Volkswagen e con le autorita’ statunitensi dopo che le ammissioni della compagnia tedesca sui test delle emissioni inquinanti e di voler “andare fino in fondo” sulla vicenda. In particolare la commissione Ue invita i governi ad essere “particolarmente vigili sulle compagnia nazionali”. Il portavoce della commissione Ue, Lucia Caudet fa anche sapere che le indagini sono in corso ed e’ prematuro dire se anche in Europa siano necessaria “immediate misura di controllo”. “Ma voglio essere chiaro – aggiunge – occorre andare fino in fondo. Per la sicurezza dei nostri consumatori e dell’ambiente occorre essere certi che le aziende rispettino scrupolosamente i limiti delle emissioni”. Bruxelles fa poi sapere di essere in contatto anche con l’Epa, l’agenzia Usa per la protezione ambientale e con la Carb, il California Air Resources Board.

Nel frattempo vacilla la poltrona dell’amministratore delegato di Volkswagen, Martin Winterkorn: secondo la stampa teutonica verrà silurato prima della fine della settimana. Domani si svolgerà una riunione del comitato direttivo, composto da sei manager, mentre venerdì la  posizione di Winterkoprn verrà esaminata dai 20 componenti del Consiglio di amministrazione. Secondo il quotidiano tedesco Tagesspiegel il manager 68enne verrà scaricato ed è già pronto il suo sostituto: Matthias Mueller, attuale numero uno della controllata Porsche.Winterkorn era “”sopravvissuto”” ad uno scontro nei mesi scorsi con il nipote del fondatore della casa tedesca e suo ex mentore, Ferdinand Piech, fino allo scorso aprile presidente del Consiglio di vigilanza e che riteneva responsabile il manager dell’eccessiva esposizione al mercato cinese e del mancato sviluppo proprio negli Usa. Piech non ha ottenuto il supporto del Cda, ma ora l’industriale 78enne potrebbe avere la sua “rivincita”.

Anche in Italia la notizia ha destato indignazione tanto che il Codacons ha iniziato giù a raccogliere le pre-adesione degli automobilisti ad una class ation contro Volkswagen. “Al momento – spiega il Codacons in una nota – sarebbero 11 milioni i veicoli circolanti nel mondo coinvolti nello scandalo in attesa che le indagini avviate dalle autorità competenti e dal Ministero dei trasporti ci dicano se anche le automobili Volkswagen vendute in Italia abbiano subito la falsificazione dei dati relativi alle emissioni, abbiamo deciso di studiare una class action da avviare direttamente negli Stati Uniti a tutela dei clienti della casa automobilistica, per l’inganno perpetrato, la grave violazione delle norme e le conseguenze sul piano ambientale”.”La buona fede dei clienti Volkswagen è stata profondamente lesa, e inestimabile potrebbe essere il danno all’ambiente derivante dalla falsificazione dei danni sulle emissioni – spiega il Presidente Carlo Rienzi -, per tale motivo invitiamo tutti gli automobilisti proprietari di auto Volkswagen a fornire la propria pre-adesione alla class action allo studio da parte del Codacons, inviando una mail all’indirizzo [email protected]“.

La Federconsumatori e l’Adusbef, invece, in una nota chiedono maggiori controlli anche in Italia: “Gravissimo il comportamento della casa automobilistica tedesca che ieri ha ammesso di aver violato le normative sull’ambiente negli USA. Chiediamo in tal senso che vengano effettuati gli opportuni controlli anche in Italia, per l’intero settore, prevedendo contestualmente severe sanzioni per chi elude le norme.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.  “Ma, al di là delle verifiche nel nostro Paese, per essere realmente incisivi in tale ambito e determinare reali benefici per l’ambiente, è indispensabile una strategia europea. Per questo stiamo concertando con le altre Associazioni europee con cui siamo in rete una piattaforma di richieste da presentare all’UE per far sì che l’Europa si distingua per il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini. Ovviamente, nel caso di eventuali accertamenti di violazioni delle norme sull’ambiente anche nel nostro Paese, siamo pronti a mettere in campo tutte le iniziative del caso, sia sul piano politico che su quello legale.

 

 

 

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