Davigo: la corruzione, una pratica assai diffusa

ROMA – “Non tutti rubano, non lo penso. Ma la corruzione è una pratica molto diffusa. Quindi, bisogna comprenderne le cause e studiare i possibili rimedi”.

Lo ha detto a Taranto Piercamillo Davigo, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, relazionando al seminario organizzato dall’Asl di Taranto, dall’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari e dall’Ordine dei giornalisti della Puglia su “Trasparenza e Anticorruzione nella Pubblica Amministrazione”. La repressione, ha aggiunto Davigo, “serve, ma la legislazione dovrebbe essere più efficace. E bisognerebbe parlare di corruzioni e non di corruzione, perchè ce ne sono di diversi tipi”. 

“Tra mazzette e stipendi è uno scontro impari. La tentazione può diventare irresistibile”. Partendo da questo presupposto sempre Davigo, ha spiegato le cause del fenomeno della corruzione nella pubblica amministrazione. “Ventidue anni fa – ha ricordato – venne da me un capitano della guardia di finanza lamentandosi in un primo momento perchè io avevo fatto arrestare 130 militari danneggiando l’immagine del Corpo. Poi però mi ha detto che avevo ragione. Ha raccontato che guadagnava sulla carta 2 milioni e mezzo di lire al mese, ma un milione di lire lo versava per l’affitto demaniale. Come poteva mantenere la famiglia con un milione di lire?”. Il finanziere, ha raccontato ancora Davigo, “mi disse di essere andato dal comandante della legione chiedendo: come posso dare da mangiare ai miei figli con questo stipendio?’. E il comandante gli rispose: ‘E chi ti ha detto di fare figli?’. Questo è quello che accadeva”. Secondo Davigo “in queste condizioni per resistere bisogna essere santi o eroi. Come si fa a corrispondere un milione di lire al mese a un finanziere e poi spedirlo a contare i miliardi degli altri?”.   

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