La ricercatrice libica indagata per terrorismo torna in carcere

PALERMO – Torna in carcere Kadiga Shabi, la ricercatrice libica di 45 anni, fermata a fine dicembre per istigazione a delinquere in materia di terrorismo, e poi scarcerata pochi giorni dopo, dal gip di Palermo. 

Il tribunale del Riesame di  Palermo, accogliendo l’appello della Procura, ha disposto la custodia cautelare in carcere per la studiosa. Il gip Ferdinando Sestito aveva disposto l’obbligo di dimora per la donna, rimandandola a casa. Una decisione che era stata criticata dalla Procura. Oggi la decisione del Tribunale del Riesame che da ragione alla Procura.

Il procuratore capo Francesco  Lo Voi, dopo la scarcerazione della donna,  aveva parlato di una “misura inadeguata e contraddittoria”. A stretto giro di posta era arrivata la replica dei vertici dell’ufficio Gip, con il Presidente Cesare Vincenti e il Presidente aggiunto Gioacchino Scaduto, che avevano detto: “Con riguardo alla vicenda, la Procura della Repubblica ha reso dichiarazioni “misura inadeguata, contraddittoria e contraria alla più recente giurisprudenza” che non esitiamo a considerare avventate ed inopportune sotto un duplice profilo – avevano scritto i due giudici – Anzitutto esse delegittimano oggettivamente il lavoro e la funzione del Giudice per le indagini preliminari, il cui intervento nel procedimento è stato previsto dal legislatore a tutela e garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini, italiani o stranieri che siano, e per non lasciare la Polizia Giudiziaria, che svolge il suo lavoro in modo encomiabile ma che, appunto, è Polizia, arbitro degli stessi”. “Solo e soltanto il Giudice, e non certo la Procura della Repubblica, che ha la legittimazione per valutare se sussistano i presupposti di legge per eseguire un provvedimento di fermo – presupposti che nel caso concreto il Giudice ha ritenuto del tutto assenti – se sussistano ed in che misura gli indizi del reato e se ed in che misura sussistano esigenze cautelari da tutelare con una qualche misura restrittiva – scrivevano ancora nella nota – Le sue decisioni sul punto sono poi sottoposte al vaglio di altri giudici in secondo grado”.   Oggi la decisione del Tribunale del Riesame che accoglie il ricorso del Procuratore e del pm Gery Ferrara.

I giudici del Tribunale del Riesame, Antonella Consiglio presidente, Gaetano Scaduti e Giuseppina Di Maida giudici, “riuniti in camera di consiglio, sciogliendo la riserva assunta all’udienza camerale del 21 gennaio, in merito all’appello proposto dal pubblico ministero, avverso l’ordinanza di rigetto del Giudice per le indagini preliminare, del 23 dicembre 2015, della richiesta della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal Pm, accoglie -si legge nell’ordinanza- l’appello proposto dal Pm della Procura di Palermo”, e “applica nei confronto di Khadiga Shabbi, la misura della custodia cautelare in carcere e dispone che sia data esecuzione alla presente ordinanza solo dopo che la stessa sia divenuta definitiva”.

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