Regeni: l’indifferenza egiziana, quale verità?

ROMA – Che cosa è realmente successo a Giulio Regeni, ancora non è sato a sapere. Le notizie sulla repressione egiziana, sui cosiddetti “desaparecidos” e sulle torture, come emerso dalle molterplici denunce di Amnesty International, non depone a favore di questo Paese, tant’è che  la verità tarda ad arrivare. Ieri i media avevano dato la versione di  un probabile arresto di regeni da parte  dei servizi segreti. 

Oggi in un comunicato ufficiale pubblicato dal ministero dell’Interno egiziano, una fonte del Dipartimento dell’informazione ha smentito le informazioni pubblicate dai media occidentali secondo le quali l’accademico italiano Giulio Regeni sarebbe stato arrestato da elementi appartenenti ai servizi di sicurezza prima della sua morte.

La fonte afferma che media occidentali avevano pubblicato informazioni completamente erronee circa le condizioni della scomparsa dell’italiano e aggiunge che una grande squadra di indagine è incaricata di svelare i moventi dell’omicidio dell’italiano e che questa squadra coopera pienamente con la controparte italiana”, viene aggiunto nel testo che conclude: “i risultati delle ricerche e delle indagini su questo caso saranno annunciati quando porteranno a risultati utili.

Un’indagine, tuttavia, che lascia intendere anche una certa indifferenza da parte delle autorità locali e che, proprio per la lentezza, non è ancora arrivata ad una conclusione che possa giustificare l’omicidio e le torture subite dal giovane ricercatore italiano.   

La risposta egiziana non è affatto sufficiente per il governo italiano.  “Proprio da alleati chiediamo chiarezza. Il governo non rinuncera’ a pretenderlo”, ha tuonato  il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

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