Roma. Giunta Alemanno illegittima. La sentenza del Tar fa giustizia

ROMA – La sentanza del TAR arriva come una ciliegina sulla torta: la Giunta varata da Alemanno pochi mesi fa è illegittima.

E così si arriverà al terzo “rimpasto”, in soli tre anni, dell’organo esecutivo che dovrebbe governare una “piccola città” dell’estrema periferia italiana chiamata Roma. Anche stavolta la regola del tre è stata rispettata dal Sindaco: tre gli Assessori al Bilancio succedutisi in appena tre anni di mandato, tre le nomine, di fatto, di Presidenti del CdA all’ATAC in soli tre anni di mandato e, ultima ma sicuramente non l’ultima, tre le Giunte nominate dal Sindaco dal giugno 2008 ai giorni nostri. Sembrerebbe una favoletta canticchiata dal buon vecchio Angelo Branduardi. E invece no: è la triste realtà della fin troppo blasonata Roma Capitale, conseguente ad una incapacità di saper governare una città a partire dalle regole fissate nello Statuto dell’ex Comune di Roma. Ma come si può pensare di tenere in piedi una Giunta con una assessora, la Belviso, a fronte di altri undici consiglieri maschi? E non è che prima, nella composizione della Giunta precedente, con la presenza della “camerata” Marsilio andavamo molto meglio!

 

E se per tutta risposta ci si nasconde dietro ai numeri delle dirigenti comunali e delle dipendenti che hanno ottenuto la posizione organizzativa nell’Amministrazione Capitolina, vuol dire proprio che non abbiamo argomenti seri o siam proprio fuori dalla grazia di Dio. E vuoi vedere che se non capisce che non basterà rimettere una assessoruccia in più al posto di uno degli attuali assessori uscenti (pare che fuori dall’aula della Giunta si stiano già facendo grosse vendite di amuleti, corna, gobbi e roba simile), ci si ritroverà nuovamente al punto di partenza? In un paese civile dopo Parentopoli, Affittopoli, Progettopoli (o you remeber Formula 1 all’Eur?), Bilancipoli e la svendita avviata dei beni comuni della città (vedi non ultimi i depositi Atac), dopo il disastro nel tenere in piedi la propria Giunta e le presidenze delle più importanti aziende ex municipalizzate, dopo aver partorito solo dei topolini rispetto a quanto affermato in campagna elettorale a proposito della realizzazione di edilizia popolare pubblica per rispondere al dramma dell’emergenza abitativa a Roma, dopo l’ennesimo miraggio delle Olimpiadi da ospitare a Roma nel 2020… In un paese civile un politico serio saprebbe bene cose fare e subito: dimettersi. Ma la serietà è un’arte che non fa rima con “manno”.

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