La Lega sul piede di guerra. Riforme, ministeri al nord o tutti a casa

ROMA – La Lega Nord non molla  e lancia l’ultimatum alla maggioranza: “O fate le riforme o si va tutti a casa”. Questa in definitiva la richiesta perentoria del Carroccio, che guarda caso arriva alla vigilia del grande raduno che si terrà a Pontida.

Bossi si spinge ben oltre e detta le sue condizioni, o meglio ribadisce una richiesta già formulata qualche settimana fa, chiedendo lo spostamento di quattro ministeri al Nord: Economia, Riforme, Semplificazione a Monza e Lavoro a Milano.  “Come mai non c’è il ministero del Lavoro a Milano? – s’interroga Bossi – . La Lombardia è dove si lavora di più e domani chiederemo altri tre ministeri a Monza”.  Anzi, il Senatur  esagera come al solito e tira fuori già i nomi dei possibili papabili: “Calderoli, Bossi e Tremonti a Monza”.
E poi aggiunge: “Domani ci saranno altre sorprese”. Ma non finisce qui. A un cronista che gli chiede se è soddisfatto della scuola di magistrati di Bergamo risponde: “Mi sento più sicuro se vado a farmi giudicare da un magistrato che capisce il mio dialetto”.

Intanto si leva anche la voce del ministro Roberto Maroni, il quale condivide la riduzione delle tasse chiesta dai sindacati della Cisl e Uil. “La richiesta – precisa Maroni –  che viene da due sindacati, che non hanno un atteggiamento ideologico, né a favore né contro la maggioranza di governo, è una dichiarazione impegnativa e importante di cui bisogna tenere conto”. “Non so – aggiunge Maroni, riferendosi all’annuncio di Moody’s su un possibile taglio del rating dell’Italia  –  se è normale che ci si comporti così, dando dei messaggi quasi intimidatori per quello che potrà succedere nel nostro paese: sono sorpreso”.
A Maroni si accoda subito anche Calderoli che tuona: “Sono d’accordo con Bonanni e Angeletti  perché la riforma fiscale va fatta e va fatta subito, diversamente dovrò partecipare anch’io al loro minacciato sciopero generale e dovrò essere in piazza con loro e non più come rappresentante di un governo”.
Parole dure che arrivano al cuore della maggioranza. Maggioranza messa in subbuglio dalle ultime richieste. Domani il popolo di Pontida vuole tirare le somme. E Berlusconi potrebbe trovarsi sotto un tiro incrociato., perchè le richieste saranno difficili da evadere, almeno in tempi così brevi come vorrebbe il Carroccio.

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