Economia. Sveglia Silvio, qui si fallisce. L’Italia piange a dirotto tra spread e Btp

ROMA – La giornata che si sta vivendo oggi sui mercati è una giornata cruciale una di quelle giornate in cui convergono pessimi segnali ed in cui rischiano di scatenarsi i temporali.

I due avvenimenti chiave sono stati l’esito disastroso dell’asta dei nuovi Btp quinquennali ed i nuovi record degli spread.
I nostri titoli a cinque anni hanno avuto una richiesta estremamente bassa e ciò ha portato ad un rialzo dei rendimenti che lo stato dovrà pagare ai possessori dei Btp. Il livello a cui è arrivato il tasso di rendimento è il 5,60 per cento annuo ed è estremamente significativo sotto diversi aspetti.

Il primo aspetto è che mai prima d’ora, dall’introduzione dell’euro, i titoli del debito pubblico italiano a cinque anni sono stati costretti ad offrire un rendimento così elevato con i conseguenti costi per interessi a carico del bilancio dello stato, il che ci riporta all’ormai consueto discorso che una manovra poco credibile portata avanti da un governo meno credibile ci obbligherà ad effettuare una ulteriore correzione dei conti in tempi rapidissimi.
Il secondo e forse ancora più sinistro segnale arriva dalla forma che ha assunto la curva dei rendimenti  del debito pubblico italiano, tale curva può infatti essere utilizzata per dedurre qual è il momento in cui il mercato prevede, eventualmente, il maggior rischio di crisi e di default di un paese. Alla luce della forma piatta che assume il rendimento dei BTP a 5 ed a 10 anni, che hanno al momento tassi intorno al 5,60 % per i 5 anni ed al 5,70 per i 10, rendimenti che scontano quindi in pressoché eguale misura il premio per il rischio di solvibilità del nostro paese si comprende come i mercati non prevedano più rischi di solidità finanziaria solo a lungo periodo ma anche all’interno di orizzonti temporali decisamente prossimi.

L’altro avvenimento importante di oggi è rappresentato dal livello che lo spread, ovvero il differenziale di rendimento che i titoli di un paese devono offrire per essere preferiti a quelli di un paese che è considerato più sicuro, tra i titoli dei paesi europei ed il porto sicuro dei titoli di stato tedeschi hanno fatto registrare.

L’Italia piange ormai a dirotto, il premio di rendimento pagato dai Btp decennali rispetto al bund con pari scadenza vola infatti oltre quei 400 punti base che non si vedevano da inizio agosto, quando la Bce si era data ad uno shopping forsennato, con l’aggravante che dopo le fratture all’interno del Board della Bce che hanno portato alle dimissioni del membro tedesco non è affatto certo che le operazioni di acquisto dei nostri titoli proseguano.
E con noi piangono anche le altre economie periferiche dell’area euro con lo ‘spread’ sui dieci anni che sembra ormai un cavallo imbizzarrito. Il Portogallo fa segnare 960 punti base, deve offrire il 9,60% in più della Germania per piazzare i suoi titoli a dieci anni, l’Irlanda 709 punti, la Grecia addirittura vola fino ad un surreale 2.233, deve cioè offrire oltre il 22 per cento più di quanto offra Berlino per piazzare titoli a dieci anni, la Spagna si conferma benedetta da un governo responsabilmente dimissionario con 371 punti base, il Belgio segna 227 e la tensione arriva a coinvolgere anche una nazione seria e tranquilla come la Finlandia, che fa segnare un differenziale record, per loro, a 52,8 punti, devono pagare lo 0,5 per cento più di Berlino.

E tra le soluzioni proposte per affrontare lo psicodramma in corso sui mercati del vecchio continente la più radicale è certamente quella proposta dal Vice Presidente dei deputati del PdL, Michele Corsaro, che in un’intervista al Sole 24 Ore lancia l’idea di un vero e proprio shock con una  ‘manovra straordinaria di 400-450 miliardi per abbattere il debito al 90%’.
Una cosuccia da circa 900 mila miliardi di lire, la cifra 9 seguita da una interminabile processione di zeri, per gli amanti dei numeri sono 14. Un importo così mostruoso da sfuggire alla comprensione dell’uomo medio che si interroga sulla facilità con cui tale cifra sarebbe raggiungibile.

Per il raggiungimento dei 450 miliardi di euro spalmati in tre anni basterebbe infatti, secondo l’esponente del Pdl una patrimoniale, sulla cui accoglienza nell’esecutivo nutriamo qualche dubbio, la ennesima riforma delle pensioni a questo punto con il passaggio dell’età di pensionamento al giorno dopo il decesso del lavoratore, il consueto condono, anche se non si comprende cosa ci sia ancora da condonare, e infine ma non ultimo il ricorrente progetto di alienazione del patrimonio pubblico, immobiliare e delle partecipazioni, che dovrebbe comprendere qualche pezzo pregiato per essere davvero appetibile, il Colosseo meglio di no perché ha tutte le finestre rotte e ci fa corrente forse è meglio il Quirinale.

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