ROMA – Se continuiamo di questo passo solo a Berlusconi rimarrà la licenza di “uccidere” se stesso. Gli orticelli vengono prima dell’interesse pubblico e di questo ci viene data prova ogni giorno. Casini, che si esprime sovente in tandem con le esternazioni di Marcegaglia-Confindustria, tenta di attribuirsi più importanza e “numeri” di quanti possa avere.
Afferma di “non voler fare la crocerossina di questo governo”. Bene, allora agisca! Su altri lidi l’abbozzo d’intesa tra Pd, Idv e Sel non viene gradito dai centristi doc (Follini) e la musica continua a suonare stridente come quella di un disco rotto! Tutti che escludono qualcuno e il tempo passa. E’ un bel dire quello di richiamarsi ad un governo di unità nazionale ponendo veti incrociati. Forse non si è capito che la prima cosa da fare è cercare di formare un’alternativa che sappia metter mano, prima di tutto alla riforma della legge elettorale, e poi riesca a trovarsi d’accordo attraverso regole condivise, su quelle pochissime ma indispensabili riforme costituzionali che non permettano sorprese nell’immediato futuro. Pensare all’oggi per creare il terreno più favorevole per nuove elezioni non è come pregustare una possibile spartizione. Invece l’intento dei nostalgici (almeno nei fatti) della prima repubblica continuano a parlarsi addosso. Bersani dialoga con Di Pietro, poi Follini spara su Bersani che rimette in corsa Casini che a sua volta non vede che il terzo polo, forte dell’aver Confindustria e la Chiesa alle sue spalle. Su invito dello stesso Di Pietro ecco Bersani cinguettare con Sel che gioca molto sul ruolo mediatico del suo leader Vendola.
Ma le domande si sprecano: quanto peso ha Sel senza il suo leader? La sinistra è solo questa? Il risultato de Referendum e delle Amministrative è stato analizzato come avrebbe dovuto essere? Esistono le condizioni (anche numeriche) per sfidare un centrodestra che ogni volta viene dato per defunto salvo poi con immancabile tempistica far uscire dal cilindro magico un “gradimento” dell’ultimora che sovverte i pronostici? Si parla poco delle realtà Locali; città e Regioni vedono ben altri scenari e lì si misura veramente il polso della situazione. Il Pd è un partito svuotato dei contenuti politici trasferiti a suo tempo nelle stesse amministrazioni, ma svuotando lo stesso partito che si dimostra molto propositivo con una politica riconoscibile, palesemente alternativa a quella delle destre che dice di voler avversare. Bersani continua sul filone delle liberalizzazioni, ma non va oltre, non disegna un progetto veramente accattivante e innovativo. Tutti si credono autosufficienti, in grado di prevalere e di conquistarsi un posto al sole in più degli altri. In pochi hanno compreso che se non viene fatto un atto di umiltà, un classico passo indietro il Nostro “beneamato” passerà alla storia in maniera simile a quella che vide il Caudillo lasciare il potere quando decise che era giunta l’ora.
Se centro e sinistra, o per meglio intenderci, Pd, Idv e tutte le forze politiche che stanno alla loro sinistra non si confrontano seriamente senza escludere nessuno, in delle assise programmatiche, in un momento qualsiasi e dai connotati chiaramente finalizzati a mandare a casa Berlusconi, quali speranze possiamo avere di liberarci di questa piovra dai mille tentacoli? Senza questo passo si parlerà sempre di aria fritta, continuando a sperare nell’auto-eliminazione dello stesso Premier. Un po’ poco a quanto ci sembra di capire. All’orizzonte non c’è traccia né dei depositari della verità né di forze autosufficienti per portare a casa un risultato come quello sopra paventato. Intanto, senza dimenticare le profezie – e le proposte – fatte recentemente da Prodi, le agenzie di rating americane hanno pensato bene di spingerci ancora più verso la deriva. L’Iva è entrata a regime pieno e si prevedono “drammi speculativi” per un suo più che probabile arrotondamento. Immagino il simpatico Crozza come se la ride. Chiamerebbe per nome tutti questi sedicenti leader di partito e ad ognuno gli direbbe: “Ma dove credete di andare in queste condizioni?”. Smentiteci Signori, smentiteci…