A Ventotene l’ora dell’Europa

ROMA – “Le priorita’ del vertice europeo di Ventotene? Tornare allo spirito del Manifesto di Rossi, Colorni e Spinelli. E quindi lavorare per un’Europa democratica, perche’ senza non salveremo ne’ il Vecchio continente ne’ le democrazie nazionali. Senza un cambiamento, l’Europa e’ condannata alla disintegrazione. Noi invece vogliamo e dobbiamo avviare un processo di integrazione piu’ politico, democratico e concreto per sbarrare la strada al neonazionalismo, alla rinuncia del trattato di Schengen, alla crisi dell’euro e allo sfaldamento della stessa Europa unita. Dobbiamo essere determinati a realizzare il cambiamento e il vertice di Ventotene e’ una tappa del cambiamento”. Cosi’ il Sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi ha analizzato alcuni elementi chiave del vertice che si terrà oggi a Ventotene tra Italia-Germania-Francia. 

“Tutti gli italiani – ha detto Matteo Renzi – devono essere orgogliosi che  in un luogo simbolo di un grande ideale dell’Europa, la cancelliera Merkel e il presidente Hollande verranno per rilanciare dal basso l’Unione europea”.  

“L’Italia a Ventotene gioca fino in fondo la sua responsabilita’ di Paese essenziale alla prospettiva europea. La speranza – ha affermato il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina – e’ che il luogo scelto per il vertice impegni davvero tutti a uno scatto in avanti all’altezza delle sfide enormi che l’Europa ha di fronte. C’e’ bisogno di scelte impegnative su versanti essenziali: difesa comune europea, politiche di gestione del fenomeno migratorio prendendo sul serio quanto proposto con il migration compact, un salto di qualita’ robusto nel coordinamento delle politiche finanziare passando anche dalla scelta di un ministro delle finanze dell’Eurozona, piu’ incentivi immediati agli investimenti, all’occupazione e all’innovazione diffusa dando spazio e flessibilita’ d’azione oltre le logiche estreme dell’austerita’, rilancio degli strumenti culturali, formativi e di cittadinanza comune”. “Spero che possa riprendere seriamente anche l’iniziativa sulla proposta di un sussidio di disoccupazione europeo. Una misura di supporto temporaneo di breve periodo, legata a politiche attive in grado di rafforzare gli strumenti nazionali operativi ma ancora insufficienti ad aiutare chi non e’ occupato o ha perso il lavoro, sarebbe un segno tangibile di avvicinamento dell’Europa ai bisogni dei cittadini”.

Ora si dovrà attendere l’esito di questo impegnatico incontro che metterà sul tavolo non solo i problemi dell’Europa, ma addirittura la credibilità di un’unione che o funziona o non ha il senso di esistere.

 

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