Caso Muraro Raggi. La stampa estera boccia la sindaca capitolina

ROMA – Il vertice dei big del Movimento 5 stelle, alla presenza del fondatore Beppe Grillo e dei componenti del Direttorio nazionale, si tiene in una localita’ misteriosa tra Roma e Nettuno. Ma a quella riunione, dove si decideranno i destini di Paola Muraro, Raffaele De Dominicis, Raffaele Marra e Salvatore Romeo, il sindaco di Roma, Virginia Raggi non c’è.

Il sindaco e’ infatti chiusa nel palazzo del Campidoglio da questa mattina, protetta dal muro di silenzio di tutto il suo staff. Poco fa e’ rientrato anche il vicesindaco Daniele Frongia: “Comunicheremo dopo, adesso non possiamo dirvi niente”, ha detto lo stesso Frongia parlando della situazione in Comune.  Una divisione simbolica netta, quindi, tra i pentastellati alla guida del Campidoglio e i big del Movimento, che in questo momento hanno in mano le sorti dell’amministrazione comunale.

Nel frattempo al di là delle poemiche politiche interne anche la stampa estera inizia a lanciare critiche contro la neo sindaco di Roma, che viene definita una ”presuntuosa” dai corrispondenti esteri: “un inizio di mandato “disastroso”, durante il quale si è sottovalutata l’importanza di avere gente esperta e capace al proprio fianco e che non avesse legami con il passato”.

“Quello che temevo fin dall’inizio, che la Raggi non avesse attorno a sè un gruppo di persone valide e che non avesse abbastanza esperienza per governare una città così complicata, si è avverato”, dice Costanze Reuscher, del quotidiano tedesco “Die Welt”, dove domani uscirà un articolo dedicato al caso Roma. “Era un po’ che non ne scrivevo, perché penso che non sia giusto criticare troppo presto, bisogna lasciare il tempo di mettere ordine alle cose”, premette la giornalista, che la Raggi l’aveva intervistata prima del voto e l’aveva trovata “presuntuosa”. “Si autocompiaceva di questo ruolo prima ancora di averlo”, ricorda la Reuscher, che insiste sulla totale di mancanza di esperienza della sindaca. Secondo lei, “è impossibile fare il sindaco senza conoscere ogni meandro dell’amministrazione di questa città tanto complessa, è impossibile ripulirla, perché questo serve, il rischio è di essere destinati a fallire, come è successo con Ignazio Marino”. E poi “mi ha molto disturbato la mancanza di trasparenza sul suo passato”, continua la corrispondente, che non condivide le accuse di un’eccessiva pressione mediatica nei confronti della giunta Raggi. “Non c’è stato alcun accanimento – dice – questa città è allo sbando e va detto, i mezzi pubblici non funzionano ed è sporca, è fuori controllo e questo è pericoloso perché parliamo di una città di tre milioni di abitanti che va governata”.  

“Una delusione che segue quella di Ignazio Marino. Anche per lui c’era grande speranza e le cose non sono finite bene e così sembra al momento che anche questo esperimento a Roma non finirà bene”. Questa l’opinione di Nick Squires, corrispondente del britannico ‘Telegraph’ sulla bagarre politica interna al movimento di Beppe Grillo e il caos a Roma. “E’ un inizio molto deludente per il M5S a Roma perché c’era la speranza dell’avvio di una nuova ‘époque’. A livello nazionale il primo impatto è stato molto negativo. Forse la Raggi potrà risolvere tutti i problemi, speriamo, ma sembra molto difficile. Ieri per lei è stata una giornata molto difficile”. “Per risolvere i problemi di Roma certamente ci vogliono degli esperti che sanno dove mettere le mani, ma bisogna trovare persone capaci di analizzare la situazione, che non siano per nulla coinvolti nella gestione e amministrazione del passato, e ai quali i politici garantiscano una certa libertà di movimento”. Così Tobias Piller, corrispondente da Frankfurter Allgemeine Zeitung, convinto che “i politici non possano lavorare senza degli esperti a fianco”. “Tutto quello che emerge in questa situazione – osserva – è che il Movimento 5 Stelle non aveva una squadra selezionata e ferrata di esperti che avesse studiato i problemi di Roma per mettersi subito al lavoro. E a causa di queste mancanze, ora si va avanti tentando la fortuna di trovare le persone giuste. E se un politico è bravo a comandare e controllare – conclude – con gli esperti giusti può andare anche lontano. Ma bisogna saperlo fare”.

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