Calcio. Illeciti fiscali, Procura apre inchiesta

Fiume di indagati

Aperta un’inchiesta a Napoli sulla compravendita dei calciatori, 64 indagati.Tra gli indagati dirigenti, calciatori e procuratori di serie A e B, tutti accusati di aver usato la compravendita dei calciatori per compiere degli illeciti fiscali.

Gli indagati

CALCIATORI – Gustavo German Denis, Juan Fernando Quintero, Adrian Mutu, Ciro Immobile, Matteo Paro, Hernan Crespo, Pasquale Foggia, Antonio Nocerino, Marek Jankulovski, Cristian Gabriel Chavez, Ignacio David Fideleff, Ivan Ezequiel Lavezzi, Gabriel Paletta, Emanuele Calaiò, Cristian Molinaro, Rios Pabon, Diego Alberto Milito.

DIRIGENTI – Antonio e Luca Percassi, Claudio Garzelli, Giorgio Perinetti, Luigi Corioni, Gianluca Nani, Sergio Gasparin, Pietro Lomonaco, Igor Campedelli, Maurizio Zamparini, Rino Foschi, Daniele Sebastiani, Andrea Della Valle, Pantaleo Corvino, Alessandro Zarbano, Enrico Preziosi, Luciano Cafaro, Jean Claude Blanc, Alessio Secco, Claudio Lotito, Marco Moschini, Renato Cipollini, Aldo Spinelli, Adriano Galliani, Aurelio De Laurentiis, Tommaso Ghirardi, Pietro Leonardi, Pasquale Foti, Edoardo Garrone, Umberto Marino, Massimo Mezzaroma, Roberto Zanzi, Giovanni Lombardi Stronati, Francesco Zadotti, Sergio Cassingena, Massimo Masolo e Dario Cassingena.

PROCURATORI – Alessandro Moggi, Marco Sommella, Vincenzo Leonardi, Riccardo Calleri, Umberto Calaiò, Leonardo Adrian Rodriguez, Fernando Osvaldo Hidalgo, Ives Alejandro Mazzoni, Edoardo Luis Rossetto.

I fatti

L’ipotesi di reato per la Procura è “evasione fiscale e false fatturazioni”.

Dall’inchiesta emerge un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte, posto in essere da 35 società calcistiche di serie A e B nonchè da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori. In particolare, il meccanismo fraudolento architettato per sottrarre materia imponibile alle casse dello Stato italiano è stato adottato nel contesto delle operazioni commerciali sulla compravendita di calciatori.

Le indagini 

L’inchiesta partita nel 2012  e denominata ‘Fuorigioco’ è condotta dai pm della procura di Napoli Danilo De Simone, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli. Tutto nasce da quando la Finanza acquisisce i contratti di Ezequiel Lavezzi, ceduto dal Napoli al Psg, e del quasi sconosciuto attaccante argentino Cristian Chavez. Nove mesi dopo i finanzieri si sono presentati nelle sedi di 41 società di A e B per acquisire ulteriore documentazione. Gli investigatori parlarono di un “fenomeno generalizzato” nel calcio italiano, vale a dire la “progressiva ed esasperata” lievitazione degli oneri relativi agli ingaggi dei calciatori. E questo, era l’ipotesi investigativa, avrebbe fatto sì che nel tempo si determinasse una situazione di squilibrio gestionale sul piano economico-finanziario che potrebbe aver spinto le società a compiere illeciti fiscali.

Ora la procura e della Gdf si concentrano su diversi aspetti della gestione dei club: dai rapporti tra società, procuratori e calciatori alle modalità di trasferimento di questi ultimi; dall’esame dei contratti alle modalità d’inserimento nei bilanci dei giocatori; dalle operazioni di compravendita e rinnovo alla gestione dei diritti d’immagine e dei diritti tv; dall’attività’ di scouting ai compensi per i calciatori qualificati come ‘fringe benefit’. La Guardia di Finanza sono andati a perquisire una trentina tra calciatori e agenti ed hanno notificato l’avviso di conclusione indagini a 64 indagati. Sequestrati beni per circa 12 milioni. L’indagine ha riguardato complessivamente un centinaio di soggetti e 35 società di calcio di Serie A e di Serie B.   

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