Tra i banchi vuoti di Montecitorio regna l’indignazione. La farsa continua

ROMA – Tutto secondo copione, come sempre. E dire che persino esponenti politici di vecchia data come Emanuele Macaluso, hanno criticato la posizione assunta dalle opposizioni, questa volta unite, che avevano deciso di non partecipare alla seduta parlamentare odierna; in verità saremo curiosi di conoscere il motivo di questo scetticismo, visto che l’essere o non essere presenti tra i banchi di Montecitorio non avrebbe cambiato di una virgola quello che abbiamo visto dall’esterno.

Almeno questa volta l’opposizione unita è riuscita a sottolineare e denunciare con una posizione netta e chiara i connotati “totalitari”, degni di un regime, che forgiano questo governo. Molte sono le recriminazioni, e molte sarebbero le responsabilità da individuare anche nell’opposizione; ma non serve, almeno oggi, camminare con la testa voltata all’indietro. Nel teatrino di Montecitorio si è consumata la solita farsa. Berlusconi recita l’ennesima filastrocca, ricorda l’eredità ricevuta (secoli fa?) dal precedente governo; parla di “incidente tecnico” riferendosi al passo falso coinciso con il voto negativo sul Bilancio dello Stato, ma non indietreggia. Una “carezza bonaria” a Napolitano e poi lancia in resta: “Nessuna alternativa a questo governo!” Finge persino a sé stesso; sa bene di preferire il ricorso alle urne per giocare ancora sul terreno reso accidentato dal “porcellum”, così come avversa l’ipotesi di un governo tecnico che potrebbe metter mano alla legge elettorale per poi spazzare via definitivamente la “sua creatura”.  Gioca il tutto per tutto, forte dei numeri che ancora gli consentono di strappare tempo ad una fine che è solo da quantificare. Le condizioni affinché sia possibile l’intervento Istituzionale del presidente della Repubblica ci sono tutte, ma resta un inquietante interrogativo: il Partito Democratico accoglierebbe con favore l’eventuale decisione di Napolitano di sciogliere le camere o vorrebbe altro?  Questo è il nodo fondamentale su cui verte la questione! 

 

Il Pd più che probabilmente non accoglierebbe con entusiasmo (almeno in questo momento) l’ipotesi di nuove elezioni quanto semmai il ricorso ad un governo “del Presidente” che potesse dar tempo di costruire nuove alleanze e nuove proposte. Un dato è certo: se oggi votassimo non ci sarebbero dubbi sull’esito della vittoria del centro-sinistra. Già, ma dopo? Il Terzo polo da una parte e Pd, Idv ed “altri”, dall’altra? Malgrado questi “timori” possano essere comprensibili, non vediamo come si possa non pensare al tempo che scorre e al danno che ancora ricadrebbe su questo martoriato Paese. Non è accettabile poter ancora pensare di tentennare su una questione dirimente che riguarda la vita quotidiana degli Italiani. Sì, non possiamo che essere d’accordo con Bersani, è stato un discorso penoso, a tratti quasi provocatorio e irrispettoso della situazione in cui versa l’Italia. Ed è proprio per questo che occorre porre fine agli indugi. “Porcellum” o meno, la sola via percorribile non può che essere una piena assunzione delle responsabilità, chiamando gli italiani al voto. Le ore passano e Berlusconi le giocherà per garantirsi, costi quel che costi, la fiducia in Parlamento, con la quale (come ha sempre fatto) tapperebbe la bocca a tutti!  Napolitano probabilmente attenderà l’esito scontato di questo ennesima quanto tragica telenovela.  E poi?  Cosa ancora dovrà accadere prima che venga presa una decisione che tra l’altro sarebbe pertinente e legittima visto la chiamata in causa dei massimi livelli Amministrativi che devono garantire e vigilare sul buon rendimento dell’apparato statale? Inchieste, rinvii a giudizio, scontri istituzionali, (ricordiamo che il presidente della Camera è oggi all’opposizione del governo del quale faceva parte!), voto negativo sul bilancio dello Stato, sono o non sono sufficienti per porre fine a questa tragicommedia? 

 

Possiamo dare atto a Berlusconi di avere ragione su un solo dato: “No alla crisi al buio”, ovvero, se si mette in discussione questo governo (e non c’è dubbio che sia da farlo!) si va alle elezioni. Il problema è politico e occorre tirar fuori gli attributi; è ora di smettere di giocare con interessi e poltrone. Occorre scendere tra la Gente, chiedere la legittimazione Popolare e proporre qualcosa di alternativo e di credibile. Non è pensabile che politici di lungo corso, che guadagnano fior di milioni abbiano incertezze e titubanze giocando sulla disperazione dei Cittadini.  
Non sottovalutiamo l’indignazione crescente; non crediamo che sia la semplice protesta dei giovani (magari appartenenti ai “soliti” centri sociali) perché così non è!! Il disagio è diffuso, rasenta talvolta la disperazione ed è portato avanti da Persone consapevoli dello stato di degrado a cui ci ha portato questo governo. 
Il destino del Paese non è solo nelle mani di Berlusconi, ma soprattutto delle forze politiche (e sociali) che si oppongono a questo scellerato governo. Da mesi ripetiamo queste frasi; lo scrivevamo quando la situazione era ancora meno grave di quella attuale.  Adesso il limite è stato veramente oltrepassato.  
Siamo indignati!  Crediamo nella Democrazia, e l’unica speranza che ci rimane è ancora una volta, quella di sperare che Giorgio Napolitano in qualità di presidente della Repubblica e Persona super- partes, intervenga in nome e per conto di una Popolazione sull’orlo del dramma autentico.

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